L'Italia s'è rotta: il film on the road che mise a nudo i vizi dell'Italia anni '70

L'Italia si è rotta

"L'Italia s'è rotta", film "on the road" di Steno (Stefano Vanzina) del 1976, racconta il viaggio di due giovani siciliani, Antonio (interpretato da Mario Scarpetta) e Giuseppe (Teo Teocoli), che lasciano la fredda e inospitale Torino per tornare in Sicilia, loro terra natia. Li accompagnerà Domenica, una giovane veneta arrivata a sua volta a Torino nella speranza di sbarcare il lunario, ma costretta, assieme ai due uomini, conosciuti in circostanze rocambolesche, a vivere di espedienti; una Domenica a cui dà volto e voce (senza essere doppiata) un'affascinante Dalila Di Lazzaro, bellissima e sensuale, nell'ingenuità e nella spontaneità del suo personaggio, e nella freschezza dei suoi 23 anni.

La bellissima Dalila Di Lazzaro nei panni di Domenica

I tre protagonisti in viaggio



I tre protagonisti di "L'Italia s'è rotta sono persone che vivono ai margini della società, accampati alle meno peggio in un paio di grossi tubi in un cantiere abbandonato. Come detto, vivono di espedienti e di piccoli furti. Peppe, prima di conoscere Domenica e Antonio, era un meccanico in un'importante fabbrica di automobili (la Fiat?), ma è stato licenziato e poi sfrattato di casa da una megera che, vedendosi respingere le avances, esplode in un pesanti insulti razzisti verso i meridionali. I due siciliani ritengono così causa delle loro sventure il razzismo dell'italiano del nord, ma scopriranno, loro malgrado, che non è quello il problema. Il problema è l'Italia, un'Italia "rotta" (metafora è la statua dello zio di Domenica che la ragazza fa cadere e manda in pezzi), dominata dalla mafia e dal malaffare della politica. Una società non meritocratica e capitalistica che condanna gli "ultimi" a una vita di stenti. E la ridente Sicilia non è affatto la "terra promessa", ma un luogo in cui sopravvivono tradizioni tribali (d'altro canto lo stesso Antonio è possessivo nei confronti di Domenica). Il regista Steno fa dunque "tutti prigionieri", non si salva nessuno, nordisti e meridionali che siano, tra vecchiette che rapinano i minimarket e figli che non hanno padri pronti a raccomandarli e quindi si danno al crimine per cercare di vivere (il disastroso rapinatore interpretato da un Enrico Montesano sopra le righe, ancor prima di vestire oggi i panni del no-mask), ma soprattutto il dito è puntato sui potenti e sui ricchi. Esempi sono un cavaliere (Mario Carotenuto) che di nobile ha ben poco, vista la sua reazione nei confronti del figlio; e la spilorcia contessa (Franca Valeri), la cui grettezza è perfettamente rappresentata dalla scena in cui toglie ai tre protagonisti l'ultimo tozzo di pane.

L'alloggio dei protagonisti

La contessa interpretata da Franca Valeri

Domenica, Antonio e Peppe sono spesso vittime della loro ingenuità e della loro ignoranza; ma, tra mille difetti, certamente conservano un animo nobile (un esempio è la colletta a favore della sorella di Antonio). Steno realizza un film agrodolce, mettendo a nudo, in modo progressivo e inesorabile, i vizi della società italiana degli anni '70. C'è anche una bordata al finto perbenismo della stessa società, tramite il personaggio del censore interpretato da un sublime Dulio Del Prete, l'uomo che sequestra film e riviste porno, ma nel contempo prova piacere per le immagini che ha sotto gli occhi. Ed è misogino verso le donne, probabilmente perché ignorato dal gentil sesso. La stessa scena in cui i tre protagonisti fanno il bagno completamente nudi mostra il velo di ipocrisia della società italiana, perché è evidente che di sessuale, in quei giochi in riva al mare, non ci sia davvero nulla: eppure i tre vengono accusati "di orgia" da una pattuglia di Carabinieri ligia al dovere (magari meno ligia quando si tratta di contrastare la vera criminalità?). Non a caso questa scena è girata in campo lungo, diversamente da una primo "ciak" in campo medio, una parte del quale - il nudo di Dalila Di Lazzaro - è presente nel trailer, a prova della decisione finale del regista di non inserire una scena voyeuristica da cinema "boccaccesco" italiano degli anni '70.

