Voltati Eugenio: il film "gioiellino" da riscoprire


"Voltati Eugenio", film del 1980 diretto da Luigi Comencini, è un piccolo gioiello del cinema italiano che merita di essere riscoperto. Il protagonista è un bambino di dieci anni, Eugenio (Francesco Bonelli), figlio di due ex sessantottini, Giancarlo (Saverio Marconi) e Fernanda (Dalila Di Lazzaro).

Una bellissima Dalila Di Lazzaro

Saverio Marconi

Da "Le avventure di Pinocchio" a "Lo scopone scientifico", i bambini ricoprono un ruolo primario nelle opere di Comencini. Eugenio cresce tra mille difficoltà - spesso "parcheggiato" in campagna dai nonni materni - tra due genitori il cui legame si è affievolito, con il matrimonio e la genitorialità, fino alla separazione. Ma i bambini dei film di Comencini sono in genere maturi, in certe situazioni più degli adulti stessi, hanno un grande spirito di adattamento e una spiccata positività. Eugenio riceve poco affetto dai genitori (da bambino viene addirittura dimenticato sul treno, nel culmine di una litigata), che si chiudono in loro stessi senza accogliere il grande amore che può donare il figlio; quest'ultimo così si "sfoga" creando un forte legame con gli animali allevati dal nonno materno, un pacato e quasi rassegnato Bernard Blier, ben doppiato da Gigi Reder (il Filini di Fantozzi).

La litigata della stazione

Blier e la Di Lazzaro

E c'è un altro bambino nel film, amico del protagonista, che merita attenzione: Guerrino, costretto a lavorare prima come garzone, poi a vendere fazzoletti ai semafori, per contribuire al mantenimento della numerosa famiglia. Impossibile non rivedere in Guerrino, costretto a una vita disagevole, ma sempre sorridente, i figli di Peppino (A.Sordi) dello Scopone Scientifico.

Guerrino vende fazzoletti

Guerrino ed Eugenio

Tornando a Eugenio, i genitori sono purtroppo affetti da un incurabile egoismo. L'amore per il figlio dovrebbe cementare il loro rapporto: è impossibile infatti, ad esempio, non vedere quanto amore e quanto entusiasmo trasudi Eugenio, il giorno in cui il padre giunge a fargli visita in Spagna, nazione in cui il bambino si trova con la la madre, che vive lì per ragioni di lavoro. Giancarlo è figlio di famiglia ricca; afferma la propria indipendenza economica, ma si dimostra incapace di assumersi le responsabilità da genitore, benché esterni convinzione di crescere un secondo figlio. Nessuno nasce padre; lo si diventa, con amore e impegno.

Dalila Di Lazzaro interpreta Fernanda

Ma altrettanto negativo è il personaggio di Fernanda (a me l'interpretazione della Di Lazzaro ha pienamente convinto, e lei è bellissima anche in pantaloni e maglione largo), il cui spirito femminista si riflette in un'intransigenza che la porta a vivere una vita in solitaria. Si ribella al ruolo di madre e di "angelo del focolare", sfogando una rabbia inattesa, la sera di Natale, che rappresenta il momento più teso e commovente del film (esemplare la reazione di Eugenio, che in camera gioca con la Polaroid e alza il volume della musica per isolarsi). Tra Eugenio e il padre si forma comunque un rapporto di tipo cameratesco; Fernanda invece erige un muro tra sé e gli altri, e la scelta di abortire è la certificazione del fallimento del matrimonio (i due coniugi avrebbero potuto benissimo crescere due figli). Certo anche i nonni non sono esenti da responsabilità: avrebbero dovuto dare sostegno ai figli, ma anche intervenire con il "pugno di ferro" in certe situazioni, invece di assecondarne ogni comportamento.

