I like non sono da demonizzare



Un celebre telefilm americano, Black Mirror, in una puntata descrive il futuro di una società nella quale ogni persona ha una propria reputazione in base ai "like" ricevuti. Senza "like" è impossibile avere accesso a determinati servizi e si finisce quindi in fondo alla scala sociale.

E' giusto riflettere su quanto i "like" possano avere una valenza negativa, in quanto finiscono per accentuare uno dei mali della nostra società, cioè l'apparenza.

Dobbiamo essere sempre belli e vincenti, conquistare "like", così eccoci invadere il web con foto (magari ritoccate) di ogni risma. E ogni tanto si mostra un po' di fragilità, ma giusto un po', perché la perfezione in fondo non esiste ed è necessario esibire la "giusta imperfezione", che ci permette comunque di essere al top.

Bisogna però riconoscere con sincerità che tutti noi abbiamo bisogno di "like". E' un bisogno innato nell'uomo.

Non serve avere i social per esprimere questo bisogno: pensate a una donna, appena uscita dal parrucchiere, che sfoggia la sua bella capigliatura. Non è certo peccato essere felici per gli apprezzamenti altrui. Così sul posto di lavoro ci piace ricevere le parole di apprezzamento del nostro titolare. 

A volte, infatti, la paura di finire in un ideale girone infernale ci fa prendere le distanze da determinati comportamenti, che però sono assolutamente naturali nell'uomo.

La stessa invidia, se rimane confinata entro  certi limiti, non la si può certo definire un peccato.

Nell'ammirare la collezione di maglie del Milan del collezionista Andrea BS, provo certo invidia, ma l'invidia si ferma lì, al primo stadio, e prevale naturalmente la gioia dell'appassionato nel vedere quelle maglie.

Così, è giusto non demonizzare i "like".

Sono un segnale di presenza, un saluto, anche un segno di affetto. E riceverli fa bene: è come quando in strada incrociamo un conoscente che ci saluta e ci sorride. 

Ecco perché abbiamo bisogno di "like".

In occasione del compleanno di mia madre ho pubblicato una nostra foto insieme, risalente a inizio anni '90. 

Ci sono stati tanti "like" e molti messaggi d'augurio di amici e amiche, conoscenti, che sono stati suoi alunni e alunne e che hanno speso un ritaglio del loro tempo, così prezioso in questa società dai ritmi sempre ipercinetici, per guardare la foto e lasciare il proprio augurio personale. Altrimenti non lo avrebbero fatto. 

Ma non per cattiveria. Semplicemente perché avrebbero ignorato - come è normale che sia - l'evento avvenuto in quella data. 

Qualcuno dirà che si tratterà (non nella fattispecie di mia madre, in generale) di auguri falsi, di false cortesie.

Ma certo non possiamo vivere mettendo sempre sotto lo scanner i comportamenti altrui, anche perché finiremmo per vivere in un costante stato di sospetto verso tutti.

Io sono così convinto che un "like" sia sempre un piccola goccia nel mare del bene.

Sono anche convinto che, essendo impossibile mantenere i rapporti con un numero elevato di persone, un "like" sia pur sempre una piccola forma di contatto.

E diciamo la verità: abbiamo così tanta paura del virtuale, che contrapponiamo con forza, spesso con isteria, al reale, che dimentichiamo quanto il virtuale abbatta ogni barriera, non solo fisica, ma anche temporale. 

Giovani e "diversamente giovani", il vicino di casa e l'amica lontana, l'amico e il parente; persone che mai si sarebbero incontrate nella vita, tutti insieme idealmente, in un affresco di facce, parole e..colori, sotto a una foto altrimenti destinata a rimanere chiusa in un cassetto.


Commenti

  1. Ti metto il like per primo e non posso che condividere.. grazie al "virtuale" un giorno passerò anche per Novafeltria e avrò modo di scambiare una reale stretta di mano col mitico Riky! Il like è come il commento, l'ok, l'approvazione, la promozione, la pagella cui siamo sottoposti tutti per tutta la vita.. alla fine ci sottomettiamo spesso anche ben volentieri all'andazzo, perché abbiamo bisogno di conferme, di sottolineature, di "presenza", fisica e non. Funziona così.
    E splendido l'accenno alla "giusta imperfezione", sia quella percepita (che ci fa sentire sensibili), che quella esibita, che ci fa tanto gattini. Tipo quelli che acchiappano un milione di likes su facebook, mentre se citi Bach, al massimo il like te lo mette Riky.. ;)
    Sei un grande!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Franco, sicuramente ci vedremo, perché finita l'epidemia Covid, se il lavoro e le finanze me lo permetteranno, voglio iniziare a viaggiare un po', rivedere tante persone.
      Ma i social se usati nel modo giusto sono un arricchimento, altroché!

