Voglio una donna: la canzone "sessista" di Roberto Vecchioni


Nel 1992 Roberto Vecchioni vinse il Festivalbar con "Voglio una donna", una canzone che necessita di un'adeguata contestualizzazione.

Letta superficialmente e non contestualizzata verrebbe definita una canzone "sessista" e finanche "espressione del patriarcato". Ma è una canzone del 1992, ha più di 30 anni e non rappresenta certamente la fotografia di quella che è oggi la società italiana. Alcuni versi, certamente, son invecchiati malissimo. 

Tuttavia non mi trovo affatto d'accordo con un'interpretazione letta sul web che considera questa canzone offensiva perché trasmette l'idea che la donna non debba avere un lavoro con cui mantenersi ed essere sempre sub-alterna all'uomo. Quando Vecchioni dice "Che s'innamori di te quella che fa carriera"  è un riferimento al mettere davanti a tutto il successo lavorativo e quindi anche la posizione finanziaria.

Inoltre la canzone va letta focalizzandosi sull'ultimo verso: 

Stronza come un uomo
Sola come un uomo


 Il messaggio è chiaro: Vecchioni non vuole una donna che "scimmiotti" l'uomo (la "donna con la gonna" è un'immagine per rafforzare questo concetto basilare dalle canzone), perché l'uomo è già una figura perdente! È "lui" che in fondo che mette davanti a tutto lavoro, successo, soldi ("La corsa all'oro").

Per il resto la canzone è da leggere come una provocazione. Ribadisco: alcuni versi sono invecchiati molto male. All'epoca la donna non si era del tutto emancipata nella nostra società: così si spiega il riferimento ai figli da badare e ai "Sette Nani" (in pratica un'immagine figurata per parlare delle faccende domestiche). Nell'Italia dei primi anni '90 era ancora così: la figura della donna era legata ancora al concetto di "regina" del focolare domestico.

È invecchiato malissimo anche il verso sulla cantautrice calva e non solo per la scomparsa, nel luglio del 2023, della meravigliosa Sinéad O'Connor. Oggi giustamente non fa più scalpore una ragazza con un taglio maschile, ma all'epoca sì. 

Voglio una donna, il testo

Una canzone di Natale che le prenda la pelle
E come tetto solo un cielo di stelle
Abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo
Che la piantasse un po' di andarsene in giro
La voglio come Biancaneve coi sette nani
Noiosa come una canzone degli "Intillimani"
Voglio una donna "donna"
Donna "donna"
Donna con la gonna
Gonna gonna
Voglio una donna "donna"
Donna "donna"
Donna con la gonna
Gonna gonna
Prendila te quella col cervello
Che s'innamori di te quella che fa carriera
Quella col pisello e la bandiera nera
La cantatrice calva e la barricadera
Che non c'è mai la sera
Non dico tutte: me ne basterebbe solo una
Tanti auguri alle altre di più fortuna
Voglio una donna, mi basta che non legga Freud
Dammi una donna così che l'assicuro ai "Lloyd"
Preghierina preghierina fammela trovare
Madonnina Madonnina non mi abbandonare
Voglio una donna "donna"
Donna "donna"
Donna con la gonna
Gonna gonna
Voglio una donna "donna"
Donna "donna"
Donna con la gonna
Gonna gonna
Prendila te la signorina Rambo
Che s'innamori di te 'sta specie di canguro
Che fa l'amore a tempo
Che fa la corsa all'oro
Veloce come il lampo
Tenera come un muro
Padrona del futuro
Prendila te quella che fa il "Leasing"
Che s'innamori di te la Capitana Nemo
Quella che va al "Briefing"
Perché lei è del ramo
E viene via dal "Meeting"
Stronza come un uomo
Sola come un uomo

Postilla:

pubblico su richiesta, sul tema femminismo, la scansione di un editoriale della scrittrice Paola Mastrocola dall'edizione del 3 dicembre 2023 de La Stampa. 



Commenti

  1. La donna è una splendida creatura.
    Dipende dall'uomo aiutarla a inondarci con la sua naturale femminilità.
    Non c'è sessismo in Vecchioni, ma un'evidente incapacità a spingere la donna
    a liberarsi dalla sua corazza difensiva. Sì, la donna teme di essere fraintesa
    quando fa esplodere la sua femminilità.

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    1. Hai ragione Gus. Manca l'equilibrio. Non c'è guerra tra uomo e donna. Ci sono rapporti che devono essere all'insegno dell'equilibrio e del rispetto.

