di Stefano Impedovo
Follia
Folle il mio essere
Follia pura le mie azioni
Non appartenevo
alla ragione
ero figlio del caos...
tumultante.
Non cavalcavo palcoscenici prestigiosi
io recitavo
sul più importante...
io recitavo
la mia vita.
Cibati
Donna cibati
delle mie carni...
assaporale e divorale
ma null'altro di mio... avrai
Donna divertiti con il mio corpo... gioca con me
Donna chiedimi di essere il tuo "giocattolo"
e... divertiamoci
Donna possiediMi
Donna di me tutto avrai...ma non il mio CUORE
Poiché
... non mi appartiene
...mi è stato sottratto
dall'unica
Donna
per cui...ha vibrato...ha...palpitato
È...vissuto
Se il cuore è altrove la carne la puoi al massimo cuocere alla piastra..
RispondiEliminaahah hai proprio ragione caro Franco...e...ancora auguri!
EliminaFollia...non più la stessa con quella consapevolezza scritta, piuttosto un modo di ordinare i fogli sparsi di un copione che ha esaudito quella parte ,salendo sul nuovo palco.
RispondiEliminaCibati è un Teorema alla Marco Ferradini.
Ah...noi donne:))
Un Teorema alla Ferradini? Interessante parallelo...Beh, io penso che prima o poi ci possa essere sempre quella possibilità che il cuore "sia restituito" e che quell'unica sia una persona diversa da quell'unica..di prima
EliminaInfatti caro Riky la seconda parte del testo dice:No caro amico,
EliminaNon sono d’accordo
Parli da uomo ferito
Pezzo di pane, lei se n’è andata
E tu non hai resistito
Non esistono leggi in amore
Basta essere quello che sei
...
Non conosco Stefano ma questi suoi scritti mi hanno colpito molto.
RispondiEliminaLi sento "miei", non so come dire.
Parlano una lingua che conosco.
Mi fa molto piacere che ti siano piaciute queste poesie, sono felice di dare spazio ai miei amici poeti :)
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