      Elimina
    2. Raga invitate anche meeeeee, che porto i pasticcini xD

      Elimina
    3. Ahahahhah...chiunque voglia avventurarsi a Novafeltria sarà mio gradito ospite 😍

      Elimina
  2. Risposte
    1. Anche io, senza dubbio: senza scomodare l'augurio fatto di persona, con l'abbraccio (che di questi tempi non si può), preferisco anche io la telefonata classica.
      Ma anche un piccolo like può avere valore, secondo me :)

      Elimina
  3. Ma che bel post.
    C'è davvero tanto da dire.
    Vado per gradi.
    Ho amato il tuo parallelismo tra i like e gli apprezzamenti che riceviamo nella quotidianità "reale".
    Non vado mai al parrucchiere, lo sai. Ma se ci andassi mi farebbe piacere sentirmi dire che la nuova acconciatura mi sta bene.
    Allo stesso modo, se scrivo due righe più o meno intense, o pubblico una fotografia, è bello che queste vengano apprezzate.

    Va detto, però, che non bisogna vivere solo di questo. Ho visto gente deprimersi perché su Fb riceveva pochi like, motivo per il quale alcuni social (vedi Instagram) hanno oscurato il numero totale di apprezzamenti per ogni post.

    Il segreto per vivere bene nel mondo virtuale e, soprattutto, reale, è piacere anzitutto a se stessi, e tu stai imparando finalmente a farlo.
    Però, i miei like a caratteri cubitali, continui a meritarli.
    Bacio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Va detto, però, che non bisogna vivere solo di questo. Ho visto gente deprimersi perché su Fb riceveva pochi like, motivo per il quale alcuni social (vedi Instagram) hanno oscurato il numero totale di apprezzamenti per ogni post"

      Bravissima, questa è una giustissima precisazione!

      Elimina
    2. "Il segreto per vivere bene nel mondo virtuale e, soprattutto, reale, è piacere anzitutto a se stessi, e tu stai imparando finalmente a farlo".

      Verissimo...è un processo partito dal virtuale, ma sfociato nel reale, per fortuna :)

      "Però, i miei like a caratteri cubitali, continui a meritarli"

      Grazie di ❤

      Elimina
  4. diciamo che il like (o un commento, nel caso di blog) è anche un segno di cortesia: quando leggo certi post mi piace lasciare un saluto, anche solo per far sentire il mio apprezzamento a chi ha perso tempo ed energie per scriverlo.

    O almeno, quando succede a me sono felice di aver creato qualcosa che possa aver intrattenuto gli altri anche solo per qualche minuto. Per questo non capisco chi addirittura compra pacchetti di visualizzazioni o commenti per entrare in tendenza falsamente... o forse sono io che non ho capito niente della vita?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Andrea, anche io sono di quella "scuola".
      Non mi dispiace affatto chi passa per scrivermi: "Ciao, bel post".
      Se poi sia sincero, quello è affare suo: io non posso certo struggermi nel pensare se sia sincero o meno :)

      Elimina
    2. Sicuramente il tuo post di oggi non è uno di quelli in cui metti il pollice in su e scappi via , perché non dimentichiamo che un like è anche velocità di espressione senza lettura e lettore ma solo occhi,solo visibilità.Diciamo che io al like preferisco la tradizionale forma di comunicazione che non riesco a sostituire o a sintetizzare con una parola o con un gesto:)


      Hai decontestualizzato tutto ciò che si aggira attorno al like e ci sarebbero da fare più interventi su questo post stile deandreiano :).Ci tornerò con calma su questo post che mi dà un sentore di vivere questa era soprattutto tecnologica con leggerezza ma senza tralasciare la profondità...anzi forse è proprio quest'ultima che permette nuove visioni o no?

      Buona domenica a te e ai tuoi cari lettori

      Elimina
    3. Anche io preferisco una comunicazione più articolata. Ma io stesso spargo "like" come segnale di presenza, di contatto e di apprezzamento. E ci sono già altre riflessioni che ho tratto dalle mie stesse parole.
      Grazie come sempre, grazie per esserci e per i tuoi preziosi commenti :)

      Elimina
    4. "Ma certo non possiamo vivere mettendo sempre sotto lo scanner i comportamenti altrui, anche perché finiremmo per vivere in un costante stato di sospetto verso tutti".

