Ritratti: l'epopea del Grande Maradona. Il sogno divenuto realtà di ogni napoletano (di Claudio D'Aleo)
DA PELE' A MARADONA Con la morte di Diego Armando Maradona è andata via la seconda metà della “nostra” galassia pallonara. La prima appartiene di diritto a colui che del calcio fu inventore e interprete avendone ricoperto con eguale maestria quasi tutti i ruoli dalla trequarti in su. Pelè è stato l’incanto calcistico reso giocatore. Il primo autentico uomo squadra della Storia pallonara. Maradona è stato il suo degno “prosecutore”. Entrambi si sono equamente divisi il Mondo calcistico dominandolo in lungo e in largo. Epoche e contesti storici diversi ma che non intaccano la grandezza di due grandissimi e irripetibili Fuoriclasse. La differenza tra i due la faceva, forse, il “tocco” di palla oltre al contesto storico che è stato assolutamente assolutamente diverso. Anche il gioco aereo, probabilmente. Il “colpo” di “testa” non è mai stato rilevante in Maradona. Pelè di testa e in acrobazia era micidiale tanto quanto palla a terra. Chiedete a Tarcisio Burgnich per maggiori informazioni (storico il gol di testa in elevazione, ai danni del bravissimo e potente Burgnich, con cui o Rey regalò la Coppa Rimet al Brasile nella finale messicana del 1970). Pelè sembrava accarezzasse la sfera in qualunque azione o contesto della partita lo riguardasse. In campo diventava una “marea” incontrollabile. O Rey viveva per il gol; si muoveva come una pantera con le movenze, la classe e l’imprevedibilità tipiche del miglior danzatore possibile. Era immarcabile. La palla lo cercava perchè tra i suoi piedi ne subiva la naturale “morte” agonistica. Armonioso, “micidiale”, geniale, elegante e flemmatico Pelè; istinto, genio, sregolatezza, imprevedibilità e rapidità d’esecuzione Maradona. I due hanno sciorinato un repertorio calcistico d’alta Scuola fatto di veroniche, serpentine, dribbling in velocità, calci da fermo, “aperture” geniali, valanghe di reti e quant’altro sia possibile immaginare in un campo di calcio da parte di un incredibile e irripetibile Campione. Eroi d’un calcio memorabile ormai consegnato alla Storia. Nessuno è più stato e sarà mai come loro. Chapeau.
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Maradona bacia la Coppa del Mondo |
IL GRANDE FUORICLASSE Maradona, come Pelè, è stato il gioco del calcio. Ha reso possibile l’impossibile trasformando Napoli in una Capitale calcistica mondiale. Con lui e grazie a lui Napoli ha toccato livelli di notorietà incredibili. Maradona ha significato turismo, economia, imprenditorialità. Diego lascia in eredità ai napoletani due Scudetti (1986-1987; 1989-1990), una Coppa Uefa (1988-1989); 1 Supercoppa italiana (1990); 1 Coppa Italia (1986-1987) oltre alla gioia adeguatamente parcellizzata in ogni tifoso. Lo Stadio “San Paolo”, in onore al grande Fuoriclasse argentino, ha cambiato nome: si chiama adesso “Diego Armando Maradona”.
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Maradona il giorno della presentazione |
Maradona lascia il ricordo indelebile dei trionfi contro squadre che prima di lui hanno sempre o quasi sempre battuto il Napoli e dettato legge in Campionato e in Europa. Con i dovuti distinguo, Maradona è stato per Napoli e la Campania quello che fu Gigi Riva per Cagliari e la Sardegna. Ha incarnato il senso di riscatto del tifoso partenopeo che in quegli anni gloriosi s’è aggrappato a lui per vincere e dominare ovunque. Ogni napoletano s’è riscattato dalle “arroganze” calcistiche dei potenti grazie al suo grande, splendido e irripetibile Fuoriclasse argentino. Maradona non ricopriva solo un ruolo. Lui era Napoli squadra e Napoli città nonostante nel Napoli d’allora giocassero altri grandissimi Campioni come Careca, Giordano, Bagni e compagnia bella.
