La leggenda del n.9: Marco Van Basten

Poster sulla porta del mio studio


Il mio primo ricordo di Marco Van Basten, uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio...non lo ricordo.

Ho chiara, nelle mente, una grande foto di Paolo Maldini, impegnato nella partita con l'Avellino, pubblicata sul Guerin Sportivo (campionato 1987-88). Maldini era uno degli idoli di mia sorella, anche lei bambina, all'epoca. Divenni tifoso del Milan quasi per caso e quell'anno fui "premiato" con la vittoria dello scudetto, che sicuramente fu fondamentale per rafforzare la fede rossonera.

E' vago il ricordo anche dell'europeo del 1988, quello vinto dall'Olanda e che portò la firma di Marco Van Basten, capocannoniere con 5 reti, l'ultima in finale con l'Urss, un capolavoro assoluto, un tiro al volo entrato negli annali.

Fu così la stagione successiva (1988-89) a consacrare Van Basten come uno dei miei idoli assoluti. Segnò infatti quattro gol in una partita di Coppa dei Campioni, con il Vitosha Sofia (furono cinque, ma uno fu annullato). A suon di gol trascinò il Milan alla vittoria del prestigioso torneo. Prima della finale, conquistando lo scalpo del Real Madrid. Quella squadra che sapevo essere la più forte del mondo e della storia.

Van Basten incantava, con la maglia n.9. Sfruttava la sua statura e la sua grande coordinazione per segnare bellissimi gol di testa. Dribblava elegantemente gli avversari, "danzava" in area. Poteva inventarsi un tiro beffardo da ogni posizione dell'area: in un Milan Fiorentina segnò di sinistro, con un incredibile pallonetto. Quando alla fine della stagione 1991 venne a galla la frattura con Arrigo Sacchi, il vate di Fusignano, non ebbi esitazione: mi schierai dalla parte di Van Basten. Il Milan poteva rinunciare al suo allenatore, ma non al campione con la maglia numero 9. Con l'arrivo in panchina di Fabio Capello, Marco Van Basten riprese a segnare con grande continuità. Un campionato e mezzo costellato di prodezze, poi nel 1993 lo stop per l'infortunio.

Ero a conoscenza dei problemi alle caviglie, ma mai avrei pensato a quel triste epilogo di 25 anni fa. Il campione olandese provò a tornare: scese infatti in campo nel finale di stagione 1992-93. Il giorno della comunione dell'amico Francesco N., Van Basten segnò l'ultimo gol con la maglia del Milan, ad Ancona. Seppi della vittoria rossonera e della rete di Marco tornando a casa, di sera, collegandomi con la pagina 202 del televideo. Giocò la sua ultima partita contro il Marsiglia, l'odiato Marsiglia, nella più triste finale di Champions League che ricordi. Marco non stava bene, aveva provato a dare il suo contributo, ma non era stato sufficiente a riportare il Milan in vetta al calcio europeo.

Van Basten nella stagione 1993-94 non scese mai in campo, ma questa amarezza fu compensata dalle splendide vittorie dei rossoneri, in campionato e in Champions League. L'anno successivo però l'assenza di un grande attaccante si fece sentire. Il Milan non brillò in campionato e fu sconfitto dall'Ajax in finale di Champions.

Estate 1995. La prima di quattro bellissime estati della mia giovinezza. Il 18 agosto mi sedetti davanti alla televisione per Milan - Juventus, amichevole che metteva in palio il Trofeo Berlusconi. In campo il nuovo centravanti, il gigante d'ebano George Weah. Prima della partita, dal tunnel di San Siro, sbucò fuori lui, Marco. Una camicia rosa, un giubbetto marrone, un paio di jeans, il volto triste e stanco, le braccia alzate al cielo. In panchina l'allenatore Fabio Capello colto durante un attacco di pianto. "Le tue imprese sono già leggenda. Grazie Marco per sempre", recitava uno striscione della tifoseria rossonera. La cronaca era diventata storia.

