Notti magiche: il declino del cinema italiano '80-'90 raccontato da Paolo Virzì


"Notti magiche", diretto da Paolo Virzì (2018), è un film ambientato trent'anni fa, tra l'8 giugno e il 3 luglio 1990. Il titolo è un riferimento al Mondiale di calcio di Italia '90; la mitica canzone di Moroder, interpretata nella versione italiana da Edoardo Bennato e Gianna Nannini, suona nei titoli di inizio film, facendo da cornice al recupero dell'automobile di Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini), produttore indebitato trovato senza vita all'interno dell'automobile, ma senza sintomi da annegamento. A far luce sulla morte dell'uomo sarà il Capitano dei Carabinieri interpretato da Paolo Sassanelli, che metterà sotto torchio tre giovani sceneggiatori; i finalisti del premio Solinas, che sembrano gli ultimi ad aver visto Saponaro, assieme alla sua compagna, l'aspirante attrice Giusy (Marina Rocco): il vincitore Antonino Scordia (Mauro Lamantia), siciliano; la seconda classificata Eugenia Malaspina (Irene Vetere), romana di famiglia tra le più ricche e potenti della città; il terzo classificato, il toscano Luciano Ambrogi (Giovanni Toscano).

I tre protagonisti: Luciano, Antonino ed Eugenia

Il mondiale di calcio è solo una suggestione, richiamata dalle partite trasmesse dalla televisione (si notano momenti di Camerun-Argentina, Italia-Austria, Olanda-Inghilterra, Brasile-Argentina, Inghilterra-Camerun e Argentina-Italia): il tema del film è infatti la crisi del cinema italiano di metà anni '80. Abbiamo un produttore in rovina, giovani autori sfruttati e prigionieri di una gavetta nell'attesa di un rinnovamento che tarda ad arrivare (talvolta vittime di truffe economiche), vecchie glorie in declino. La verità però, colta dall'arguto Luciano, a mio parere il personaggio più interessante dell'opera, è che il cinema italiano è in declino perché, dal punto di vista commerciale, è tramontata la grande epoca del cinema di genere, ben rappresentato dai poliziotteschi e dalla commedia sexy all'italiana citati all'interno della pellicola. Film commerciali che garantivano incassi; ma con il boom della televisione di metà anni '80 e l'affermarsi di modelli della cultura pop e della cinematografia americana, il cinema italiano commerciale fu travolto e questo segnò la crisi di tutto il movimento cinematografico tricolore, che non poteva sopravvivere con gli introiti delle pellicole d'autore. Così Saponaro è in bancarotta, nonostante un film Palma d'Argento a Cannes; perché alla fine i soldi, la casa di produzione, li aveva incassati da "La Foca Bernarda" e da "La maestra ci sta con il bidello". "Stronzate che hanno distrutto la reputazione del cinema italiano", osserva amaramente Luciano. D'altro canto l'opera del giovane sceneggiatore, terza classificata al premio Solinas, viene riscritta, ringiovanendo l'operaio suicida protagonista di essa; questo per inserire nel cast un attore belloccio (Giulio Berruti), idolo delle ragazzine. Sempre Luciano individua un altro elemento di questa crisi: gli autori non riescono più a focalizzare la loro attenzione sulla società italiana (tra gli anni '70 e gli anni '80 c'è il tramonto della commedia italiana), a cogliere gli aspetti della vita quotidiana. Parlano di Marrakech (un riferimento a Salvatores?) e non della vita nelle abitazioni della campagna toscana, "dove ci sono pezzi di letteratura e cinema", dove si nascondono storie interessanti.

Giancarlo Giannini

CONFLITTO TRA GIOVANI E "VECCHI". Inevitabilmente si crea un confronto tra giovani e "vecchi", ma Virzì non salva nessuno. Luciano è il più lesto nel capire i meccanismi del sistema e questo gli permette di non esserne travolto; accetta i compromessi, ma quando è il momento colpisce senza giri di parole. E' però un padre inaffidabile: ha totalmente abbandonato figlio e compagna, Katia, che lo raggiunge a Roma, nella speranza di ravvivare il rapporto. Antonino è "l'intellettuale" del gruppo dei tre giovani sceneggiatori, ma piuttosto pedante nei suoi atteggiamenti e anche facilmente manovrabile. Eugenia, che ha un debole per un noto attore francese, si sente un corpo estraneo all'interno della società e trova nelle droghe le proprie certezze. Non ne esce complessivamente un ritratto edificante. Ma anche i "vecchi" non si salvano. Giannini interpreta magistralmente Saponaro, con quella sua recitazione così teatrale che rende il personaggio particolarmente irritante; lo Zappellini di Roberto Herlitzka è spietato censore dei costumi altrui, ma lui stesso è corresponsabile di questo degrado morale. Degno di nota infine il regista Fosco, a cui dà voce e volto un sorprendente Andrea Roncato, da giovane è  stato attore dalla comicità grossolana (Ci do che ci do che ci do), ora è attore particolarmente credibile nelle parti che gli sono assegnate (basti pensare al breve, ma intenso cameo ne "Il signor diavolo" di Avati).