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    2. Per cantatrice calva intende la commedia di Ionesco, non Sinead O’Connor.

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    3. Grazie mille per la precisazione! Ma sai per caso il significato di questo riferimento?

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  2. Siamo all'assurdo Ricky,nel senso che ci stiamo sempre più auto condannando ad una forma di prigionia dove tutto viene rapportato al nostro mal di vivere.Interpretiamo ogni forma di arte dei più celebri cantautori ,scrittori ,poeti esattamente a mo' del disagio di "divisione sociale - culturale"in cui siamo precipitati .

    Questo,perdonami, mi porta anche a quanto
    avvenuto con uomini di Chiesa come S.Paolo accusato di misoginia.Certo ,condivido pienamente con te ,sarebbe pure auspicabile "contestualizzare "uno scritto ,un testo in maniera non superficiale .Scoprendo che potrebbe allargare la veduta, soprattutto rientrando in connessione con noi stessi ,con la capacità individuale di cui tutti incuranti disponiamo,formulare pensieri e riflessioni in modo autonomo senza condizionamenti ideologici tanto in voga,che distruggono la bussola della retta via.

    Ti ringrazio per questi post,mi rasserenano per quanto possano rappresentare un naturale senso di tristezza:)

    L.

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    1. Cara L., questo post mi è stato ispirato da una pagina web che ho letto e che disintegra questa canzone e il cantautore, a cui io sono affezionato particolarmente per un disco.
      Sì, come ho scritto qualche verso è invecchiato male, ci può stare che nel 2023 ci sia una sensibilità diversa dal 1993. Ma non ci sta che ogni singola parola e ogni singola frase venga "strumentalizzata". Anche perché il finale della canzone è chiaro.
      Viene "condannato" il maschio. Viene condannata la società..e qui mi ricollego al precedente post su Ottocento di de Andrè.
      Tornando al discorso della strumentalizzazione: non ci sta ma purtroppo in quest'epoca è così: o bianco, o nero.
      Io continuo ad apprezzare tutte le sfumature di grigio. O meglio, tutti i colori dell'arcobaleno.

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    2. Ciao Susanna, grazie per la tua testimonianza.
      Quando parli di Italia governata da mafia, corruzione, clientelismo, massoneria, con me sfondi una porta aperta.
      Nessuno mette in dubbio il maschilismo del sistema economico lavorativo, quello di ieri e di oggi, è una tematica su cui è giusto pensare a tutti i possibili rimedi.
      Però il fatto che la canzone sia stata premiata, rappresenta proprio quello che ho scritto nel testo, cioè che a quei tempi c'era una mentalità diversa, che NON era una mentalità giusta.
      Giustissimo e lo comprendo - anche se non lo posso condividere e non mi sento in colpa di questo - il tuo risentimento su Vecchioni, però se Vecchioni viene chiamato in tv ha il diritto di esporsi e di opinionare. E tu sei libera di criticarlo, anche in forma pubblica con i social, o di spegnere la tv

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    3. Precisazione

      Quando dico "che ho scritto nel testo" , mi riferisco al post.

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  3. Io vado controcorrente, avendo ormai 70 anni e 35 anni di lavoro sulle spalle. Avrei tanto voluto trovare un marito che mi avesse mantenuto a casa. A fare i lavori di casa... Chissà se qualcuno pensa che nella famosa emancipazione femminile sono compresi duevlavori: uno fuori casa, e uno a casa. Io non ci vedo tanta libertà, visto che l'ho vissuto sulla mia pelle. Ciao un abbraccio
    PS spero di non scatenare subbuglio con questo mio commento

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    1. Ciao, ben ritrovata e, assolutamente, nessun subbuglio: contributi alla discussione, ma anche un commento, sono sempre graditi. Quello che hai scritto è uno dei concetti che ha scritto Paola Mastrocola in un editoriale letto qualche giorno fa e che ho apprezzato molto: una donna dovrebbe esser sempre libera di scegliere, anche magari di dedicarsi solamente alla cura della propria famiglia e del proprio ambiente domestico, cosa che invece spesso scatena la rabbia delle femministe.

      In quest'epoca storica - con prezzi alle stelle - è magari molto difficile, ma non è detto. Io penso che qualsiasi individuo, uomo e donna che sia, debba fare le scelte migliori per vivere al meglio quest'unica vita, ovviamente - senza scomodare l'abusata citazione del detto volteriano - rispettando leggi e le regole della buona convivenza :).