      Ecco... partendo da questo ,anche chi demonizza il like mette quello scanner ai comportamenti altrui , ritrovandosi in una categoria contestatrice e sospettatrice .

      Ma se vogliamo in questo caso specifico, non è detto che lo si usi lo scanner, sentendo di suo una natura diversa di approvazione con e al mi piaci ... non entrando necessariamente in questa sorta di omologazione al like.

      Praticamente ognuno potrebbe demonizzare o no il like, in fin dei conti è una parola soltanto ...ma siamo e saremo sempre noi a darle il valore in parole e fatti che misureranno la nostra capacità per prima di piacerci interiormente..

      "Dobbiamo essere sempre belli e vincenti, conquistare "like", così eccoci invadere il web con foto (magari ritoccate) di ogni risma. E ogni tanto si mostra un po' di fragilità, ma giusto un po', perché la perfezione in fondo non esiste ed è necessario esibire la "giusta imperfezione", che ci permette comunque di essere al top.


      Un concetto sottile che non scannerizza facendo una selezione ai comportamenti ma evidenza una realtà oggettiva dove il like spesso è più una richiesta al bisogno cercato di " perfezione "che non al bisogno di piacere anche per le sue imperfezioni e fragilità!


      E mo ho scannerizzato :)

      " Ma io stesso spargo "like" come segnale di presenza, di contatto e di apprezzamento. E ci sono già altre riflessioni che ho tratto dalle mie stesse parole".


      Già non è la parola o il mezzo in se che usiamo ma Come e soprattutto Quanto ci crediamo!

      Elimina
    5. Diciamo che ci sono due tipi di scanner, allora:

      uno benefico, che mette sotto analisi le parole per cogliere la bellezza;
      uno invece "Negativo" che analizza scrupolosamente alla ricerca "dell'inghippo", anche quando non c'è. :)

      Elimina
    6. Diciamo che entrambi gli scanner riescono a beneficiare della "bellezza" per la sua intelligenza e dell'intelligenza per sua di bellezza:)

      Però dai nella velocità e l'immediatezza del like sfugge o un po' viene penalizzata la bellezza più che esserne inquadrata:)

      Riky ci sono molte visioni diverse sul like.. quantità/qualità sono oggettivamente comprese,ma "Mi Piace" il senso forte del tuo messaggio, perché è il "sentimento" con cui lo mettiamo o lo riceviamo ad assumerne il valore!

      Elimina
    7. Il mio "mi piace" sarà ovunque un piccolo gesto di calore e di vicinanza...piccolo verso le persone che non mi conosco..grande per quelle che mi conoscono :)

      Elimina
  5. I complimenti (dal vivo) fanno sempre piacere, così come i mi piace (non uso termini inglesi se posso evitare, torniamo un po' più nazionalisti come aveva provato a insegnarci LVI). Il bello è che per entrambi puoi distinguere quelli falsi da quelli sinceri, chi ti fa un complimento aspettandosi di essere ricambiato da chi lo fa senza aspettarsi nulla, come chi ti mette mi piace aspettando che tu faccia altrettanto da chi lo fa perché se lo sente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione sul fatto di usare "Mi piace" al posto di Like :).
      Hai ragione anche sul resto, ma come dico sempre: se tu mi metti un mi piace per convenienza, non fai un torto a me, ma fai un torto a te stesso, perché il tuo mi piace è privo della bellezza del gesto: dell'affetto e della simpatia che si prova, nel mettere quel mi piace :). E quel sentimento ci fa stare bene, anche se è una cosa molto piccola.

      Elimina
  6. Sicuramente gli apprezzamenti fanno sempre piacere.
    Serena domenica.

    RispondiElimina
  7. Argomento abbastanza complesso, sai?
    In parte esiste già la questione del like per accedere a dei servizi... non è un futuro distopico alla burakkomirroru ma la realtà: hai presente i contest online dove si vince grazie ai like?
    Purtroppo sembra sia un metro di giudizio importante, come a dire "tanti like = piaci = sei un potenziale influencer almeno di nicchia".
    Una cosa ovviamente assurda e nemmeno vera, perché i like si possono falsare, tanto che appunto Instagram ha tolto il conteggio.
    Rischiava di diventare una patologia, peraltro vuota.
    Però la questione non cambia: i like, se reali e non gonfiati, sono un metro di giudizio anche nostro, privato.
    Non se piacciamo noi, ma se piace il nostro contenuto. E perché.
    Ovvio che riceverne fa sempre piacere, perché è un meccanismo che, come dici, esiste anche nella vita reale.
    Ma dovremmo prima, sempre, mettere like a noi stessi: e MAI online.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bel commento, Miki.
      In effetti è tema molto ricco di sfumature: mi piace soprattutto la tua chiosa.
      Finalmente anche io metto "mi piace" a me stesso :D.