Marco Van Basten ha scritto pagine indelebili della storia del calcio. Il 18 agosto 1995 si chiudeva un'epoca, fatta di grandi vittorie e anche di qualche delusione. La mia passione per il calcio avrebbe conosciuto nuove strade (il calcio estero, i videogiochi) e nuovi idoli; il tifo per il Milan avrebbe continuato a pulsare, forte, condiviso con nuovi amici. Ma quel 18 agosto archiviai per sempre un simbolo della mia infanzia.

Il cigno d'Utrecht, attaccante dalla classe immensa, portatore di bellezza sui campi da calcio.

Commenti

  1. Un fuoriclasse straordinario, come Achille della guerra di Troia con il problema del tendine e Marco della caviglia.
    Il cigno di Utrecht, in ogni caso, lo colloco tra le prime 5 punte di tutti tempi. Il più grande è Maradona, e tutti sappiamo che " è meglio 'e Pelè".

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    1. Io lo colloco tra i primi cinque, con Maradona, Pelé, Cruyff e Di Stefano :)

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  2. Un campione eccezionale. Per me resterà sempre il migliore. Su tutti.

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    1. Dal punto di visto del cuore, sì, è anche per me il n.1!

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  3. Peccato veramente che gli è toccato smettere troppo presto, ci ha perso veramente tutto il calcio, non solo i tifosi milanisti!

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  4. Grazie mitico! Sì, anche per me quella fu la stagione top. A Cagliari e Milano contro l'Atalanta il Milan fece due partite pessime. Van Basten segnò sei gol e il Milan vinse entrambe le partite..

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  5. Mi sono appassionato al calcio grazie ai racconti di mio padre e dei suoi amici sui grandi del calcio e Van Basten era uno dei nomi che ricorreva spesso. Purtroppo non ho ricordi miei di questo straordinario calciatore e quello che so l'ho imparato dalle parole e dalle immagini. Curiosamente quando ho cominciato a tifare Milan ero impressionato da George Weah e dal suo modo di giocare e ricordo il paragone con Van Basten spesso ripetuto dai cronisti e dai giornalisti.
    Oggi la mia passione calcistica è quasi nulla ma guardo sempre con piacere alle gesta di questo fenomeno. Secondo me ci sono atleti che giocano a calcio e atleti che sono il calcio. Van Basten lo metto nella seconda categoria.

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    1. Bellissima definizione "atleti che sono il calcio". Weah era forte, ma effettivamente molto diverso da Van Basten, potente nelle progressioni, ma ovviamente Marco aveva più classe nel trattare il pallone

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    2. Un giorno bisognerà che ci facciamo un post: Il dream team degli atleti che sono il calcio.

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    3. Post difficilissimo :D. Provo a fare una top 11 :D
      Jascin - Thuram Beckenbauer Baresi Maldini - X Platini o Zidane - Maradona Pelé Cruyff - Van Basten..
      Mi manca un centrocampista :D

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    4. Un po' sbilanciata in avanti questa rosa. Alla faccia del calcio totale di Sacchi

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    5. Difficile trovare centrocampisti difensivi :D

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  6. Io da non tifoso, ricordo che mi trovavo nel paesino di origine di mia madre, covo di numerosi tifosi del Milan, proprio durante la prima finale di Coppa Campioni vinta dal Milan.
    Ricordo un ragazzo giovane che abbracciava il televisore gridando in dialetto " Bello Mio " durante l'esultanza di un gol di Van Basten.

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    1. Bellissimo questo aneddoto..
      Io di quella finale ricordo di averla vista in tv a casa e - elemento inedito - che un mio amico dell'epoca l'aveva registrata con il videoregistratore: il giorno dopo andai a casa sua a trovarlo e lo trovai davanti alla televisione, ancora in contemplazione per quella vittoria!

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  7. Un grande campione, ricordo tanti suoi splendidi goal.
    Saluti a presto.

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    1. E a proposito di gol..in autunno ci sarà un super post su Van basten!

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  8. Straordinario giocatore, ma decisamente sfortunato. Quanti altri grandi gol ci siamo persi...

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    1. Davvero...mi è dispiaciuto poi non vederlo protagonista al mondiale del 1994..poteva essere la sua rivincita dopo quello del 1990..

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