Juke Box: Samuele Bersani, Harakiri. La mia interpretazione


Dopo sette lunghi anni, il cantautore riminese Samuele Bersani torna con un album di inediti, "Cinema Samuele", in uscita il prossimo 2 ottobre. Ad anticipare l'uscita del disco, il singolo "Harakiri". Canzone profonda, dai versi criptici e poetici, che parla di emarginazione e solitudine: un piccolo cortometraggio in musica. 

HARAKIRI, L'ANALISI. Il protagonista è un emarginato, una persona che vive in condizioni di povertà in una roulotte (l'astronave) e che incontriamo in un cinema porno. L'Harakiri, secondo quanto ho letto sul web, era definito "la masturbazione definitiva" dallo scrittore giapponese Yukio Mishima, che peraltro si tolse la vita a 45 anni.  Il protagonista, senza una compagna e senza i soldi per pagarsi una prostituta, "investe" pochi spiccioli nel biglietto di un cinema a luci rosse, ma alla fine..si lascia trascinare dalla trama e dai dialoghi, abbandonando i propri propositi di dedicarsi all'autoerotismo.

La solitudine del protagonista emerge nei versi più belli della canzone:

Canzoni d’amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c’era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle


Anche lui, come tutti gli uomini, sente il bisogno di ricevere affetto e di darlo, a una persona. Ma è solo. Non c'è un dottore, una donna che lo ami e che allievi le sue sofferenze. Così si sforza di ignorare questi suoi sentimenti, "le canzoni d'amore".

La canzone descrive poi la povertà dell'uomo: il dormire con il cappotto per non sentire freddo, la carta stagnola usata al posto dello specchio, l'acqua raccolta in un fosso e fatta bollire per berla, un ombrello rotto. Alcuni ragazzi gli si avvicinano per prenderlo in giro, seduti sui cofani delle loro automobili, e lui non può far altro che allontanarli, bestemmiando e gridando. 

LA DUPLICE INTERPRETAZIONE DEL FINALE. L'ultima strofa della canzone è ovviamente criptica: a essa ho dato una duplice interpretazione.

Poi dopo una serie giorni infelici
Venne fuori vestito di bianco
Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout
Per fargli un regalo anche il cielo di colpo si aprì a serramanico
Come se spalancasse un sipario


La prima è ottimistica: il protagonista indossa il suo unico vestito buono, di colore bianco, cercando di ribellarsi alla sua condizioni di povertà ed emarginazione. Il cielo sembra rispondergli e le nuvole si diradano, lasciando spazio al sole.

La seconda interpretazione è invece triste, ma allo stesso più cinematografica: dopo alcuni giorni di malattia (i giorni infelici), il protagonista muore. Il cielo è pronto ad accogliere la sua anima (l'essere vestito di bianco..il candore dell'anima) e a dargli sollievo dopo una vita vissuta negli stenti e nell'emarginazione. 


Commenti

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    1. Spesso ci sono canzoni con un velo spesso d tristezza. Questa è una di quelle..

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  2. Questa devo ancora sentirla...fra l'altro in questi giorni un'altra canzone di Bersani è fortemente trasmessa dalle radio: Canzone, che fu cantata da Dalla e ora viene cantata da Venditti e De Gregori!

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    1. Bellissima canzone...anche se nella nuova versione mi convince poco, lo ammetto :D.
      Trovo stonata questa corsa alle cover. Le idee scarseggiano, purtroppo...

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  3. Oh mamma! Non l'avevo mai ascoltata. La melodia non è male. Mette persino un pizzico di felicità malinconica. Ma a me Bersani non è mai andato troppo giù. Quando ascoltavo Spaccacuore puntualmente piangevo come una deficiente.
    L'interpretazione che hai riportato di questa canzone, tuttavia, è sublime: fa pensare a un racconto d'attualità, al cuore di tanti uomini, alla vita bastarda che lascia molte persone da soli con la loro solitudine impossibile da sconfiggere.
    Però però... una cosetta più allegra no? ^_^
    Io ultimamente mi sto dando al rap.

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    1. E' fresca fresca questa canzone..e alle radio si sentirà poco. Troppo poco radiofonica.
      E' una canzone felicemente malinconica, direi. Si sorride di una situazione difficile. E si riflette su quante persone, come quelle della canzone, vivano una situazione analoga. Magari anche senza essere in povertà..

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  4. Al primo ascolto sembra una di quelle canzoni un po' intimiste e poco orecchiabili che hanno bisogno di più ascolti per entrarti dentro.

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    1. Esattamente...come tutte le canzoni del Bersani maturo...

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  5. Canzone che merita più di un ascolto per arrivare. È un artista che ho sempre amato, e aspettavo da tempo un suo disco di inediti. Vedremo...

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    1. Bersani è un grande artista. Ma non è di facile ascolto. Bisogna entrare in sintonia con le sue parole. E spesso ci vuole tempo..

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  6. Penso che la seconda, seppur più triste, sia l'interpretazione giusta. O comunque, l'unica alla quale io stessa abbia pensato.
    A volte la morte è davvero una liberazione...

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    1. Infatti anche per me è l'interpretazione più plausibile e "cinematografica" di questa splendida canzone.

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  7. Canzone molto "bersaniana" che ho ascoltato solo oggi e che, devo dire, hai presentato molto bene cogliendone i passaggi poetici principali. Al primo ascolto non mi ha conquistato la melodia (un qualcosa di già sentito, non so). Sei un estimatore di Samuele Bersani e scopro con piacere che abbiamo sempre piú cose in comune.

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    1. Sicuramente su Samuele sei molto più ferrato tu.
      Certo dal punto di vista dei testi è sempre eccezionali. Non sempre invece le melodie catturano l'orecchio, secondo me la 🙂

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  8. Bersani per me è sinonimo di film di Aldo, Giovanni e Giacomo vecchio stampo.
    Comunque questa nuova canzone la dovrò ascoltare, lui mi piace spesso come testi e molto meno però come musicalità.
    È spesso giù di tono, diciamo così.
    Ma val sempre la pena leggere quel che canta :)

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    1. Come ho detto all'amico Bonigol, sono melodie che fanno fatica a entrare in testa. E questo lo penalizza tantissimo per ciò che concerne l'airplay radiofonico.

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    2. Però l'ultimo post me lo ha ispirato proprio lui. In testa allora un po' ti rimare :)

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    3. Clamoroso..non aver fatto caso al titolo :D..quindi è quella la canzone?

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