La sala professori: la giustizia contrapposta all'etica degli insegnanti (di Bonigol)


di Bonigol

La sala professori, film diretto da İlker Çatak, è un'opera palesemente provocatoria che parla del concetto di giustizia contrapposto all'etica e alla responsabilità individuale di insegnanti e dirigenti scolastici.

In una scuola media tedesca la zelante professoressa Carla Nowak insegna matematica ed educazione motoria predicando con pazienza rispetto reciproco (in classi multietniche) e dialogo aperto. Dopo una serie di piccoli furti nell'istituto, alcuni interni iniziano a indagare interrogando e perquisendo gli alunni, incuranti di calpestarne i diritti. Nonostante la sua riluttanza a certi metodi, la professoressa Nowak resterà coinvolta (anche per alcune inaccortezze) nel degenerare degli eventi che seguiranno e che metteranno in luce la grande difficoltà delle moderne sfide educative. 

La ricerca del colpevole è la miccia che porterà alla "deflagrazione" l'intero istituto, il cui personale dovrà vedersela con accuse di ogni genere nella più classica delle rappresentazioni di un vizio di forma (sempre capace di rendere carnefice ogni vittima). Le fratture che si aprono nei rapporti (tra compagni di classe, tra colleghi fino alle alte vette della dirigenza scolastica) sono il frutto di un tempo in cui risulta sempre più faticoso muoversi tra burocrazia e regolamenti interni senza "urtare" qualcuno o qualcosa, così come nondimeno difficile è assumersi responsabilità.

Il personaggio della Nowak (magistralmente interpretato da Leonie Benesch), attorno alla quale si sviluppa l'intera storia, incarna un puro idealismo e una sana passione per l'insegnamento e l'antropologia.

La politica della "tolleranza zero" attuata dall'amministrazione scolastica aprirà falle significative in un sistema del reciproco sostegno nel quale i genitori formano sodalizi on line ma sono apparentemente incapaci di fare "rete" con il personale scolastico. Un tema attuale che è il focus centrale di quello che ci viene presentato come un dramma sociale ma che è anche una sorta di thriller psicologico. 

Molto ben strutturata, la trama si avvale di dialoghi e silenzi densi di significato che conferiscono al film una tensione crescente, capace di incollare lo spettatore allo schermo. 

Pregevole anche la parte tecnica con lunghe carrellate degli interni e mirati ed eloquenti primi piani della protagonista, il tutto incorniciato da un formato 4:3 che, personalmente, considero l'unica scelta non troppo felice del regista tedesco (anche se adottata sempre più spesso nel cinema contemporaneo, vedi film come Saltburn, The Whale o parte del recentissimo Povere Creature). 

Una visione impegnata sul mondo dell'educazione e dei limiti da non superare, che inizialmente strappa qualche sorriso per poi lasciarci in balia di curiosità e trepidazione. 

Nominato agli Oscar come miglior film internazionale, La sala professori centra il proprio obiettivo che è quello di farci porre domande sui confini dell'etica professionale attraverso un racconto emotivamente coinvolgente che sa regalare qualche colpo di scena ed è capace di incantare con la giostra dei ruoli e dei legami che affetto e stima edificano nonostante tutto.

Voto: 7.5

Commenti

  1. “The Teacher’s Lounge” è un ottimo film, anche se sono certo che la realtà è peggio della descrizione di una scuola che va in frantumi.
    La tua recensione è impeccabile.

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    1. Già, la realtà temo anche io sia molto peggiore. Grazie Gus!

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  2. Sicuramente in alcuni contesti la situazione è peggiore. La scuola attuale è un delirio nel quale spesso anche gli insegnanti più volonterosi devono fare i conti con situazioni grottesche che tarpano loro le ali. Il film è davvero bello e ben fatto. Grazie dell'apprezzamento Gus.

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  3. Visto per caso come "sostituzione" dell'ultimo minuto (erano finiti i biglietti del film che volevo vedere), avevo letto poco a riguardo e non conoscevo minimamente il regista, si è rivelato una piacevolissima scoperta. Un'ora e mezza che scorre benissimo, ne vorresti di più. Si sente tutto il tono freddo dei film nordeuropei, e qui è azzeccatissimo. La cosa che ho preferito nel film è la costruzione della tensione, che mi ha tenuto con il fiato in gola fino alla fine. Incredibile come la storia inizi a svilupparsi attorno a un misero furto di pochi euro. Ma “La Sala professori” è anche altro: si toccano senza fare retorica spicciola i temi dell’educazione scolastica, del bullismo, del razzismo, del giornalismo, della famiglia… questi argomenti hanno fatto riaffiorare in me un sacco di ricordi (forse quelli peggiori) del mio periodo da scolaro. Il finale? Un po' sottotono, ma anche io vado con il 7.5/10

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    1. Grazie per il commento che aspettavo con grande curiosità. Ora lascio la replica all'amico Boni.

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  4. Parere che condivido. Si percepisce lo stesso piacevole stupore che ho provato io durante la visione. È esattamente questo che intendevo col "degenerare" della situazione. Sembra una cosa da nulla risolvibile a "tarallucci e vino" ma poi subentrano altri fattori che toccano ogni scalino della gerarchia scolastica. Davvero ben fatto con intelligenza.

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