Dove vai in vacanza? Tre chilometrici episodi, ma risate fiacche


Film del 1978 di lunghezza chilometrica (2 ore e 33 minuti, manco fosse un kolossal hollywoodiano..), "Dove vai in vacanza" è una commedia divisa in tre episodi molto diversi tra loro, troppo diversi.

"Sarò tutta per te", per la regia di Mauro Bolognini, ha per protagonisti Enrico (Ugo Tognazzi) e Giuliana (Stefania Sandrelli); lei invita lui a trascorrere qualche giorno nella villa dell'ex fidanzato, l'uomo con cui si era legata sentimentalmente alla fine del matrimonio, ma i propositi di Enrico - avere nuovamente un rapporto sessuale con l'ex moglie - sembrano naufragare, a causa dell'arrivo dei tanti, inattesi ospiti della villa, tra i quali lo stesso padrone di casa e il figlio, interpretato da quel Pietro Brambilla che avevo apprezzato nei panni di Livio ne "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati. Episodio dai toni amari che potremmo riassumere con un celebre verso di Antonello Venditti: "Non c'è sesso senza amore". Quando Giuliana decide infatti di concedersi, inaspettatamente, Enrico va in bianco; non perché sia sessualmente "in declino" (prima dell'invito dell'ex moglie, lo vediamo infatti dopo un rapporto sessuale avuto con una ragazza più giovane, interpretata da Lory Del Santo), ma perché consapevole che la moglie non si senta più attratta da lui. Quando diventa pura meccanica, il sesso può non soddisfare. Ed evidentemente Enrico rimpiangeva non l'assenza di sesso, con Giuliana; l'assenza di Giuliana al suo fianco, nella vita.

I miei colori?

Giuliana ed Enrico

Da questa considerazione sociologica di "Sarò tutta per te", si cambia totalmente registro in "Sì, buana", episodio ambientato in Africa, per la regia di Luciano Salce, protagonista Paolo Villaggio nei panni di Arturo, ex imbalsatore "riciclatosi" guida turistica per ricconi impegnati in Safari. Tra rutti, scoregge, tette e chiappe (maschili), frecce infilate nel posteriore e piedi bruciati sui carboni ardenti, con successivo ululato fuori campo, Arturo è un Fantozzi in tono minore e in salsa africana. Ci sono anche il megadirettore Paolo Paoloni e Gigi Reder, il Panunti, titolare del tour operator e quindi datore di lavoro di Arturo. L'episodio vuole certamente ironizzare sulla moda dei Safari (i ricchi però preferiscono il banchetto con le pietanze italiane alle specialità africane, scena che simboleggia alla perfezione il provincialismo degli italiani), ma alla fine ruota tutto attorno al "diabolico" piano della bella Margherita (Anna Maria Rizzoli), fermamente intenzionata a liberarsi del marito più anziano (il caratterista Daniele Vargas) durante una battuta di caccia al leone. Un po' si ride e un po' ci si annoia. In sostanza è fiacco.

Fantozzi e Filini Arturo e il suo datore di lavoro

Simpaticissimo il ragazzo africano-romano, tornato in Africa alla ricerca di lavoro

"Vacanze intelligenti" è dei tre il migliore episodio, grazie a un ottimo Alberto Sordi (che cura anche la regia), ma purtroppo è stato allungato all'inverosimile e ha forse una conclusione un po' tirata via. La filosofia di fondo è: davanti a un piatto di buoni spaghetti, non ci sono differenza tra poveri e ricchi, tra nuove e vecchie generazioni. Ma la parte in cui Remo (Sordi) e la moglie Augusta visitano la Biennale di Venezia vale da sola l'intero film. I due coniugi infatti sono stati costretti a "vacanze intelligenti" dai figli, che hanno preparato un tour culturale con tappe in tutta Italia. Le vacanza saranno anche intelligenti, ma sono estenuanti: una divertente presa in giro dei radical chic anni '70 (non a caso una delle figlie di Remo è appassionata di filosofia indiana new age). In fondo la risposta alla domanda del titolo del film, "Dove vai in vacanza?", è chiara: "In vacanza è importante andare in un luogo in cui ci si diverte", risponderei io. Che sia poi un tour culturale, una vacanza al mare o in montagna, non importa. Conta fare, anche in vacanza, ciò che ci fa stare bene.

