Aida di Rino Gaetano: Cristo e Stalin, il terrore russo, le antilopi. Il significato del brano


Aida è uno dei capisaldi della produzione cantautoriale di Rino Gaetano. Come spesso accade nelle sue canzoni, c'è una figura femminile protagonista. E in questo caso è stato lo stesso Rino a spiegare: Aida rappresenta le donne che hanno vissuto, "attraverso i suoi amori e i suoi umori e la sua cultura, la politica italiana".

Aida nasce, per esplicita ammissione di Rino Gaetano, ispirata dal film "Novecento di Bertolucci" e per raccontare, in pochi versi, la storia di Italia.  Partendo dal fascismo, rappresentato dall'Alalà d'annunziano, e dalle guerre coloniali (i mille mari). I "vestiti di lino e seta" è un riferimento al matrimonio di Edda Mussolini e Galeazzo Ciano e alle parole utilizzate da un cinegiornale dell'Istituto Luce per descrivere i due sposi. La Seconda Guerra Mondiale porta a un'Italia spaccata in due, una frattura rappresentata efficacemente dai due colori, il nero e il rosso, la Repubblica di Salò e i Partigiani. 

Arriva il dopoguerra e quella "frattura" rimane anche se assume una forma ben diversa.

Ed è una tema molto caro a Rino Gaetano, ma anche a Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Pierpaolo Pasolini. Si parte dal dualismo politico tra la Democrazia Cristiana, rappresentata idealmente da "Cristo", e il partito comunista, "Stalin". Non è però solamente una lotta alle urne, è molto di più.

Ci sono gli Stati Uniti, ci sono equilibri atlantici da conservare, a fronte della crescita, in termini elettorali, del partito comunista in Italia. Ecco spiegata l'espressione "Terrore russo": il troppo consenso raccolto dal Pci può essere una "breccia" aperta nell'occidente e far crollare appunto quegli equilibri costruiti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Equilibri anche economici, basta pensare alle politiche di Enrico Mattei all'Eni, invise alle "Sette sorelle" del petrolio.

Così si arriva a un'Italia che dopo la Seconda Guerra Mondiale si è dotata di una costituzione, ha abbandonato la Monarchia per la Repubblica, ma la democrazia è una democrazia imperfetta, inquinata da "trent'anni di Safari tra antilopi e giaguari, sciacalli e lapin": trent'anni di ruberie e di malaffari di cui i politici sono protagonisti o testimoni. 

Antilope è un chiaro riferimento ad "Antelope Cobbler", il nome in codice di un personaggio che ebbe un ruolo fondamentale nello scandalo Lockheed. Riassumendo, dagli Stati Uniti era partita una cospicua tangente per far sì che il Ministero degli Interni acquistasse aerei della Lockheed. L'identità di Antilope è rimasta un mistero. Si ipotizza anche un errore, Cobbler sarebbe in realtà Gobbler, divoratore di antilopi. Qual è un animale che si ciba di antilopi? Il leone, e un Leone era presidente della Repubblica: Giovanni. Si è ipotizzato che dietro quella figura ci potesse essere Aldo Moro, Andreotti o Mariano Rumor, quest'ultimo presidente del consiglio. 

Poco conta comunque in questo caso sapere l'identità del grande burattino: lo scandalo Lockheed è una punta dell'iceberg di un sistema politico-affaristico corrotto. 

Ed è una vicenda, una Tangentopoli ante-litteram, che ha sempre affascinato Rino Gaetano, tanto da spingerlo a scrivere una canzone, diventata un cult: "Berta filava". Berta, cioè Bert, il soprannome di Robert E. Gross, il fondatore della Lockheed. Ma c'è di più, come spiegato da Bruno Mautone, autore di libri su Rino Gaetano: nel brano viene citato "il santo vestito d'amianto", erroneamente indicato come Aldo Moro.

A far nascere l'equivoco sono le parole dello stesso Rino Gaetano, nel 1977, in Puglia.


Vorrei ricordare un grosso personaggio che è nato a pochi passi da qui, è nato a Maglie. È uno dei più grossi calzaturieri. È uno che ha fatto le scarpe a tutta Italia. È uno che ha la freccia bianca in testa. Lui ha inventato diversi termini. È un grosso filologo. Ha inventato le convergenze parallele e la congiuntura, tutte queste cose che tendono a non chiarire nulla.


Questo il primo passaggio, che appunto chiama in causa Aldo Moro. 

Rino Gaetano aggiunge:


È una cosa dispersiva. Io l’anno scorso ho scritto una cosa ancora più dispersiva, dedicandola a questi grossi personaggi del mondo della politica e di altri mondi. Questa sera la voglio dedicare a questo personaggio che ha fatto le scarpe a tutta Italia


Rino ha scritto "Berta filava" e l'ha dedicata "a questi grossi personaggi del mondo della politica e di ALTRI MONDI".