Un momento del litigio natalizio

Il baffo ed Eugenio

Da rimarcare, infine, due aspetti. In primis il personaggio del "Baffo", giornalista militante di sinistra, amico di Giancarlo, che a inizio film, incaricato di accompagnare Eugenio in automobile dal padre, lo abbandona in strada dopo un diverbio verbale provocato dall'atteggiamento del bambino, irritato in quanto costretto ad abbondare l'amata villa di campagna dei nonni e i suoi animali. Il "baffo" sembra il personaggio più spregevole (come si fa ad abbandonare un bambino in strada?), ma a fine film capiamo che quel gesto era stato fatto per il bene di Eugenio, bambino così maturo e generoso che avrebbe meritato ben altro affetto e ben altre attenzioni dai genitori (e guarda caso in quell'occasione tutta la famiglia si riunisce). Degna di nota è anche la scelta di Comencini di costruire il film con una serie di lunghi flashback fino al ritorno al presente e al ritrovamento di Eugenio, dopo l'abbandono da parte del "Baffo". E anche la scena finale ha una grande valenza simbolica: la famiglia riunita e felice alla vista di un vitellino appena nato, compresi Fernanda e Giancarlo. A volte l'uomo si incanta davanti al parto, alla magia della vita che inizia, ma passato quel momento, purtroppo l'incantesimo finisce.

Commenti

  1. Era veramente un mondo diverso dove le persone erano vere e non recitavano una farsa di vita come la nostra, quella attuale. In particolare tanti ragazzini con i loro umili lavori "campavano" la famiglia.
    Avevo un compagno di giochi con la madre prostituta. Una volta passando vicino casa sua mi venne sete e gli chiesi se potevamo andare a bere. Mi rispose che non poteva farlo perché a quell'ora la madre aveva iniziato già il suo lavoro. Quel ragazzino si chiamava Nino. Era educatissimo e generoso. Quando trovò lavoro alla Fiat nel nord ogni settimana scrivendomi raccontava la sua vita, la scuola serale, la carriera nel posto di lavoro.
    Di Lazzaro è invecchiata male.

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    1. In questo periodo sto guardando un sacco di film anni '70 e primi anni '80. Mi piace vedere quanto fosse diversa la società dell'epoca e quali invece erano i punti in comune.
      Sono stato un privilegiato, perché rispetto ad altre generazioni, io sono cresciuto nella bambagia.
      Bellissimo il tuo aneddoto su Nino. Dovresti scriverci un post.
      ps Dalila secondo me è anche oggi è una bella donna :)

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  2. Mi sa che è un bel film e forse potrebbe persino piacermi.
    Dico "persino" non perché me la tiro ma perché faccio fatica a star ferma di fronte ad un film e a concentrarmi fino alla fine.
    Soprattutto mi piacciono le tue analisi caratteriali e psicologiche dei personaggi. Bravo davvero.
    Buona giornata.

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    1. Ciao Dama, grazie mille.
      Non sono esperto di aspetti cinematografici quali regia, fotografia..
      Ma il cinema italiano mi permette di "scavare"in profondità su qualche aspetto.
      A me quello che succede a te per il cinema, accade per il cinema americano (a meno che sia un horror) e per..le serie tv :)

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  3. L'ho visto, concordo sul fatto che si trattava di un altro tipo di società ma anche di un altro modo di fare cinema. In questo caso, Comencini ha saputo creare una piccola perla, senza fare la morale a nessuno ma mostrando tantissime figure di adulti decisamente inadatte, con molte ombre e pochissime luci.

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    1. Grande! Mi fa piacere che qualche altro blogger lo abbia visto, questo film :).
      Hai detto bene, le luci sono pochissime. Soprattutto nel personaggio di Fernanda. Il finale del film non lascia molte speranze, ma mi piace pensare che, dopo quell'episodio della "scomparsa" di Eugenio, i genitori abbiano compreso il valore dell'essere genitori. Ovviamente parliamo di finzione, però mi fa sempre piacere pensare al lieto fine.

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  4. Un film interessante, ma che mi farebbe arrabbiare, perché detesto quando i figli pagano le conseguenze dell'egoismo dei genitori.

