Sulla sabbia (di Bonigol)



di Bonigol

Sulla sabbia strizzo gli occhi al sole.

La risacca inonda le caviglie

come l'acqua piovana che irriga il germoglio.

È lì che l'estate diventa sopportabile.

Lontano dal cuscino umido,

dalla pratica da sbrigare,

dal tuffo nel cratere uscendo dal supermercato. 

Distante da dove ogni movimento

diviene un piccolo sforzo.

Uno "straccio" per terra e si va.

Il mare è una tana.

La fetta di anguria è un sorriso.

L'estate è l'attesa tra sistole e diastole,

uno stallo insidioso. 

L'estate è un predatore seducente e letale

che attira con la sua luce

per rosolarti sotto le fiamme

e affondare gli aculei dei suoi raggi.

Le cicale friniscono acufeni

ma gli alberi sono lontani

e l'ombra è una salvezza a pagamento. 

Nevicherà fra cinque mesi circa,

questione di sopravvivenza. 

Posso farcela, mi dico.

Non ce la farò mai, ribatto a me stesso. 

E dire che la città semivuota 

sarebbe così seducente.

Non quanto liquido colorato nel bicchiere.

Non quanto un'elica.

Commenti

  1. "Non quanto un'elica".. e pensare che dove s'annida tanta aulica poesia germogliano pure assist per il torture porn.. ;)

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  2. Il mare è una tana.
    Potrei averlo detto io.
    E' rifugio, dimora, preghiera.

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    1. eh sì. Anche se per come la intende il mio amico Bonigol, oggi il mare non è più luogo ideale per sconfiggere l'afa, nei giorni più caldi di queste già roventi estati

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    2. Il fatto è che mare per me è sinonimo di tuffo in acqua. Da quel che leggo, quest'anno la fioritura delle alghe sta guastando il refrigerio a molti, purtroppo.

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