Domenica alle prese con lo zio

Ancora le avances dell'uomo

Il censore

Il climax del film è rappresentato dal breve e intenso monologo del professore siciliano Oronzo (Orazio Orlando, il migliore del cast per netto distacco), che "arringa" la propria classe di bambini, invitandoli a cambiare l'Italia, in futuro, nel nome dell'onestà e della meritocrazia. Una speranza, quella del regista: un invito esplicito a tutti gli spettatori, ma un appello che sembra caduto inesorabilmente nel vuoto, visto che i problemi dell'Italia del 1976 sono molto simili a quelli che affliggono l'Italia del 2020.

Il professore Oronzo

Commenti

  1. Duilio Del Prete, cioè il primo barista Necchi di Amici miei, non l'avrei mai riconosciuto dalla foto...questo film lo ignoravo totalmente, vai a scovare veramene delle "chicche" dimenticate!

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  2. Un buon film di Vanzina ( che sarebbe Steno). Commedia di critica sociale, sofisticata e pungente al tempo stesso.
    Bella la Di Lazzaro.

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    1. L'ho rivisto ieri sera e devo dire che la seconda visione me lo ha fatto apprezzare ancora di più.

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  3. Un film decisamente attualizzabile, sebbene mi metta tristezza, come ben sai, per i suoi colori antichi.
    Quindi, passo. :P

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    1. Comunque è un film molto vivace, ci sono anche diverse scene di azione..

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  4. Anche questo mai visto. Grande Steno, mai banale nel raccontare l'Italia anni '60-'70.
    Mi piace quando i film prendono a pugni tutto e tutti, senza esclusione, senza pietà.
    Da nord a sud, un'Italia ancora oggi divisa... e come hai detto, non è cambiato nulla dal 1976.
    Il bagno nudi in campo lungo è proprio per evitare di descrivere la scena in chiave erotica, o farla minimamente passare come tale. Bello che dove il regista non mette malizia, la mettano i personaggi (la pattuglia che li accusa di atti osceni).

    Moz-

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    1. Scena fondamentale quella, per introdurre il terribile censore. Sulla divisione tra nord e sud, c'è da dire che entrambe le zone sono accomunate da un vaffa liberatorio dei due protagonisti maschili, a testimoniare ancora di più il "tutti prigionieri" di Steno :D

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  5. Mi sa che questo è un gran bel film, sia per la presenza di questi bravi attori, sia per le tematiche affrontate.
    Tu li conosci tutti, io nessuno. Sono ignorante in materia.

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    1. Diciamo che io per passione li sto recuperando tutti :D.
      In realtà l'Italia si è rotta l'ho visto a maggio una prima volta e ieri sera per la seconda.
      Una seconda visione fondamentale per cogliere alcuni aspetti sfuggiti la prima volta.

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  6. Altro recupero da fare. Con i tuoi post stai allungando la mia lista dei recuperi storici. Non so se ringraziarti o inveire contro di te... Vabbè ti ringrazio dai, questi film storici sono pura cultura e arte

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    1. Pensa che ho un sacco di post su altri film anni '70...ahhaah ti ci vorrà una seconda vita per recuperarli :D

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    2. Ok preparo il contratto da proporre al Diavolo allora...

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    3. ahahah, comunque io sto solo guardando cinema italiano in questi mesi..quindi veramente, ci vorrebbero due vite per vedere tutto :D

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  7. Rivisto poco tempo fa, non male come film.
    Sereno pomeriggio.

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