La Grande bellezza è un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. Ha vinto l’Oscar nel 2014 come Miglior film straniero. Il protagonista è Jep Gambardella (Toni Servillo), noto giornalista, scrittore e appassionato di Teatro che trascorre gran parte del suo tempo negli ambienti più popolari e frivoli di Roma. Jep non è uno qualunque. Ha sempre vissuto da protagonista. Il tempo però è implacabile. Macina tutto e tutti senza risparmiare nessuno. Nonostante sia acclamato nelle feste dell’élite romana quasi fosse un ‘Re’, Jep trascorre la sua quotidianità celando l’insofferenza verso quegli ambienti che trova vuoti e viziosi e che offuscano la sua personale e incessante ricerca della bellezza.
Il “bello” inteso come Arte, come sentimento, come cultura. Il “bello” come valore da tutelare e tramandare ai posteri. La “bellezza” in Roma è evidente ma “appannata”. La Roma di adesso stride troppo con quella che fu e questo contrasto mai compiutamente consapevolizzato rende Jep sempre più confuso, nervoso e insicuro. In Jep la bellezza vive come “respiro”, come amore per la vita e per ciò che la vita ci ha donato, come “area” dove meglio sostare per godersi il grande spettacolo offerto dalla quotidianità e dalla “conoscenza”. Tutto questo non è facile. Jep si trova spesso risucchiato dalle scene di questo viaggio a ritroso che lo porta spesso a configgere con se stesso; non riesce ad accettare il forte stridere di quel passato con la realtà attuale. Profondamente scosso e turbato dall'incontro col marito di Elisa, donna per lui indimenticabile dalla quale ha dovuto giocoforza distaccarsi, Jep fa un doloroso bilancio della sua vita e cerca di capire perché mai non gli riesca più di scrivere niente. Incontra un’altra persona, la spogliarellista Ramona (Sabrina Ferilli), di bassa estrazione sociale ma dal cuore puro, con cui comincia una relazione diversa dalle altre, forse nella direzione di qualcosa di finalmente vero, spontaneo e autentico. Ramona, però, è gravemente malata; alla sua morte, Jep ricade nella propria crisi, chiedendosi se esista ancora un appiglio cui aggrapparsi per riprendere a vivere la vita come era solito fare nella Roma che ha sempre amato e della quale ha tanta nostalgia. Ma più interiorizza il suo esistere passato, più ha difficoltà ad accettare il presente, le feste frivole e la mondanità che lo turbano.
IL CONTINUO AVVITARSI SU SE STESSI Jep teme che continuare a cercare la “grande bellezza” possa rivelarsi esercizio inutile. Più si impegna nella ricerca di una verità che diventa ogni giorno più scottante, lontana e farraginosa, più è costretto a fare i conti con il vuoto rappresentato dalla realtà che adesso vive e che non riesce ad accettare. La quotidianità gli appare come una recita intrisa di personaggi finti, fragili e in cerca d’autore. L’ipocrisia, la mancanza di valori, la vanità, la futilità dei rapporti umani divorati dall’egoismo e dalla lussuria sono per lui pesi oltremodo difficili da sopportare. Non accetta le “rughe” di Roma mortificata dall’incuria, dalla negligenza e dalla trascuratezza. Come ogni anziano che più si guarda allo specchio meno si accetta, Jap pensa e ripensa a quel passato e a quella Roma che ha tanto amato e della quale non c’è più traccia. Jep inizia a vacillare sotto i colpi di un conflitto interiore che lo devasta. Specie quando il marito di Elisa, la donna scomparsa, che lui ha amato, vinto dalla perdita di lei, si reca a casa di Jep per condividere assieme a lui le informazioni ricavate dal diario della donna. Un diario toccante pieno zeppo di sentimenti per Jep. A fare da cornice ai movimenti d’animo di Jep, in bilico tra la disperazione per la improvvisa insensatezza della vita e la voglia di rimanere ancorato alla stessa, ci sono i suoi amici, interpreti semiseri di un teatro vivente fatto di menzogne, ipocrisie e vanità. Jep vorrebbe donare un senso alla sua esistenza senza accantonare il suo passato. Vorrebbe dare buoni contenuti al suo secondo libro ma per farlo avrebbe bisogno di immergersi totalmente nell’atmosfera di una Capitale che non riconosce più, nel degrado della stessa e nella quotidianità di incontri casuali e sfuggenti che così tanto lo turbano.