Altri mondi che non sono quelli strettamente della politica, ma del mondo affaristico strettamente connesso alla politica. Nella fattispecie "Il santo vestito da amianto" è Eugenio Cefis, il successore di Mattei all'Eni, così definito all'interno di un libro, "Questo è Cefis", che racconta l'ascesa al potere di questo personaggio. 

"Questo è Cefis" è stata ispirazione per "Petrolio", l'ultima opera, incompiuta, del grande Pasolini. Cefis era un personaggio potente, che ha lasciato molte ombre. E che "vestito di amianto" (adeguatamente protetto..), riusciva a resistere alle situazioni più critiche e "brucianti". A supportare quest'interpretazione un altro elemento citato da Paolo Morando nel libro "Eugenio Cefis e i misteri del Petrolio", uscito nella collana "Storia dei grandi segreti di Italia": durante un'esibizione live di "Berta Filava", nella scenografia spuntava una cornicetta con targa bianca e la scritta "ex voto". Cefis era un collezionista appassionato di "ex voto", cioè dei piccoli quadretti che venivano donati dai fedeli per ringraziare di una Grazia ricevuta.

Aida, il testo della canzone di Rino Gaetano

Lei sfogliava i suoi ricordi

le sue istantanee

i suoi tabù

le sue madonne i suoi rosari

e mille mari

e alalà

i suoi vestiti di lino e seta

le calze a rete

Marlene e Charlot

e dopo giugno il gran conflitto

e poi l'Egitto

un'altra età

marce svastiche e federali

sotto i fanali l'oscurità

e poi il ritorno in un paese diviso

nero nel viso

più rosso d'amore

Aida come sei bella

Aida le tue battaglie

i compromessi

la povertà

i salari bassi la fame bussa

il terrore russo

Cristo e Stalin

Aida la costituente

la democrazia

e chi ce l'ha

e poi trent'anni di safari

fra antilopi e giaguari

sciacalli e lapin

Aida come sei bella


Commenti

  1. A Gianna piaceva il tartufo e devi dirci a chi si riferiva.

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    1. Hai fatto una domanda da 1 milione di euro, perché Gianna è la canzone più criptica di Rino Gaetano :D

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  2. Incredibile: senza sapere di questo articolo che risale a ieri, stamattina canticchiavo proprio "Aida"! 😮
    Rino Gaetano scriveva canzoni multistrato, ricche di significati impliciti. Un genio che ha precorso i tempi, e che ne avrebbe scritte delle belle anche sulla storia più recente d'Italia. La mia preferita è "A mano a mano" 😍, che sento parecchio mia in molti versi.

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    1. Beh, hai buon gusto se canticchiavi Aida :) beh, scherzi a parte, davvero una canzone geniale. Mi dispiace che un pezzo simile ad Aida, Scusa Mary, sia invece ignoto

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  3. Ragazzi buongiorno. Aida è la canzone del grande Rino che mi intriga e mi coinvolge di più. In essa scorgo tutta quanta la profondità e la bellezza del "Rino pensiero" ed essa viene ricordata proprio, a mio avviso, per l'abilità e l'arguzia con cui Rino musicava e traduceva in brani tutte le vicissitudini socioeconomiche e politiche dei suoi tempi a tutto vantaggio dei giovani e di quanti amassero seguirlo e ascoltarlo. Il suo era anche un canto di protesta, odiava le ingiustizie. Precursore dei tempi? Secondo me si. Le motivazioni che stanno alla base dei versi riferentesi nella fattispecie al "salario" e al "terrore russo" sono ampiamente spalmabili su noi anche adesso, e le lotte operaie dei tempi andati, oggi trascurate e sottovalutate, rischiano di rimanere semplicemente un lontano ricordo. questo la dice lunga sulla grandezza di Rino. Oggi tutto questo manca tremendamente. Oggi l'operaio, il povero e le famiglie bisognose in genere non sono più adeguatamente difesi. Il mondo della Cultura e della politica gravitano anch'essi entrambi su palcoscenici di egoismo e di edonismo che nulla hanno a che vedere con la solidarietà tanto sbandierata ma quasi sempre disattesa. La grandezza di Rino Gaetano, di Giorgio Gaber, di Enzo Jannacci, di Franco Battiato, di Fabrizio De Andrè, di Pino Daniele e di tanti altri ancora va racchiusa proprio in questo basilare concetto, che trae tristemente spunto da tutto quello che prima avevamo e oggi purtroppo non abbiamo più. E senza memoria storica i popoli non crescono.

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    1. Alla grande che era un precursore dei tempi. Era profetico, come altri grandi cantautori che hai citato.

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