      Elimina
  8. Ciao Riky e buona domenica, molto carino questo post.
    Premetto che non sono sui social, ma se ci fossi ipoteticamente, per come sono fatta, darei davvero pochissima importanza ai likes o alle eventuali visualizzazioni. Parto dal concetto che un post in qualche modo mi rappresenta o esprime concetti che vorrei sviscerare, per cui preferirei avere un riscontro effettivo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Lori,
      ma infatti non bisogna vivere ossessionati per i like.
      Il ragionamento è semplice: ci sono dieci like? Bene, si è felici per le persone che hanno messo quel like, non si è tristi per quello che non l'hanno messo, perché poi i rapporti umani non si valutano né dai like, né dai saluti in strada :)

      Elimina
  9. E' una forma di presenza, per me. Dire: "ci sono, ho guardato il tuo post, magari non ho nulla da dire ma voglio farti sapere che l'ho visto ed apprezzato."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente Dama. Per questo non vanno affatto demonizzati...poi se è un "Mi piace" in malafede, si arrangia chi lo ha messo, non chi lo ha ricevuto :D

      Elimina
  10. I like non sono da demonizzare, fanno sempre piacere, è la ricerca spasmodica del like a tutti i costi che è da evitare, vedi gente che ne combina di ogni tipo per diventare "famosi" sui social, la signora "Coviddi" ne è un tipico esempio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente...non bisogna vivere di like o, come hai detto tu, cercarli in modo spasmodico, aggiungo, in modo ossessionato.
      La signora, beh, quale esempio di "non bellezza"...e non parlo della bellezza esteriore!

      Elimina
  11. Bisognerebbe anche studiare l'inserimento e la dinamica "perversa" di gadget tipo "top commentatori" o "post più letti"... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai che io amo la classifica dei post più letti?
      E' più forte di me, amo le statistiche. Mi piace vedere quali post siano stati più letti e apprezzati e quelli invece flop.
      Mi incuriosisce anche la classifica top commentatori. Ma sono freddi numeri, io ho ottimi ospiti commentatori, e i numeri non rispecchiano la qualità del vostro apporto e della vostra presenza :)

      Elimina
  12. Concordo su tutto, certo che fanno piacere e non vanno demonizzati, purché chi li apprezza non ne faccia una sorta di malattia. E ce ne sono eccome... tanto da fare addirittura questioni tipo "Perché hai messo un Mi piace a lui e non a me"; o, ancora, "Vedo che non metti più Mi piace ai miei stati... c'è qualche problema?". Mamma mia... i bambini. Anzi, peggio. E credo di averli tutti mandati al diavolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahha, hai ragione caro Guido! Ma quello è infantilismo a 360°...

      Elimina
  13. Ripeto e riassumo quanto ti ho detto in altra sede: sono d'accordo con te. I like non sono da demonizzare come non lo deve essere tutto il mondo social.
    Possono essere un problema? Si se si perde il controllo della situazione e se si usano come unica unità di misura del successo online.
    Se, invece, il like viene usato come segno di consenso immediato (come originariamente era stato pensato) allora va bene e vale il tuo ragionamento alla fine del post.
    Gran bel tema da trattare, comunque, e ottimo post.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi è piaciuto molto il nostro scambio di battute, infatti più avanti esco con un post dove approfondirò :)
      Grazie come sempre del tuo ottimo contributo alla discussione!

      Elimina
  14. I like sono da demonizzare quando, come qualsiasi altra cosa, diventano un'ossessione. Quando si vive solo contando quelli, ci si dispera se non sono abbastanza e quando ogni cosa viene fatta in funzione del solo apprezzamento.
    Ci sono anche modi e modi di apprezzare, ovviamente.
    Alla donna di turno (solo per seguire il tuo esempio) fa piacere sentirsi bella e guardata quando ha i capelli perfettamente in ordine, ma sempre se gli sguardi sono discreti e non seguiti da altre esternazioni evitabili. Tipo i fischi o le strombazzate di clacson, per carità.
    Uguale, ovviamente, sul virtuale.
    Basta ricordarsi che dall'altra parte dello schermo o della strada c'è una persona che merita rispetto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava, il rispetto è fondamentale. Il rispetto bisogna averlo sempre, non solo dietro a uno smartphone o a uno schermo di computer..

      Elimina

Posta un commento