IL TEMPO CORRODE CITTA', STORIE E PERSONE Jep vive Roma guardando e analizzando se stesso, gli amici, i conoscenti e gli estranei in una realtà indigesta e densa di ipocrisia. Frequenta gente insoddisfatta e nevrotica mossa dall’unico fine di mantenere intatto il proprio “abito” mentale fatto di vizi e opportunismi. Osserva impotente ogni giorno il degrado della sua città, degli usi e dei costumi che un tempo fecero di Roma una delle città più belle e ambite al mondo senza poter fare nulla per riportarla ai fasti di un tempo. Vive la sua realtà con gli occhi nostalgici e tristi di un uomo che non riesce ad accettare il progressivo invecchiamento del suo corpo e della sua Roma. Sa che ciò che è stato e rimpiange è soltanto il passato e che quella gente e quella “romanità” sono ormai macerie consegnate alla storia, ma ha difficoltà ad arrendersi all’evidenza. Jep col tempo comprende che la “caccia” alla “grande bellezza” altro non è se non una lotta impari contro la nostalgia e contro quei tempi che furono; quella Roma che oggi appare solo utopia, ricordo, storia, non ha alcun collegamento con la
IL TEMPO CORRODE CITTA', STORIE E PERSONE Jep vive Roma guardando e analizzando se stesso, gli amici, i conoscenti e gli estranei in una realtà indigesta e densa di ipocrisia. Frequenta gente insoddisfatta e nevrotica mossa dall’unico fine di mantenere intatto il proprio “abito” mentale fatto di vizi e opportunismi. Osserva impotente ogni giorno il degrado della sua città, degli usi e dei costumi che un tempo fecero di Roma una delle città più belle e ambite al mondo senza poter fare nulla per riportarla ai fasti di un tempo. Vive la sua realtà con gli occhi nostalgici e tristi di un uomo che non riesce ad accettare il progressivo invecchiamento del suo corpo e della sua Roma. Sa che ciò che è stato e rimpiange è soltanto il passato e che quella gente e quella “romanità” sono ormai macerie consegnate alla storia, ma ha difficoltà ad arrendersi all’evidenza. Jep col tempo comprende che la “caccia” alla “grande bellezza” altro non è se non una lotta impari contro la nostalgia e contro quei tempi che furono; quella Roma che oggi appare solo utopia, ricordo, storia, non ha alcun collegamento con la
Roma attuale. Il contrasto tra ciò che è stato e adesso non è più non è altro che la “droga” mentale di chi non riesce a calarsi nella propria contemporaneità.
LE MACERIE DEGLI ANNI CHE FURONO Il passato non può assurgere a presente e neppure a futuro. Le “rughe” e il deterioramento degli usi, dei costumi e degli assetti urbani vanno accettati perché rappresentano gradini importanti di quella magnifica scala che è la vita e che ognuno di noi deve salire. L’inesorabile trascorrere del tempo corrode tutto. Jep prova dolore ad ammetterlo ma si rende conto che continuare ad inseguire una realtà che non esiste potrebbe essergli fatale. Lui deve vivere nel suo tempo e con la sua gente; deve scrivere, amare, coltivare se stesso. La “grande bellezza” della Roma che fu sosta adesso tra i bracieri della Roma che è. Il tempo trascorso non deve influenzarci ma solo condurci mano nella mano verso i nuovi lidi che ci attendono e che saranno sempre diversi via via che il tempo avanza. Il ricordo di quei momenti e di quella città che lo videro protagonista cozza con l’usura implacabile del tempo che lo attanaglia e con le inevitabili trasformazioni sociologiche e culturali a cui tutti, uomini e cose, veniamo assoggettati. Bisogna accettare il presente, fare tesoro del tempo trascorso per meglio vivere il nostro tempo. La memoria storica assurge a valore da coltivare a da tramandare alle future generazioni affinchè trovino in essa ristoro, tradizioni, nuovi slanci e cultura. Il passato non va cancellato perché rimane parte basilare di ognuno noi ma non per questo deve diventare la nostra zavorra. In Jep resta salda l’amicizia con Romano (Carlo Verdone), scrittore teatrale deluso anch’egli dall’ingannevole e mutata atmosfera della città eterna. Legato a Jep dal comune senso di intendere la vita, Romano si aggrappa a lui per dare una migliore impostazione alla sua esistenza. La ricerca dell’essenza primordiale e pura, resuscitata dall’onirica presenza-assenza di Elisa, condurrà Jep a considerare sotto altri auspici la realtà che lo circonda e ad interiorizzarla poco per volta. La “grande bellezza” in Jep si manifesterà come amore per la sua città mai avulso dai bei ricordi e da tutto ciò che Roma gli ha dato; concetti che lui conserverà per sempre tra i variegati “cassetti” della sua anima.
