Juke Box: 883, Gli Anni


Universalmente ritenuto un inno alla nostalgia, il brano "Gli anni" degli 883 (canzone tratta dal cd "La donna il sogno e il grande incubo") esprime il disagio nell'affrontare lo scorrere inesorabile del tempo. E' la canzone di un uomo che convive con una donna ("Solo lei davanti a me", canta Pezzali), ma che vive evidentemente una fase di stallo, non solo per quel che concerne il rapporto amoroso: così esce di sera da solo, per raggiungere quel bar in cui ha trascorso tanti momenti della sua vita. Ma gli amici non ci sono più, sono sposati e hanno smesso di frequentare il bar, e al protagonista della canzone non rimane che lo struggente ricordo dei tempi passati. E c'è il rimpianto anche per una donna amata che oggi è divenuta la sposa di un altro uomo.



Tutto sommato ognuno di noi può fare propria questa canzone, nel mio caso magari cantando "gli anni d'oro del grande Milan" e non del grande Real. Più nello specifico, "Gli anni" è stata anche colonna sonora di un passaggio fondamentale della mia vita: l'addio al periodo felice della preadolescenza, delle scuole medie. Il 6 giugno 1997 uscì il disco successivo degli 883: "La dura legge del gol". Ma sono stati "Gli anni" ad accompagnarmi in questa nuova fase. Non a caso suonai e cantai questa canzone, nel mio ultimo giorno da studente di pianoforte, in occasione di un piccolo saggio organizzato dalla mia insegnante Simona, presso la sua abitazione. In effetti in quel momento dicevo addio alle esibizioni sui palchi: niente più saggi di pianoforte, niente più canti negli spettacoli scolastici. Momenti emozionanti che custodisco nel cuore, senza rimpianti e, posso dirlo con certezza, senza nostalgia.

Commenti

  1. Non mi piace la nostalgia e nemmeno piangermi addosso.
    E' un modo per farsi del male.
    E la nostalgia non posso nemmeno averla perché dimentico
    facilmente il passato.
    Mi pesa solo questa storia:

    La prima adolescenza, cioè quella che arriva a quindici anni, l'ho vissuta in un paesino della costa Adriatica. L'estate era una grande festa per noi maschietti. Arrivavano famiglie dalle città per passare le vacanze al mare. I più grandi rincorrevano le signore e i ragazzini le governanti. La spiaggia era molto bella. Un solo stabilimento balneare e una ventina di cabine. L'ultima della serie presentava un piccolo forellino fatto con il trapano da mani abili. E da quel buco la nostra immaginazione diventava realtà. Ormai avevo 16 anni, alto, ben messo, e non curiosavo più nei forellini per spiare le donne nella loro intimità. L'ennesima estate si apprestava a lasciarci. Monotona e identica alle altre. Invece accadde qualcosa di eccitante e diverso. Un pomeriggio dopo il cambio d'abito una signora uscì e invece di tornare a casa venne verso il nostro piccolo gruppo. Dal suo sguardo di ghiaccio caldo non impiegai molto a comprendere che cercava me. Mi prese per mano e mi portò nella sua villa. Mi disse:" Ora puoi vedermi con tutta tranquillità". La storia durò una quindicina di giorni. Poi partì per tornare a Milano. Si chiamava Francesca, sposata. Aveva trent'anni.

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    1. Hai ragione: la nostalgia è un sentimento che può fare male, bisognerebbe evitarla. Anche se ammetto che non sia facile.
      Invidio molto questo tuo aneddoto :)

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    2. Molti hanno visto questa storia come qualcosa molto vicina alla pedofilia. Il fatto è che vivere nei paesini abruzzesi era duro. La strada aveva mille pericoli e si cresceva in fretta.
      Molti a 13/14 anni già lavoravano.
      Quella storia con Francesca la tenevo in mano io. Ero io a decidere quando fare sesso, come farlo e quando bisognava finire. A volte la trattavo con durezza per frenare le sue esuberanze. Ero molto più alto di lei e la sollevavo come fosse un fuscello. Riky, era una mora guizzante come un'anguilla. Dopo lei ho sentito un vuoto affettivo. Le mie coetanee mi sembravano bambine. Mi ha scritto qualche lettera. Dopo la mia famiglia si trasferì a Pescara e di Francesca non ho saputo più niente.

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    3. Per noi 16enni era inevitabilmente "sognare" le donne. Poi sì, in quei tempi voi adolescenti eravate già costretti a crescere molto rapidamente per fattori oggettivi (non come oggi, dove la società impone ai 18enni di essere già adulti fatti e finiti, per ossequio al turbinio della vita moderna), in primis per poter guadagnare il pane.

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  2. Una canzone che ti fa ricordare il passato, ma bisogna restare nel presente, guardando il futuro.
    Sereno giorno.

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    1. Soprattutto restare nel presente, che a volte ci sfugge via!
      Ciao Cav, buon weekend

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  3. La nostalgia è sempre stata un elemento determinante nella discografia degli 883, per questo li apprezzavo così tanto.

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    1. Sì, la nostalgia e l'abilità nel descrivere la vita di tutti i giorni per un ragazzo di Provincia.
      Non è cantautorato, ma porto sempre nel cuore queste canzoni

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  4. In realtà a volte riusciamo a cristallizzare un'immagine idealizzata del passato...
    conserviamo il meglio e cancelliamo il peggio..poi a posteriori tendiamo (giustamente) a vedere il bicchiere mezzo pieno, in merito a ciò che abbiamo vissuto, anche per farci coraggio e darci fiducia per il presente e il futuro. Altrimenti, vedendo il bicchiere sempre mezzo vuoto, rischieremmo di essere travolti dai rimpianti...