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    2. Mi indichi dove trovo l'articolo della Mastrocola. Grazie 👋 ben ritrovato anche a te. ❤️

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    3. Clicca con il tasto destro sul mouse e clicca su apri link in altra scheda per leggerlo!

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    4. Grazie, gentilissimo. Ho fatto la "foto", ingrandisco e leggo. Abbraccio siempre ❤️❤️❤️👋

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  4. E' tutto sotto accusa, ormai. La piega che si sta prendendo non mi piace per niente.

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    1. Neanche a me, a dirla tutta. Anche se effettivamente dopo questa "fase" forse le cose diventeranno più naturali e non ci sarà più la necessità di "revisionare" ciò che fa parte della nostra cultura, popolare o meno che sia.

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  5. Risposte
    1. Hi! Don't worry, I saw your blog :)

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    2. Riky :)and how long you speak English?

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    3. ahahaha :D, scusami ma mi stava scrivendo mille commenti su ogni post. Che poi il blog l'ho visto, carino, ma preferisco leggere in italiano. Colgo meglio le sfumature :)

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    4. Si scherzava Riky:)capisco benissimo ,grazie come sempre
      L.

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  6. Per me è invecchiata benissimo e funziona meglio oggi che 30 anni fa.
    Li mortacci vostra (alle donne moderne)! E te lo dico io che se fossi genitore farei volentieri il mammo, mandando lei a lavoro.

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    1. ahahah oddio oggi verrebbe messa al rogo (come è successo in un sito in cui ho letto un commento di stroncatura). Per me è un pezzo assolutamente da ricordare degli anni '90

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  7. Purtroppo ho scoperto Vecchioni in quegli anni, attraverso le sue canzoni più "commerciali", perché quelle c'erano nei juke-box del chiosco al parco o ai lidi... E devo dire che questa canzone non piaceva alle ragazze della mia comitiva, perché in quelle situazioni non analizzi il testo ma lo ascolti superficialmente.
    Oggi mi sembra una canzone provocatoria, alla Rino Gaetano...

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    1. Ciao Gas, certamente: era una canzone provocatoria, infatti in genere non si arriva all'ultimo verso "Stronza come un uomo e sola come un uomo".
      Mi sembra una chiara autocritica

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  8. Ciao Riky, io a 38 anni nelle due strofe finali della canzone ci vedo sì, come dici tu, quella critica all’uomo stesso. Però resta critica e non condanna. La dolce autocritica di qualcuno che “studia troppo” “sogna troppo” “ama troppo”, un’atmosfera romantica al maschile che si ritrova nei film dell’epoca: il combattuto protagonista maschile che tradisce la moglie per sogni di gloria o le dà uno schiaffo per colpa di un temperamento impulsivo e passionale che è più forte di lui e non può controllare. Un’autocelebrazione dei propri difetti in chiave critica per dare, da una parte una rimessa in riga al giovanotto interiore e dall’altra quello zuccherino finale alla donna che ascolta e si sente dire che leggere Freud non la farà mai trovare attraente.
    Un caro saluto,
    Francesca

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    1. Sì, è giusto che sia critica e non condanna: anche perché il cantautore e il poeta (nel caso di Vecchioni i soggetti "coincidono") non possono certo essere dei giudici. Condivido non solo quello che dici, ma anche come lo dici. Sì, è vero: mi piace l'idea di dare lo zuccherino, quando si dà un cucchiaio di qualcosa di amaro.
      Grazie per il bel commento :)

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    2. Si, davvero un commento perspicace. Probabilmente, la giovane Francesca ha colto lo spirito del tempo attraverso la sua espressione holliwoodiana che è, appunto, una autocelebrazione di cumuli di difetti e, al contempo, una autocritica feroce (stronza come un uomo sola come un uomo). Però, chi ha vissuto quei tempi sa che la vera essenza di questa canzone è l'aspetto profetico. Il professore sente che i tempi stanno cambiando e, a causa della crisi del maschio, le donne occuperanno spazi di potere dei maschi e si comporteranno esattamente come loro perché la tracotanza e la malvagità non sono appannaggio di un genere, ma della specie umana con buona pace di tutte quelle che si illudevano che l'avvento al potere delle donne avrebbe portato chissà quali novità.

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    3. Non avevo preso in considerazione "l'effetto profetico". In effetti è il potere che corrompe. Come disse il buon De André: "Non esistono poteri buoni"

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