COSA TRASMETTE IL FILM La grande bellezza vive delle stesse contraddizioni e nostalgie che racconta, di eccessi barocchi portati all’estremo e intimità a tratti commoventi; momenti “tipici” di un surrealismo concreto come puro e cristallino può essere solo il godimento estetico per ciò che ci circonda e amiamo. In quegli ambienti talvolta surreali si passa quasi in “surplace” da una crepuscolarità costante, impervia e ininterrotta ad una “luce” del giorno avvolgente e fatta di momenti di straordinaria lucidità. La pellicola ottenne un successo straordinario. Al “David di Donatello” del 2014, il film conquistò ben 9 statuette. Barocca, sontuosa, decadente, corrotta, irrecuperabile, la Roma narrata da Paolo Sorrentino affonda le radici nella genialità di Fellini contagiata da un’area “cult” evanescente e fuorviante e da circhi e “girotondi” vuoti, effimeri e senza fine. Un tuffo nei rimpianti del passato. Una sfilata impertinente di personaggi poggiati sul nulla alla costante ricerca di se stessi.
Claudio D’Aleo
Dopo 40 minuti sono uscito dalla sala.
RispondiEliminaMi è capitato con un altro film: "L'Année dernière à Marienbad".
Chiaramente è un mio limite. Sono capolavori.
Fellini 8/12 l'ho visto tutto.
Io ho visto un film di Sorrentino. Ho fatto fatica ad arrivare alla fine. Ma adesso ho una attenzione diversa per il cinema italiano: arriverò anche alle opere di Sorrentino e guarderò pure "La grande bellezza".
EliminaYoung Pope, ad esempio, capolavoro assoluto... lontano anni luce da La Grande Bellezza
EliminaPerò Young Pope è una serie, quindi diciamo che è diverso dai film.
EliminaLo massacrai sul sito dove scrivo di cinema https://www.filmtv.it/film/52594/la-grande-bellezza/recensioni/698547/#rfr:none ne riporto al volo solo un estratto: "Servillo, feticcio ormai sorrentiniano, dandy dal napoletano strascicato, mi ha ricordato troppo spesso il Dudù montesaniano, uno che se la sguazza da una quarantina d'anni nella nullafacenza per poi scoprire che sarebbe tempo di mettere la testa a posto..."
RispondiEliminaL'ipocrisia e gli eccessi sono l'anima di un film che a forza di voler stupire con robe risapute, finisce per nauseare. Che poi ti parla uno che da Roma fuggirebbe domani mattina, potendo.. pensa un po'..
Io non ho visto questo film, ma mi viene in mente un pensiero: preferirei una Grande Bellezza fatta sullo stile delle commedie italiane degli anni '70, magari con un po' più di ritmo...
Elimina(ahah il Dudu' Montesaniano)
Un film che ho provato a vedere due volte, ma che mi ha annoiata al punto che non sono mai riuscita a superare la prima mezz'ora.
RispondiEliminaQuindi avrebbe potuto vincere anche diciotto oscar, ma per me rimarrà sempre nella lista dei no.
E' lo stesso discorso che facevamo sul mio blog in merito ai film del passato o a quelli considerati cult.
Devo guardarlo solo perché piace a molti? Non ci penso nemmeno. I doveri lasciamoli al mondo del lavoro. Il mio tempo libero vale molto di più di questo. ;)
Discorso legittimo (ognuno deve utilizzare il tempo libero nel modo che ritiene migliore), la domanda che mi pongo è: un cinema "alto" non può trovare il modo comunque di far breccia anche al di fuori della critica?
EliminaDiscorso legittimo (ognuno deve utilizzare il tempo libero nel modo che ritiene migliore), la domanda che mi pongo è: un cinema "alto" non può trovare il modo comunque di far breccia anche al di fuori della critica?
EliminaNel mio cuore no.
EliminaNel tuo, sicuramente. 😅
:D, dipende, da amante del cinema vintage..ieri che filmone che mi sono goduto, stamani ho scritto una bella recensione che sarà pubblicata tra un mesetto :D
Eliminamarilena.lore57@gmail.com
RispondiEliminaNon ho apprezzato il film, malgrado l’Oscar e non lo rivredei
E' un film che ha diviso la critica, anche qui, in questo piccolo posticino :)
EliminaL'ho visto quando uscì ma non riuscii ad apprezzarlo, mi annoiò terribilmente.