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  5. Non sono mai stato un grande amante degli 883 (e per niente di Pezzali), a parte il primo, indimenticabile album. Già dal secondo, nonostante fossi un ragazzino, cominciai ad allontanarmi da quel tipo di musica. Ma "Gli anni" è senza dubbio una delle mie canzoni pop preferite, e la ascolto sempre molto volentieri. E sì, la malinconia arriva eccome.

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    1. Il primo album era bello "politicamente scorretto", ma il secondo ne ha conservato lo spirito. Il terzo è stato un deciso cambio di rotta, sì, poco 883 (la Radio a mille watt) e tanto Pezzali.

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  6. Se avessi pubblicato prima questo post lo avrei linkato nel mio sulla nostalgia.
    Questa canzone è meravigliosa. La adoro. E come molte degli 883 mi fa ripensare a quel mio vecchio amore verso il Calabrese con cui trascorrevo ore e ore al telefono.
    Lui adorava gli 883 e quindi le loro note erano sempre in sottofondo nella sua auto, o nel bar da cui mi chiamava.
    Parentesi sentimentale a parte, per ciascuno di noi esiste un periodo che faccia da spartiacque tra l'ingenuità (con annessa felicità) del passato e la consapevolezza e maturità presente che, troppo spesso, conducono all'insoddisfazione.
    Forse perché siamo troppo esigenti con noi stessi? A pensarci bene, poteva andarci molto peggio. O no?

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    1. Molto bello il tuo commento, condito anche dei ricordi personali.
      Credo che tu abbia colto un punto mai sviluppato nelle discussioni sul tema: da ragazzini eravamo meno responsabili, ma anche meno preoccupati da bilanci e da valutazioni sulla nostra vita.
      Magari trascorrevamo una settimana nell'apatia, nel non fare un cazzo (d'estate capitava), eppure non lo consideravamo tempo perso.

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  7. Di certo la mia preferita degli 883, e per me anche ambigua.
    Quel solo lei davanti a me, chi citi anche tu, io non so come interpretarlo: si tratta della donna che alla fine vive con lui, o della sua vecchia fiamma incontrata al bar (e che lui rivede in fissa nel cervello dopo averla incontrata casualmente)?

    Moz-

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    1. Dunque...è anche la mia preferita, sopra "La donna il sogno e il grande incubo" e "Rotta per casa di Dio".
      Mi piace un sacco, questa interpretazione: e non contrasta con la mia.
      E' sempre senso di incompiutezza del protagonista, che cerca di rivivere la bellezza del passato nello stallo del presente.

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  8. Concordo anch'io che è una delle migliori degli 883, molto malinconica..anzi a dire il vero a me riesce a commuovere sempre quando l'ascolto :)

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    1. La parte finale, solo musicale, è molto intensa secondo me...
      In effetti credo che anche io, con il passaggio degli anni, finirò per commuovermi :(

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  9. E' una bella canzone ma a volte i ricordi ci rendono tristi e nostalgici, forse converrebbe non indugiare mai troppo. E in un modo o nell'altro andare avanti, consci che tante cose non possono tonare, ma che potremo averne di nuove.
    Resta bellissima, comunque, e la ascolto spesso.

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    1. Infatti è il limite dei ricordi: certo non potremo più avere l'amico con cui giocare nel giardino di casa (non giochiamo più), quindi rimpiangere i tempi in cui eravamo bambini e giocavamo in giardino è un esercizio un po' sterile..
      Rischia di mandarci in fase di stallo sul presente...

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  10. Certo..penso che nel passato nella musica c'erano Rino Gaetano e Fabrizio De André..per non parlare del cinema 😁

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  11. Mi riferivo più alle nostre vite, a ciò che abbiamo fatto

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  12. Secondo me è proprio la canzone più iconica del buon Max.
    Ho tanti bei ricordi con gli 883, ma oggi li rivedo lontanissimi, perché anche con tutta la nostalgia di questo mondo, oggi credo di essere cerebralmente completamente diverso da allora.
    Non a caso non ho " Nessun Rimpianto " ( tanto per citare gli 883 nuovamente ), per gli amori e i sentimenti di quel periodo.
    Li ho vissuti, e sono passati.
    La donna che amai in quel periodo oggi è sposata con due figli, ma ti confesso che non me ne frega nulla, ed a vederla non provo niente.
    Si va avanti e si evolve, certo non sempre in bene, l'esistenza non è una favola Disney.

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    1. In quegli anni io invece di amori ero allo zero, ma iniziavo ad avere i primi "occhi a cuoricino" (nell'estate 1996 avevo da poco compiuto 13 anni). Mi manca un po' la spensieratezza di quegli anni, lo ammetto, ma hai detto bene: si va avanti e si evolve. E ha detto bene Claudia: "invecchiando" siamo sempre più esigenti e anche un po' noiosi, quindi si dà meno valore alle cose belle che abbiamo oggi.

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  13. In pratica avrebbero potuta tranquillamente metterla nella scena di HIMYM con The Longest Time di Billy Joel (hai già commentato, è solo per farti capire).
    Non sapevo suonassi il piano o forse lo avevo rimosso.

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    1. Ho suonato il piano cinque anni, dalla quarta elementare alla terza media :)

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