Tutti dentro: la feroce satira di Alberto Sordi sul giustizialismo


Un solerte e vanitoso magistrato, il cui aspetto e la passione per il ballo ricordano Gianni De Michelis; una grande inchiesta su un giro di tangenti che coinvolge politici, esponenti del clero, massoni, petrolieri, starlette. In pratica un'anticipazione, otto anni prima, del grande scandalo di Tangentopoli.

De Michelis Salvemini con la moglie

"Tutti dentro", diretto e interpretato da Alberto Sordi, pone i fari sull'inesorabile decadimento della giustizia e della società italiana, ma per tre quarti del suo svolgimento, è un film lento e noioso, benché con un Sordi formalmente impeccabile nei panni "riccioluti" del magistrato Salvemini, odioso a tal punto da indurre lo spettatore a sperare che la sua indagine si areni inesorabilmente. E' una commedia dai toni amari che viaggia più verso il realismo, piuttosto che in direzione della satira - torneremo a breve su questo concetto -, ma senza troppa convinzione e, come detto, con ritmi lentissimi. Interminabili, con un taglio da poliziottesco (come il refrain della colonna sonora), le scene delle retate. Ma i mitici anni '70 sono finiti da tempo.

Dov'è Maurizio Merli?

Ecco, "Tutti dentro" sembra ispirarsi fortemente a "Un borghese piccolo piccolo", il film del 1977 di Mario Monicelli che gli esperti hanno battezzato come l'ultima grande commedia all'italiana. In "Un borghese piccolo piccolo" non c'è molto da ridere, in realtà; la satira pungente e dirompente di "Amici Miei", che fa ridere e riflettere lo spettatore, lascia spazio a un ritratto impietoso e spietato della società italiana e soprattutto della borghesia, mediocre, corruttibile e corrotta. "Tutti dentro" non ha quel tono tragico e cupo, quasi epico, di "Un borghese piccolo piccolo", eppure l'attore protagonista è praticamente lo stesso.


"Tutti dentro" sembra una fiction televisiva ante-litteram, ma poi, ecco il colpo di scena finale. Il film si salva infatti in corner con un "guizzo" geniale. Salvemini infatti finisce a sua volta invischiato, suo malgrado, nella maxi inchiesta per corruzione. Ed ecco che finalmente, nella sua parte conclusiva, il film mostra il cinismo tipico di "Un borghese piccolo piccolo".



Facciamo un passo indietro. Quando il Procuratore Capo Vanzetti va in pensione, lascia le redini dell'indagine a Salvemini, che lo aveva finora affiancato. Vanzetti non aveva firmato neppure uno dei circa 150 ordini di cattura preparati da Salvemini e aveva invitato "il suo allievo" ad agire con zelo. Vanzetti percorre la strada della prudenza, Salvemini dà subito esecuzione agli ordini di custodia cautelare, per protagonismo e per la sua smania di fare carriera, più che per un reale spirito di giustizia. Alberto Sordi punta palesemente il dito contro la magistratura in modo esplicito: l'amministrazione della giustizia richiede rigore, ma anche buon senso, che non significa chiudere un occhio o due davanti a un reato, bensì muoversi prudentemente per capire con precisione se una persona sia responsabile e quanto sia responsabile.


Salvemini è superbo e finisce per rovinarsi con le proprie mani: la sua aura di (presunta) infallibilità e spietatezza crolla inesorabilmente a causa della sua grande ingenuità, strettamente collegata a una vanità che gli fa credere di essere infallibile. Il suo antagonista, il colpevolissimo mediatore Pisani (Joe Pesci), è un personaggio scaltro e intelligente, e per dare scacco al suo rivale crea un conto in banca in Svizzera a suo nome e si procura la prova formale di questo conto, inoltre gli spedisce a casa, come regalo per un amico di infanzia ritrovato, un quadro di Picasso che il magistrato, inopinatamente, scambia per una stampa. Sono le prove, costruite ad hoc, per incastrare Salvemini, che, sentendosi invincibile, si muove in prima persona per dare scacco matto ai responsabili, ma così facendo si espone inevitabilmente alle contromosse, venendo sconfitto.


