Incubo sulla città contaminata: il film cult da riscoprire (con spoiler)


Considerato ingiustamente un film di serie B, "Incubo sulla città contaminata" di Umberto Lenzi è invece a mio parer uno dei migliori horror italiani anni '70, al di là di un finale non convincente.

L'iconico titolo

Ispirato a "La città verrà distrutta all'alba" di Romero, "Incubo sulla città contaminata", citato apertamente da Robert Rodriguez nel suo "Grindhouse - Planet Terror", racconta di una micidiale pestilenza. Un virus infatti trasforma gli esseri umani in un mostri cannibali, che aggrediscono i propri simili per cibarsi del loro sangue. I protagonisti, il giornalista Dean e la moglie Ann, medico ospedaliero, devono quindi scappare non da zombi lenti benché letali, bensì da umani trasformati in esseri più forti e veloci.

Il pregio principale del film è proprio il ritmo frenetico della prima parte, ma la seconda parte, quella che vede i protagonisti in fuga dalla città, non è affatto noiosa: i ritmi più lenti fanno aumentare l'angoscia, presupposto fondamentale di un buon "survival" horror. Il film inoltre abbonda di scene splatter, tra occhi trafitti alla Fulci e seni squartati, realizzate decisamente con mestiere (purtroppo, invece, il make up dei "mostri" è poco meglio di quello del trash cult "Zombie Horror"). Bene il messicano Hugo Stiglitz, nei panni di Dean, caratteristico Mel Ferrer nei panni del generale Murchinson, che per trequarti di film dispensa tattiche militari rivelatesi tutte un flop, e alla fine si affida alla benevolenza divina.

Attenti all'uomo melanzana!


Stiglitz, Ferrer e...Ugo Bologna

Il film regala scene cult come quella della molotov lanciata da Dean al distributore di benzina (fantastico il volto di terrore del contaminato conscio di morire a breve), oppure quella del chirurgo che si difende lanciando il bisturi come fosse un pugnale Sai, nella concitata scena dell'assalto all'ospedale, il momento clou della pellicola. Quali sono invece i difetti di "Incubo sulla città contaminata"?

Il terrore di chi sa di dover esplodere a breve

Il finale, soprattutto, una scena che segue un momento di elevata tensione e adrenalina. E' vero che la conclusione di uno zombie film o di un suo epigono è sempre scontata, ma in questo caso viene utilizzato un espediente narrativo non proprio originale: il protagonista si è sognato tutto e si risveglia nel letto, a fianco della moglie, che poco prima avevamo visto precipitare da un rollercoaster, sfracellandosi al suolo (o meglio, si era sfracellato al suolo un evidente pupazzo che doveva rappresentare la moglie). Oltretutto, Dean rivivrà quelle scene del sogno, fino all'arrivo dell'aereo con il carico di contaminati che daranno il via all'epidemia...qui si conclude "Incubo sulla città contaminata", che rimane comunque una pellicola cult del panorama horror italiano.

Commenti

  1. Non mi avrà mai..ahah.. oltretutto esco proprio ora dalla visione deleteria de La città proibita, di Mainetti, che mi è tornato in mente quando parli di pupazzi fatti volare giù.. deprimente tutto: ambientazione, dialoghi, storia, combattimenti.. non so come abbia riscosso tanto successo nella critica..

    RispondiElimina

Posta un commento