Augusta scambiata per un'installazione artistica

Remo e Augusta davanti a un'opera moderna

Commenti

  1. Fiacco è il lemma giusto. Forse si salva a stento Alberto Sordi.

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    1. Sìsì, Albertone si salva eccome :).
      Ma gli attori sono bravi, son le storie debolucce.

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  2. Devo ammettere che del primo episodio proprio non ho ricordo, il secondo è mediocre, un Villaggio "minore", mentre nel terzo si ride di gusto... oltre all'episodio geniale della biennale mi fa sempre morire quando vanno al concerto di musica "contemporanea" o la colossale abbuffata per vendetta

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    1. Il terzo episodio paga dazio all'eccessiva lunghezza...doveva essere condensato in meno tempo :)

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  3. Mai riuscirei a star seduta per 2 ore e mezza a guardare qualcosa.
    Neanche se fosse un capolavoro mi attribuirei una simile condanna :D

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    1. Io..l'ho visto in due sere diverse :D...
      troppo lungo. Davvero..

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  4. non credo che sia un problema di lunghezza, piuttosto mal amalgamato... d'altronde si tratta di 3 mediometraggi slegati tra loro! bastava tagliarne uno e ottenere un film dalla durata media...

    All'epoca però andava di moda fare questi film ad episodi fiume, forse in ottica di una trasmissione tv separata (vedi il successivo "Eccezzziunale veramente" trasmesso in 3 serate), oppure in tv passava una versione singola, ma accorciata (tipo "Grandi Magazzini" o lo stesso "Eccezzziunale Veramente").

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    1. Forse bastava tenere due episodi (tipo Culo e Camicia, che ha due episodi completamente slegati tra loro)per diminuire la lunghezza...

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    2. o anche "Questo e quello" (strepitosa la prima parte con un Pozzetto che parodizza Pazienza) o "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio" (anche qui, meglio la prima che la seconda parte)

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    3. Questo e quello è nella lista dei recuperi ^_^

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  5. Indovina perché non guarderei MAI questo film?
    Lo sai, perché mi conosci bene. ;)

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  6. Mi trovi completamente d'accordo. Lo vidi tempo fa, e non ne ho per niente un bel ricordo. Anzi, non ne ho ricordo e basta... e questo la dice lunga sul contenuto.

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    1. Poi è un film che su Canale 5 veniva trasmesso ogni estate, di pomeriggio..io in genere guardavo sempre il primo episodio, annoiandomi :D

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  7. I primi due non li ricordo e probabilmente manco li ho mai visti.
    Mentre il terzo l'ho visto per caso un anno fa, quando lo hanno passato alla TV. Non ho accusato la lunghezza, forse perché manco mi ero accorto che fosse un film a episodi, quindi credendo che fosse un comune lungometraggio, è durato anche poco.
    Bellissimo comunque, ancora di più perché l'ho visto al momento giusto, come mi è capitato per Casotto, pellicola geniale tutta girata in una cabina comune di uno stabilimento balneare.
    Il finale di Vacanze Intelligenti però mi ha messo tristezza, confidavo più in un lieto fine in cui avremmo visto finalmente i coniugi rilassarsi in albergo, mentre, come si dice a Roma, "se la pija 'n saccoccia".

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    1. No, scusa, ho confuso questo film con un altro a episodi. Anche questo l'ho visto un anno fa ma non mi aveva fatto impazzire. Su YT c'è l'intero episodio e mi sono accorto che ti stavo commentando un altro film, simile perché leggendo la trama che hai riportato, è sempre una vacanza ma per l'anniversario di matrimonio, forse sempre organizzata (o suggerita) dai figli e sempre con la zia di Pino Insegno al fianco di Albertone.
      Il film che dico io è Le Coppie, mentre l'episodio è La Camera.

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    2. Grazie per avermi suggerito un altro film da vedere! Addirittura c'è Enzo Jannacci protagonista di un singolo episodio..

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