I due rivali a confronto

Ma d'altro canto il personaggio di Sordi è un perdente: per la sua smania di protagonismo manda in carcere (in modo preventivo) persone che lui stesso sa non essere responsabili, solo per "incastrare" i colpevoli. Tuttavia la giustizia deve tutelare gli innocenti, a prescindere. E invece c'è chi finisce in carcere senza colpe, come il cronista Rai, evidente richiamo alle vicende giudiziarie che coinvolsero, suo malgrado, il povero Enzo Tortora.

Da inquisitore a inquisito

Il film è fortemente pessimista, perché alla fine i corruttori si salvano e nella rete della giustizia finiscono sempre e solo i pesci piccoli.  I politici, presi con le mani nella marmellata, riescono sempre a cavarsela. Curioso il ruolo della starlette, ben interpretata (e ben doppiata..) dalla solita, bellissima Dalila Di Lazzaro: non capiamo effettivamente quanto sia coinvolta nel malaffare, non capiamo se sia un personaggio ingenuo, o un'astuta complice. Di sicuro l'indagine le ha dato notorietà e le ha permesso di sfondare nello star system. E la magistratura? La magistratura ha, in fondo, le mani legate. I giudici che inquisiscono Salvemini, a fine pellicola, sono probabilmente integerrimi; tuttavia mettono sotto torchio, inquisiscono, un personaggio sì negativo, ma che abbiamo visto avere sostanzialmente ragione: non è stato corrotto da Pisani. Il finale resta aperto e possiamo immaginare che Salvemini possa essere scagionato, ma la sua sconfitta è inesorabile e tutto sommato giusta.

L'arringa finale

Significativa è l'affermazione finale di Salvemini, ai microfoni dei cronisti, davanti al Palazzo di Giustizia: «Io mi chiedo: se è ancora utile investire tante energie per l'applicazione delle leggi o se invece, rinunciando a vacue speranze e ad aspettative mai ripagate, non ci convenisse accettare l'ingiustizia come regola e non come eccezione, questo nella speranza ovviamente che almeno l'ingiustizia sia uguale per tutti». Una sentenza ingiusta non è eccezione, frutto della fallibilità dell'uomo, ma la regola. E quell'ingiustizia uguale per tutti è il canto del cigno da parte del protagonista; che sa di essere innocente, ma al contempo colpevole per l'opinione pubblica. E quindi con la speranza di essere un colpevole assolto, "un colpevole innocente".

Commenti

  1. Le carenze del Sordi regista, inesorabilmente lento e qualunquista, finiscono per rovinare anche la grande capacità di recitazione del Sordi attore. Un tremendo masochismo.

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  2. Mi hai incuriosito. E' un film che non conoscevo e che adesso voglio recuperare.

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    1. Non è la miglior commedia italiana..ma fa riflettere , molto..

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    2. Non si vive di soli capolavori, ahimè. Una chance gliela voglio dare anche se non è il mio genere

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  3. Ricordo di averlo visto, mi colpì il fatto che, a differenza di altri film di Sordi, qui si ride ben poco...

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  4. Carino questo look di Albertone con i capelli lunghi :D

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    1. De Michelis style (politico noto dell'epoca che sicuramente non ricordi :))

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  5. Sono un'Italiana anomala, lo so, ma non ho mai amato l'Albertone nazionale.
    Sarà che apparteniamo semplicemente a due epoche diverse.
    Mi faceva tenerezza e mi sembrava un uomo molto garbato, ma non riuscivo a guardare i suoi film, tranne quello su Carmela, che mi fece morire dal ridere.
    Quello della moglie trovata per corrispondenza ma che faceva la prostituta. Non ricordo il titolo.