RispondiEliminaE' un film difficile, molto. A questo punto non mi rimane che vederlo. Devo dire che Claudio è stato veramente bravo nella sua recensione, nel cogliere ogni sfumatura.
EliminaIo l'ho visto tre volte e l'ho apprezzato. Ovviamente non è una di quelle pellicole da vedere 10 volte all'anno e a dirla tutta non è sicuramente un prodotto adatto a tutti. Non dico sia un capolavoro ma mi è piaciuto. Non lo reputo un'opera d'arte perché vedo troppe forzature che rimandano al cinema di Fellini. Inoltre, Sorrentino è uno che fa bei film con trame molto limpide: forse "La Grande Bellezza" divide proprio perché il regista ha creato qualcosa che di solito non si avvicina ai suoi canoni.
RispondiEliminaLa cosa che più mi ha colpito è il fatto che certi ruoli sono stati azzeccatissimi per alcuni attori le cui vite procedevano in maniera piuttosto simile: vedi la Ferilli e Verdone
Il cinema di Fellini...eh già, alla fine non si inventa mai nulla.
EliminaVerdone è stato molto bravo in questo film, ho letto diversi elogi. Ma il nostro cinema è davvero ricco di attori di eccellenza.
Sicuramente gli scorci di Roma hanno arricchito il film, sinceramente l'ho apprezzato.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Eh infatti oggi la cura per la fotografia, il montaggio...danno al cinema italiano una veste importante. Il problema sono i contenuti: non parlo della Grande Bellezza, parlo in generale, e non mi riferisco neppure ai cinepanettoni e simili.
EliminaPensavo che sarei stata l'unica a scrivere quello che ho letto nei commenti precedenti :-D L'ho visto diversi anni fa, non ricordo nemmeno quando.
RispondiEliminaNon l'ho saputo apprezzare per niente. Forse non ero abbastanza matura per questo genere di film, per questo tipo di messaggio. Ma credo che se provassi a rivederlo anche ora avrei ancora lo stesso limite.
Mi è capitato anche con Baaria, film che invece a molte persone che conosco è piaciuto da matti.
Eppure non sono una che non apprezza questo genere di "bellezza"...diciamo che magari non apprezzo la forma cinematografica :D
Prima o poi ci torno a Roma :-D
Esatto, secondo me eri troppo "acerba", idem io quando l'ho visto.
EliminaMa ho il sospetto che pure ora, riguardandolo, non lo inserirei tra i top...
Vedremo...
Come dici te, è anche questione di forma cinematografica, e di gusti.
Per me un capolavoro, proprio per le cose che sono scritte.
RispondiEliminaPersonaggi, storie e luoghi sfuggenti, quotidiani, avvitati su se stessi nella bellezza eterna.
Del protagonista mi piace il suo sguardo, si vede che è quello da scrittore, da come guarda la vita.
In una vita che gli ha tolto ogni slancio.
Per me uno dei capolavori italiani...
Moz-
Wow, mi ricordavo infatti che ti fosse piaciuto molto..
EliminaIeri ho visto "Il sorpasso" e quello mi è sembrato un capolavoro assoluto.
Dovrò vedere con attenzione "La grande Bellezza" e dare un giudizio più maturo.
Giudizio più maturo, nel senso che quando l'ho visto ero incapace di dare un giudizio sensato :D
EliminaIl sorpasso è un cult, concordo, un gran film. Non ho mai visto La grande bellezza, questo regista non mi chiama. Io però spero che un giorno tu guarderai Al di là dei sogni, come già ti ho accennato in altro post, perché sarei curiosa della recensione, ma soprattutto della tua disamina, delle riflessioni che ne trarrai.
EliminaPerdonatemi se vado sempre fuori tema, succede quando mi sento "a casa".
Un saluto a Claudio (magari sarebbe interessante una recensione a quattro mani). Ciao ragazzi!
Lory, se posso permettermi un consiglio: prova, con La grande bellezza... è davvero anche una cosa a sé rispetto al resto della produzione del regista :)
EliminaIl sorpasso, vabbè, CAPOLAVORO della commedia all'italiana che tanto commedia non è :)
Moz-
@Miki: senz'altro ci proverò, di questo regista ho visto "Il divo" e devo dire mi è piaciuto. Vorrei anche vedere "Le conseguenze dell'amore" di cui ho sentito parlare bene e anche Youth la giovinezza. Mi farò una maratona, non so perché, questo regista lo scantono un po' preferendo guardare altro. Ti ricordo Miki che anche tu devi recuperare il film russo di cui abbiamo parlato. Poi devo vedere M.Drive (non ricordo mai come si scrive). Insomma, o sto in rete, o guardo film...😁
EliminaLory, sono un po' impaurito in questo momento dai film che toccano il tema morte...