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Una magia di Maradona su punizione |
Maradona risolveva qualunque partita, anche da solo. Un calcio di punizione, un passaggio geniale, una serpentina, un dribbling in velocità e i giochi erano fatti. Gli davi la palla e lui se la portava appresso fino a scaraventarla in rete con le delizie calcistiche più sublimi. Palla a terra era immarcabile, imprendibile, un “dio”. Il tocco di palla irruento ma preciso e delizioso gli ha consentito le migliori prelibatezze calcistiche. Non si poteva marcare un fulmine potente e coi piedi elegantissimi. Con quella palla faceva quello che voleva: dribblava, apriva il gioco, duettava coi compagni, segnava, creava superiorità numerica. In poche parole divertiva come solo i geni potevano e possono fare. Ai tempi non si usava questo “assetto” terminologico molto utilizzato adesso (creare superiorità numerica) ma lui era ovunque e seminava il panico dappertutto. Quando partiva in velocità creava una voragine tra se e gli avversari. Nessuno è mai riuscito veramente a circoscriverne il raggio d’azione senza commettere “fallo”. Come un giocoliere si portava appresso mezza difesa avversaria e sarebbe stato in grado di entrare in porta anche con il pallone tra i piedi e il marcatore attaccato alla maglietta. Maradona per molti è stato un sogno divenuto realtà; appartiene di diritto all’Olimpo del calcio. Lui non può essere “spiegato” ma semplicemente “raccontato”.
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Maradona e l'allenatore Bigon |
IL PIANTO DI UNA CITTA' In nessun’altra realtà del Mondo Maradona sarebbe stato più amato. Napoli è stata ed è davvero la sua “casa”. Nessuno meglio di Maradona avrebbe potuto comprendere quella gente e innamorarsi ben presto e così profondamente d’essa. Con Diego Armando Maradona il calcio mondiale ha visto crescere ed affermarsi, in terra campana, il primo fuoriclasse metà argentino e metà napoletano d’ogni tempo. Maradona era il più napoletano tra i napoletani; era il sorriso della sua gente, la loro gioia di vivere, il gusto della vittoria, la voglia di rivalsa, la consapevolezza di non essere più comprimari ma protagonisti del gioco più bello del Globo e cittadini del Mondo “pallonaro”.
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Ancora Maradona durante la presentazione al San Paolo |
Diego ha incarnato il rispetto negato per tanti, troppi anni alla sua gente e concretizzatosi finalmente attorno a quel fantastico “numero 10”. Ecco perché i napoletani lo amano al di là di ogni ragionevole dubbio ed ecco perché lo considerano parte inalienabile di ognuno di loro. A nessuno, neppure a noi, interessa la sua vita fuori dal campo di calcio. Tutti gli dobbiamo il massimo rispetto. Le cronache negli anni hanno descritto due interpreti assolutamente differenti: il Maradona Fuoriclasse in campo e il Maradona uomo “normale” fuori dal rettangolo di gioco. Due vite parallele che non si sono mai ricomposte. Per ogni napoletano e per ogni sportivo, anche per noi, Maradona è stato il “calcio” di quegli anni irripetibili e indimenticabili, dove un bel gol o una vittoria magari insperata aprivano ai sogni e alla vita facendo dimenticare il resto della settimana trascorso a lavorare e a soffrire. Oggi la morte sta dando a Maradona forse più riconoscimenti di quanti ne abbia avuti in vita specie fuori dal campo di calcio. A volte, purtroppo, bisogna morire per farsi apprezzare compiutamente ma di certo il calcio ha fatto per Maradona più di quanto abbia fatto per altri Fuoriclasse. E viceversa, ben s’intende. Riposa in pace grande Campione. Il tuo ricordo resterà per sempre vivo in ognuno di noi.
