Il pescatore di De André non è un inno all'omertà. Spiegazione e analisi del brano



"Il pescatore" di Fabrizio De André è un brano che ha accompagnato la mia vita. È stato uno dei primi capolavori dell'artista genovese che ho avuto il piacere di conoscere e ascoltare. Lo cantammo a scuola, ai tempi delle Elementari, grazie alla nostra insegnante di musica. La scelta di cantare "Il pescatore" fece storcere il naso a qualche maestra (non a mia madre, ovviamente e fortunatamente) purtroppo ben poco attenta. 

Definire "Il pescatore" una canzone che inneggi all'omertà o irriguardosa verso le forze dell'ordine significa non aver capito nulla del testo. Urge anche un ripasso della filosofia "De andreiana". Nel mio piccolo, posso essere d'aiuto con i miei post QUI e QUI.

Le accuse di spingere all'omertà nascono dal fatto che "Il pescatore" del brano, una volta raggiunto dall'assassino, gli offra ristoro (il pane) e che all'arrivo dei gendarmi dorma (o finga di dormire), senza dare indicazioni sulla sua fuga, in sostanza facilitandola. 

In realtà questa canzone è una bellissima e poetica parabola sulla differenza tra la giustizia umana e quella divina.

La giustizia umana arresta chi compie un reato, lo processa e gli affida una pena da scontare, per poi tornare nella società, una volta pagato il suo debito con essa. La giustizia umana è fallibile, essendo gestita dall'uomo, creatura di natura imperfetta. 

La giustizia divina è diversa, si basa infatti sul perdono. Ma non solo.

Chi è infatti l'assassino? È facile banalizzarlo con la figura del classico serial killer. L'assassino può essere ad esempio il Miché della ballata omonima, un giovane che aveva ucciso chi (il potente di turno) voleva portargli via la sua amata donna. Infatti l'assassino ha "due occhi enormi di paura".  Assocereste a uno spietato omicida la paura? Certo che no. 

È chiaro che l'assassino de "Il pescatore" sia un ultimo, un emarginato, magari un perseguitato che ha ucciso il suo persecutore. 

Ad ogni modo "il pescatore" offre il pane all'assassino e lo lascia andare, perché la giustizia divina non interferisce su quella umana. Non è un voler essere omertoso, ma un non poter intervenire su una giustizia umana che può anche essere ingiusta. 

È evidente che "il pescatore" sia una metafora divina, che dietro quel vecchio "con un solco lungo il viso" vi sia Gesù Cristo. Citando un celebre aforisma di De Andrè, il più grande rivoluzionario della storia per l'undicesimo comandamento, espressione compiuta dell'amore: "Ama il tuo prossimo come te stesso". 

Più nel dettaglio, "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Escludo infine che l'assassino abbia ucciso il pescatore, concordando con quanto scritto da Walter Pistarini, straordinario esegeta dei testi di Fabrizio De Andrè: quest'ultimo sta semplicemente dormendo o fingendo di dormire. 

In conclusione, vi posto questa bellissima cover de "Il pescatore" dei Notturni. Il cantante Andrea Filippi è un interprete straordinario. Persone come lui fanno davvero rivivere il nostro Faber e lo rendono eterno. Grazie Andrea!




All'ombra dell'ultimo sole

S'era assopito un pescatore

E aveva un solco lungo il viso

Come una specie di sorriso

Venne alla spiaggia un assassino

Due occhi grandi da bambino

Due occhi enormi di paura

Eran gli specchi di un'avventura

E chiese al vecchio dammi il pane

Ho poco tempo e troppa fame

E chiese al vecchio dammi il vino

Ho sete e sono un assassino

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno

Non si guardò neppure intorno

Ma versò il vino e spezzò il pane

Per chi diceva ho sete e ho fame

E fu il calore di un momento

Poi via di nuovo verso il vento

Davanti agli occhi ancora il sole

Dietro alle spalle un pescatore

Dietro alle spalle un pescatore

E la memoria è già dolore

È già il rimpianto d'un aprile

Giocato all'ombra di un cortile

Vennero in sella due gendarmi

Vennero in sella con le armi

Chiesero al vecchio se lì vicino

Fosse passato un assassino

Ma all'ombra dell'ultimo sole

S'era assopito il pescatore

E aveva un solco lungo il viso

Come una specie di sorriso

E aveva un solco lungo il viso

Come una specie di sorriso


Commenti

  1. E' una canzone meravigliosa che ha accompagnato la vita di molti di noi, me compresa.
    La tua analisi è semplicemente impeccabile, tu riesci ad andare al cuore dei testi. Mi sorprendi tutte le volte. Un abbraccio.

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    1. Avevo scritto analogo post nel mio primo blog. Era giunto il momento di riscriverlo meglio :) grazie per aver apprezzato :)

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  2. Sono completamente d'accordo con Dama,questa tua analisi è semplicemente impeccabile ...mi viene solo da dirti Grazie!


    L.

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    1. Grazie cara..hai visto? L'imperfetto può tornare presente...non potevo non ripartire dal grande Faber e da un pezzo su uno dei suoi capisaldi filosofici :)

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  3. Concordo in pieno con l'analisi "evangelica" del testo e ti dirò che dopo gli arrangiamenti PFM ho amato ancor di più tante sue canzoni, rinate a nuova vita..

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    1. Ci sono canzoni che anche io preferisco nella versione Pfm. Il Pescatore è una di queste. Invece Andrea e Il Testamento di Tito sono bellissime in entrambe le versioni!

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  4. Ma De Andrè non ne ha mai spiegato il significato?

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    1. Beh, in linea di massima è chiaro. Dalla, De Andrè e Rino Gaetano difficilmente svelavano le carte. Spesso erano criptici anche nelle spiegazioni durante le interviste :)

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