Il portiere di notte di Enrico Ruggeri, non solo una poesia d'amore a una prostituta



La musica italiana del passato aveva una forte capacità evocativa. Le canzoni erano piccoli quadri in musica, raccontavano storie che ancor oggi, durante l'ascolto, riescono a rapirmi. 

"Il portiere di notte" di Enrico Ruggeri, brano del 1986, racconta l'amore impossibile di un uomo per una escort. Quell'uomo è appunto il portiere notturno dell'albergo scelto dalla donna per i suoi incontri a pagamento. Lei porta talvolta una parrucca ("é quasi sempre bionda") ed è ovviamente accompagnata da uomini diversi ("cambia sempre cavaliere"), i suoi clienti. 

Il portiere notturno, colpito dall'avvenenza della escort, rimane infatuato. Immagina di avere con lei un rapporto sessuale (cosa che gli è comunque preclusa, anche volendo pagare, essendo impegnato sul posto di lavoro), ma soprattutto sogna di legarsi a lei, per sempre. 

Le parole della canzone ci fanno però comprendere quanto questo innamoramento sia un'ancora di salvezza, una speranza sognata per uscire dalla propria condizione attuale. Quella di un uomo costretto a sbarcare il lunario con un lavoro poco appagante e costretto a vivere nella solitudine, di notte, scambiando giusto qualche parola con il cliente di passaggio. Quella donna, con la sua bellezza, è un simbolo a cui il protagonista della canzone si aggrappa disperatamente. Lui vorrebbe scappare, per sempre, da quell'albergo, portando con sé quella donna. 

"Il portiere di notte" è giustamente considerata una canzone sulla solitudine a 360°. Ruggeri ha spiegato che il portiere è "un eterno spettatore" e le camere d'albergo sono palchi su cui salgono persone sempre diverse.  É un uomo che guarda e immagina le vite degli altri, essendo ai margini. Tuttavia è impossibile non soffermarsi sulla solitudine affettiva che prova il protagonista del brano, la sua incapacità di trovare una donna che ricambi i suoi sentimenti, il suo sentirsi non all'altezza di un sentimento così nobile e ricco come l'amore. Significativo è il verso più poetico della canzone:

E mi dirà "ti voglio

Per quello che mi dai".


Il portiere si rende conto di poter dare poco: quella prostituta è solo una proiezione, è il desiderio, irrealizzato, di trovare una donna che lo ami per quello che é. 



Commenti

  1. Hai ragione sull'evocatività di alcune canzoni del passato e questa ne è un chiaro esempio. Mi piace inoltre la tua analisi, come sempre del resto. Un abbraccio.

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    1. Grazie per averla apprezzata :). É una canzone oramai dimenticata ed è un peccato..

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  2. Bellissima... triste ma sempre bellissima Ruggeri un poeta...

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  3. Un pezzo di un intensità strema , siamo tutti portiere di notte forse.

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    1. Ciao Davide, benvenuto e grazie per il commento! Esattamente, a prescindere che la donna sia un escort, noi tutti possiamo sostituirla con una donna che ci piaceva ma che abbiamo visto "da lontano". Un appiglio in un momento della vita in cui ci sentivamo in disparte, se non in solitudine.

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