EliminaQuindi non posso prometterti ora di guardarlo :). Ma forse in futuro lo farò.
Spero ancora in quel futuro di averti qui, e non sei affatto fuori tema.
Comunque ti sconsiglio la maratona Sorrentino e ti consiglio la maratona Giannini :D (non Giancarlo, Riccardo: cioé i film italiani anni '70 che recensisco :D)
Sai che sono sempre sincera, no, ormai credo hai imparato a conoscermi. Se recensisci un film italiano, mi colpisce, lo passano in TV, lo guardo come è successo con Parenti serpenti, diversamente difficile che vada a cercarli, i film italiani li scantono, salvo eccezioni non mi colpiscono un granché, ripeto, ci sono eccezioni, chiaro, ma nella lista dei film del cuore un film italiano ce lo metto per campanilismo o per il tema trattato, vedi Nuovo cinema Paradiso, perché è un grande tributo al cinema. Lo so quello che mi dirai, ho seguito vari dibattiti sul tema, e la risposta che ho sentito più mia, non ricordo chi lo disse è questa: siamo portati ad apprezzare i film stranieri per la distanza, ovvero, conosciamo già talmente bene le problematiche di casa nostra che cerchiamo altro.
EliminaPerfetto! Io mi ci ritrovo, sono curiosa di natura e mi interessano la cultura, il modo di vivere e di pensare di altri Paesi, nazioni. La loro storia, spesso il cinema racconta fatti che non conosciamo ( "A taxi driver" di Jang Hoon), questa credo sia la motivazione principale.
Ciò non toglie che il cinema italiano un pochino lo conosco, ma non mi interessano tutti, assolutamente, cine panettoni e quant'altro esulano dai miei interessi. In passato ne vedevo di più: Alberto Sordi, Monica Vitti, i loro film ad esempio da ragazzina li seguivo, mia madre aveva un debole, oggi probabilmente sono cambiata io.
Quest'anno mi è saltato il Torino Film Festival, sono ormai tre anni che vado, è stato un enorme dispiacere per me, arrivano film da ogni parte del mondo, documentari, corti, è cinema indipendente, difficilmente li vedrai nelle sale, anche lì, quelli italiani, sono quelli che evito, purtroppo è così. Con i libri posso dire la stessa cosa.
"Al di là dei sogni" te l'avevo proposto per la canzone che parla di suicidio che hai postato, è un bellissimo film, intenso, quando ti piace qualcosa, così succede a me, vorresti che lo vedessero tutti, ma non ti preoccupare, davvero.
Bellissimo questo tuo commento Lory.
EliminaEcco, io invece più si va distante da casa, più mi disinteresso. In effetti è una posizione un po' di chiusura, ma "dall'interno" posso assicurare che è un solo reale interesse per la nostra cultura (in primis cinematografica). Ho molto da "recuperare" e sono felice di farlo. "Il sorpasso" è un film cult, ma l'ho visto solo pochi giorni fa.
Poi su 10 film, 8 sono dimenticabili e trascurabili, ma preferisco questo intrattenimento a un film di intrattenimento straniero :D
Ma tu fai bene, è giusto che ognuno segua quello che è più nelle sue corde.
EliminaIo non smetterò mai di parlare dei film che amo, perché è una passione e mi piace condividere.
Tu segui il tuo percorso, la vita è lunga...😃
Intanto vediamo venerdì se ti stuzzicherà il film che recensirà l'amico Bonigol :)
EliminaFilm di fortissimi contrasti e dai ritmi pretestuosamente lenti. L'introspezione dei personaggi e il messaggio "decadente" di fondo sarebbero anche belli ma risultano ridondanti e scopiazzati da "La Dolce Vita" (che a parer mio lo surclassa nell'esistenzialismo, qua sostituito alle mode e ai riflettori). Una di quelle sfilate "finali" (a tratti, forse, ipnotica) da circo, quando gli artisti salutano il pubblico ma sono solo una vuota presenza che non porta più con sé la propria arte. Un flash-mob vuoto d'intelletto ma intriso di triste e noiosa nostalgia.
RispondiEliminaCerto che è un film che ha diviso la critica anche qui sull'Abcb. Devo armarmi di pazienza e guardarlo..
EliminaSplendida analisi comunque! Non vedo l'ora di impacchettare una tua nuova recensione XD