Claudio D’Aleo
Un post bellissimo.
RispondiEliminaL'elegante Airone Pelé superato dal piccolo sgorbio Maradona figlio di Eupalla.
Riva che porta lo scudetto a Cagliari, ma delude nella Nazionale, e poi il San Paolo che
con ordinanza di De Magistris cambia nome e diventa il Cinepanettone De Laurentis!
Grazie per aver apprezzato l'ottimo lavoro del nostro Claudio.
EliminaAhaha "il cinepanettone De Laurentis", tremendo :D
Per me non esiste il calciatore più forte della storia, ma Maradona è stato il migliore della sua epoca, anche meglio di Platini, nonostante il francese facesse parte di una Juventus che aveva cominciata a vincere i suoi primi titoli europei. Maradona era una bestia, un mostro del calcio. Guardare i suoi video a volte mi fa venire la pelle d'oca perché faceva cose fuori dal comune pur avendo il suo piede preferito (il sinistro) incapace di piegarsi al 100%.
RispondiEliminaPelè è una leggenda ma sarebbe stato belle vederlo qui in Europa.
E' difficile mettere in "fila" i campioni, senza dubbio.
EliminaIo ti dico la verità: dovendo fare un nome, come miglior calciatore della storia, oserei dire Diego.
Sono d'accordo con Pasquale, ma mio padre diceva che non aveva mai visto un calciatore più forte di Diego.
EliminaAnche perché, come ha detto A.J., Maradona ha lottato contro grandi giocatori.
EliminaNon so se sia stato il periodo più bello, anche se effettivamente la Serie A aveva il meglio del meglio..
RispondiEliminaCi sono personaggi che pure chi segue poco il calcio conosce. Gente che fa parte della cultura, del sapere della collettività. Maradona è genio e sregolatezza, un campione la cui fama lo ha sempre preceduto. Anche tanti bambini sanno di lui, pur non avendolo mai visto giocare.
RispondiEliminaGran bell'articolo, complimenti.
Infatti Maradona è anche un mito della "cultura pop". Senza dubbio...E poi è stato il simbolo di un popolo intero!
EliminaRagazzi un breve ma sentito intervento per fare ad ognuno di Voi i migliori e più sinceri AUGURI per un sereno fine anno e un felice 2021. Vi voglio bene, Vi stimo e Vi ringrazio sempre per la pazienza e l'attenzione che mi dedicate ben oltre i miei meriti. Che il Signore ci protegga e doni a noi tutti e al Mondo intero un prosieguo migliore, sereno, lontano dalle immani difficoltà e dalle preoccupazioni che ci attanagliano e stiamo purtroppo vivendo. Al Mitico Riky, ideatore e papà di questo fantastico blog, vanno i miei sentimenti di stima, di amicizia e di affetto oltre alla preghiera e alla speranza affinchè tutto questo non abbia mai fine. Un abbraccio forte. A presto. Ad maiora!
EliminaGrazie delle belle parole, amico mio, che contraccambio perché tu sei un grande!
EliminaSarà un 2021 bellissimo, ne sono sicuro.
Sta a noi farlo diventare così.
Aggiungerei Baresi e Maldini alla tua lista!
RispondiEliminaVero, i due gol di testa di Maradona sono due magie. Su Garella invece sei stato generoso :D
RispondiEliminaUn post davvero splendido. Grazie a Claudio e a te, Riky, per averlo condiviso.
RispondiEliminaAh... ovviamente: Maradona è meglio e Pelè :D
eheh, cantando il motivetto della ormai celebre canzone....di Paradiso :D
EliminaCurioso il paragone finale...c'è dire che il Garella bi-scudettato secondo me indica in primis quanto fosse stata bella la favola Verona (alla quale Garella ha contribuito) e in secundis quanto Maradona sia stato forte...
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