Andrea Roncato in cattedra

Fosco è il regista disilluso che si "barrica" dietro comportamenti bizzarri per isolarsi da un mondo in cui non si riconosce, amareggiato per l'impossibilità di raccontare storie forti e di riflessione.  D'altra parte il suo progetto più ambizioso, il film sullo scandalo Lockheed, gli è costato l'inserimento nelle liste di proscrizione della Rai. Perché sullo sfondo c'è sempre la politica (Craxi, oltre al mondano De Michelis) che in silenzio le tira le fila.

Commenti

  1. Forse è un film autobiografico di Virzì. A me non incanta. Narrazione costruita da personaggi che sembrano figurine.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è molto, secondo me, di autobiografico (non a caso il personaggio che spicca di più è il toscano). Ma c'è anche una buona dose di autocritica.

      Elimina
  2. Questo me lo ricordo. Sinceramente, a furia di leggere le tue ultime recensioni, mi sta tornando voglia di ributtarmi nei vecchi film ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è recente, 2018. Ma i film cult sono quelli degli anni '70 :D.Quando avrai voglia, fammi un cenno che ti suggerisco qualche titolo :P

      Elimina
  3. Anche questo è uno dei film italiani che ho in lista. Ovviamente perché mi aveva subito affascinato il periodo particolare dell'ambientazione, ma da quello che ho letto nel tuo post mi sembra particolarmente interessante al di là dello sfondo che lo accompagna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ho spoilerato un po' troppo allora :). Ma ne vale la pena comunque. Ci sono tante cose da scoprire, anche a livello di trama.

      Elimina
  4. Giancarlo Giannini ha sempre un grande carisma. Una di quelle facce cinematografiche che davvero non si possono dimenticare. E poi la voce, unica.
    Il film non l'ho visto, seppur così recente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente, una voce e una mimica davvero da grande attore. Io l'avevo visto recentemente in un vecchio film, il bestione, giganteggiava!

      Elimina
  5. Questo lo recupero immediatamente (o su Tim Vision o su RaiPlay). Ma sai che proprio NON sapevo potesse essere di questo genere, fino a che non me ne hai parlato?
    Addirittura i dettagli che citi qui, ora... non immaginavo una trama così: sarà che è stato venduto, o da me percepito?, come tipo "Notte prima degli esami"^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Notte prima degli esami per me è un film veramente sgangherato..una commediola simpatica, nulla più..

      Elimina
  6. Non l'ho visto e non mi incuriosisce affatto.
    Berruti nemmeno mi piace, sai?
    Invece "Notte prima degli esami" l'ho visto più volte e lo guarderei ancora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Berruti fa una parte piccola, ma incisiva!
      Notte prima degli esami quello ambientato nel passato lo ricordo come un film carino..quello ambientato nel 2006 è terribile, secondo me :D

      Elimina
  7. Non un film memorabile, ma sicuramente da guardare.
    Sereno giorno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non entra nella storia del cinema, però secondo me è molto significativo!
      Ciao Cav

      Elimina
  8. L'abbiamo visto al cinema e non ci è dispiaicuto affatto, anzi. Racconta, con il suo solito stile un pezzo d'Italia. Paradossalmente Virzì è l'erede della grande tradizione della commedia all'italiana, nel bene e nel male. Da vedere per chi l'ha perso, hai fatto bene a parlarne.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti in futuro voglio recuperare il cinema di Virzi..ho visto poco della sua produzione cinematografica..

      Elimina
    2. io amavo tantissimo il Virzì prima maniera, quando raccontava "favole contemporanee".
      Mi spiego meglio: i protagonisti dei primi film (in ordine sparso: Ovosodo, Tutta la vita davanti, Caterina va in città) erano delle "anime candide", quasi personaggi presi presi di peso da una fiaba, a cui capitava la qualsiasi, ma non avevano gli strumenti per decriptare quello che è il mondo vero (cosa che invece riesce ovviamente allo spettatore). Persino nelle scelte peggiori, rimanevano eroi positivi perché fatte senza cattiveria.
      Questo era il Virzì che amavo, dato che la sua satira nasceva dall'idiosincrasia tra il protagonista candido e il mondo cattivo

      A partire da "La prima cosa bella" invece il regista livornese ha cambiato stile e non riesco più ad apprezzarlo a pieno... e questo film mi sembra in pieno facente parte di questa seconda "epoca"

      Elimina
    3. Andrea, non posso essere molto d'aiuto perché il cinema di Virzì lo conosco poco (però Tutta la vita davanti l'ho visto). Però è già nel mio elenco di recupero, visto che dagli anni '70 voglio risalire fino ai tempi odierni.
      Ti posso dire che in questo film c'è un po' della prima e della seconda epoca: Antonino è un personaggio candido, invece Luciano ha più lati grigi in partenza.

      Elimina
    4. be', se hai presente "Tutta la vita davanti" hai presente un bel pezzo del Virzì prima maniera: protagonista sognatrice, catapultata in un mondo che non è il suo, più che soggetto degli eventi del film la definirei "complemento d'agente" (ahr ahr, che battutona scolastica!).
      Gli altri due che ho citato sono sulla stessa falsariga, forse un pelo più riusciti (dopotutto il personaggio della Regonese si scopa uno per vendetta, cosa che in passato altri personaggi di Virzì non avrebbero mai fatto, in quanto intrinsecamente privi di malizia)

      Elimina
    5. Tutta la vita davanti lo vidi tantissimo tempo fa...mi piacque abbastanza, dovrei rinfrescami bene la memoria :D

      Elimina

Posta un commento