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    1. Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata - come ti sei ricordata poi -, film che devo recuperare :D

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  6. Purtroppo si tratta di una delle pellicole realizzate da Sordi durante la fase discendente della sua vena creativa, piuttosto ti segnalo che in uno dei ruoli di contorno quello del Procuratore generale compare Franco Scandurra, un attore attivo fin dagli anni 40, agli inizi della sua carriera interpretava spesso ruoli da "bello" e seduttore, poi invecchiando si è specializzato (divertendosi peraltro) nella parte del viscido antagonista anche se in questo caso il suo è un ruolo abbastanza positivo, te lo segnalo perché Sordi amava far lavorare tutti quegli attori anziani che in gioventù lo avevano aiutato o gli avevano dato delle parti in teatro.
    Ciao.

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    1. Sì, qui fa un personaggio decisamente positivo. Simbolo di chi amministra la giustizia con prudenza.

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    2. Peraltro Scandurra l'ho visto recentemente anche in "Signori e signore buonanotte". Un altro bel film a episodi degli anni '70 :)

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    3. Si, ha recitato quasi fino alla fine. E' andato in pensione solo quasi prima di morire.

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    4. Sicuramente c'era una grande passione, da parte sua :)

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  7. leggevo la scheda e non mi capacitavo di come non comparisse la Di Lazzaro... ed invece xD

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    1. Qui ha un ruolo da coprotagonista che svolge molto bene (complice anche il doppiaggio :D)

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  8. Non l'ho mai visto, anche se da qualche parte ne ho sentito parlare. Non la sua migliore opera/interpretazione, a quanto pare, ma mi hai incuriosito comunque.

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    1. Il finale per me è un capolavoro, con l'apice proprio della scena finale, da me anticipata per togliervi ogni gusto nel vederlo :D

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  9. Umh ma questo è proprio un film minore, di Sordi.
    Incredibile vederlo con questo look... e non dico niente del politico a cui sembra rifarsi XD
    Sinceramente non so se possa piacermi, e non perché sia pessimista. Ma per il fatto che appare noioso, forse pure lento... Incredibile come anticipi lo scandalo.
    Ma non è che in realtà già tutti sapevano come si muovevano le cose, e solo nel 1992 sono venute fuori?

    Moz-

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    1. Sì, è uno shock vederlo con quel parruccone :D. Per il resto credo che sia un film molto profetico: certo si sapeva di scandali e di corruzione ai piani alti, ma un'indagine stile Tangentopoli negli anni '80 era difficile da "pronosticare". O no?

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  10. Non ho capito se Un borghese piccolo piccolo ti piace o meno?
    Quel film è quasi un tarlo..lo devo assolutamente vedere prima o poi.
    È che per ora sta fortemente prevalendo il poi..😭
    Anzi pensavo fosse quello l’unico film dove non si rideva di quelli fatti da Sordi.
    Ma pure questo che hai recensito non scherza!
    Complimenti per l’ottima recensione .
    Sto riscoprendo il Sordi cinico e drammatico.
    Ciao

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    1. Non ho capito se Un borghese piccolo piccolo ti piace o meno?

      Capolavoro assoluto, voto 10...Si gioca il primato con Amici Miei :)
      Questo film non ha nulla a che vedere con Un borghese piccolo piccolo, se non il cinismo dell'ultima parte (Quella in cui il magistrato si vede ritorcere contro le sue investigazioni ardite).

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  11. Film visto a Padova nel Natale 1994, la sceneggiatura anticipa incredibilmente ed esattamente quello che e' avvenuto nove anni dopo. Peccato per la regia e l'interpretazione di Alberto Sordi, attore che ho amato, egli appare gia' troppo vecchio per la parte ed ormai in declino. Comunque il graffiante finale riesce a salvare il film. Occasione mancata.

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    1. Sì, sono d'accordo, il film ha un gran bel finale, ma per il resto è molto lento, fatica a carburare

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