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    1. Devo dire che il personaggio di Fernanda è agli antipodi da te, veramente.

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  5. Interessante! Non l'avevo mai sentito nominare, purtroppo, segno che non è ne' un cult rivalutato a posteriori, ne' uno di quei film italiani che le reti trasmettono di notte a rotazione (assurdo come invece le commedie sexy di Montagnani o Buzzanca -non Vitali o Banfi!- girino tranquillamente).

    Da quel che leggo è un film "crudo", nel senso di non mediato da alcuna sovrastruttura ideologica.
    Ma d'altronde si parla di Comencini, non dei mestieranti di oggi, penso a quella merda di "Ricordati di me" che ha al suo interno tutti gli stereotipi di questa generazione cinematografica italiota come gli "adulti che gridano attraverso una porta chiusa" e battutacce da citazione colta su instagram per giustificare il culo di fuori (le brave ragazze vanno in paradiso, io voglio andare dovunque!)

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    1. Dunque Andrea, per quanto apprezzi le grazie delle protagoniste femminili di quei film, anche a me dispiace che quelle pellicole siano ancora così trasmesse a scapito di altri film italiani del periodo molto più meritevoli.
      Il cinema italiano del passato credo fosse migliore dell'attuale nei suoi intenti satirici o di analisi sociale.
      Ho visto diversi film italiani moderni, ma li ho trovati noiosi, l'esempio è un film dove Giallini e Gassmann fanno i professori,uno tradizionale e l'altro legato alle tecnologie...praticamente troppo caricaturali...per non parlare del remake di aspirante vedovo, seppur con un attore, De Luigi, che mi piace molto...

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  6. Dunque... forse forse forse questo l'ho visto, roba da Raidue nei primi anni '90... il genere era gettonatissimo.
    Però non ricordo nulla della trama, anche se leggendo quello che hai scritto noto che pure queste tematiche "disilluse" erano gettonate.
    Grande Comencini, ha sempre saputo fotografare certe situazioni.

    Moz-

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    1. Era un genere di film che ci facevano vedere anche a scuola.
      Sì, possibile che sia stato trasmesso su Rai 2. In effetti molti film oggi reperibili solo in Vhs Rip hanno tutti i loghi televisivi, segno che siano film passati sulla Rai o su Mediaset.
      Ma so che la Rai cedette un sacco di materiale a San Marino Rtv, la tv di Stato di San Marino, non mi stupirebbe sapere che nel "pacchetto" ci sia anche Voltati Eugenio.

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    1. Mi piacerebbe che fosse trasmesso, magari su Rai Movie, anche se non in un orario di punto.

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  8. L'ho visto tempo fa, mi è decisamente piaciuto e ci scrissi un post per la mia vecchia pagina fb "cinema giovane.
    Dovrei riprendere film e correggere il post e scriverci qualcosa di nuovo...

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    1. Grande Marco! Dai, aspetto con piacere un tuo scritto...
      Così vediamo i punti in comune delle nostre analisi :)

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  9. Reder ha (aveva) una voce simile a Lionello, infatti credevo che il doppiatore di Woody Allen fosse lui.
    Guerrino poi ha fatto i soldi e ha fondato il Guerin Sportivo 😅
    Un po' impegnativa come pellicola, da guardare con la mente libera. Non andrei a recuperarla ma se mi capitasse in TV, mi sa di quelle che inizi a guardare per caso e poi arrivi fino alla fine.

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    1. Guarda, in realtà è una pellicola che "scivola" bene. Non ha tempi morti, grazie ai flashback, poi chiaro che io sono un po' di parte perché amo il cinema di quel periodo.

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  10. Un Comencini un po' in tono minore. Non convincenti, per me, i due attori protagonisti.

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    1. Secondo me invece sono stati molto bravi. La Di Lazzaro è molto convincente nella scena del litigio, ma non solo. Riesce a trasmettere bene l'alienazione del suo personaggio dal ruolo di genitrice.

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