Profondo Rosso: il leggendario thriller di Dario Argento


Scrivere una recensione di "Profondo Rosso" (1975) può risultare ridondante: un film noto a tutti, un caposaldo della cinematografia italiana, non solo del genere thriller. Dario Argento firma un capolavoro che ha segnato anche la cultura pop, grazie alla splendida colonna sonora, al celebre motivo dei Goblin. Ma ancor più terrificante di quel motivo è la nenia infantile che accompagna gli omicidi del killer, risuonando nel silenzio della stanza in cui la vittima sta per perdere la propria vita, in piena solitudine. Argento cura al massimo ogni dettaglio: la scena più terrificante del film, a mio parere, è quella in cui il professore Giordani (Glauco Mauri), nel culmine della tensione, vede fare irruzione nel suo studio non l'assassino, ma un inquietante bambolotto. Un altro bambolotto impiccato, giocattoli kitsch su un tavolo a fianco di coltelli a serramanico, disegni infantili e murales raccapriccianti: non servono creature soprannaturali, mostri e fantasmi, per generare paura nello spettatore. La tensione sale nel vedere gli occhi dell'assassino con gli zigomi pitturati di nero, le sue mani.  Dettagli (dicevamo della cura per essi da parte di Argento) che non saranno però sufficienti a farci capire di chi siano quegli occhi e quelle mani; scopriremo infatti il colpevole solamente alla fine. 

Il murales

"Profondo rosso" non è solo una colonna sonora leggendaria e un film dall'incredibile impatto visivo, grazie anche ai cruenti omicidi inscenati: al talento di Argento nel mettere in scena morti di vario tipo (altroché Final Destination...), talento già mostrato nei precedenti thriller, si aggiunge una buona dose di splatter, tra decapitazioni, bocche maciullate, colpi di mannaia e investimenti letali. Tuttavia lo stesso giallo è credibile, grazie a un'ottima sceneggiatura: l'espediente dello specchio, il trauma infantile, omicidi coerenti con il profilo del serial killer. Tutto si incastra alla perfezione. "Profondo Rosso" regala inquietudine e paura, senza Jumpscare: sono sufficienti un bambolotto lanciato a tutta velocità sulla scena, uno stretto corridoio con quadri dai disegni raccapriccianti, il volo di un merlo, poi trafitto dalla sua stessa padrona. E come ne "La casa dalla finestre che ridono", l'orribile verità si svela passo a passo, fino al momento in cui il protagonista, il pianista inglese Marc (David Hemmings), piccona la parete di una villa disabitata, scoprendo una stanza murata e l'orrore in essa celata. Il macabro, in questo film, è anche una bambina (la piccola Nicoletta Elmi), che sotterra senza pietà le lucertole e scarabocchia su un foglio il disegno di un omicidio, riproducendo ciò che ha visto ritratto..in un altro disegno.

Il malefico bambolotto


I quadri


E i difetti di "Profondo Rosso"? Non certo l'humor: nei film di Argento sfumature più ironiche non possono mancare. Qui abbiamo i battibecchi tra il protagonista e Gianna, la giornalista interpretata da Daria Nicolodi, e le scene nella scassata cinquecento della donna; ma anche la figura della madre di Carlo, una superlativa Clara Calamai e quel suo insistito "ingegnere", riferito a Marc, che ovviamente nella vita faceva ben altro (era un noto pianista). Forse alcune scene action non indispensabili (Marc che penzola da un cornicione): in effetti la durata di due ore ha rischiato di penalizzare quella che poi è stata l'eccellente riuscita di "Profondo Rosso". Qualche riserva, in realtà, il sottoscritto la nutre nei confronti del protagonista e della sua recitazione, talvolta troppo sopra le righe, troppo teatrale. Tuttavia, probabilmente, è un giudizio "inquinato" dalla mia preferenza verso Lino Capolicchio, lo storico protagonista de "La casa dalle finestre che ridono", che inizialmente doveva interpretare Marc, ma che ha poi dovuto rinunciare alla parte a causa di un incidente automobilistico.  Piccola curiosità: Capolicchio avrebbe affiancato Lavia, protagonista di "Zeder", altro cult di Pupi Avati.  

Gabriele Lavia e David Hemmings



Commenti

  1. L'ho rivisto su SKY.
    Dopo 10 minuti dormivo.
    Pieno di effetti speciali.
    Non c'è genialità.

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    1. Diciamo che la genialità sta nella cura dei dettagli, come quello celebre SPOILER dello specchio che sembra un quadro, ma è uno specchio, e riflette il volto dell'assassino

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  2. Ho visto La casa dalle finestre che ridono, L'arcano incantatore e Profondo Rosso a un festival del cinema horror d'autore un bel po' di anni fa a Nettuno. Dei tre mi piacque tantissimo il primo, tanto che ho comprato il DVD e me lo tengo stretto. Profondo Rosso l'ho visto un paio di altre volte ma a parte il tema dei Goblin che è iconico e bellissimo, il film non mi ha mai convinto più di tanto. Di Argento (che a me non piace) preferisco Suspiria.

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    1. Io sono un avatiano...quindi preferisco "La casa dalle finestre che ridono"...Però amo molto Profondo Rosso...da appassionato di thriller all'italiana..però sì, i difetti ci sono in questo film...

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    2. Sai, a volte non è una questione di difetti. E' proprio che non c'è feeling con il modo di raccontare di un regista. Anche io sono team Avati.

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    3. Infatti per me "La casa dalle finestre che ridono" rimane al numero 1!

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  3. La Torino di Giallo --> flop
    La Torino di Profondo Rosso --> bellissima
    Anche se a livello di location sai che ho preferito le 4 mosche di velluto grigio?

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  4. Come dimenticarne la colonna sonora, che davvero è entrata a far parte della vita di tutti. In quel periodo era davvero in ogni casa e tuttora ce la ricordiamo. Questo è già un bel record.

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    1. Esatto, è una colonna sonora "immortale". RIsentirla nel film, nei titoli iniziali, mi ha fatto provare un brivido di emozione (positiva).

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  5. Ti ho già detto che non lo ricordo affatto e me ne dispiace.
    Mi stai facendo venire voglia di riguardarlo.
    Peccato sia passato in chiaro di recente, quindi dubito di poterlo beccare presto.

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  6. E nei sedili posteriori dell'auto dell'incidente di Capolicchio, venne trovato un copione imbrattato di sangue: Chipsiomega, nome da lavorazione di Profondo Rosso.
    Per me IL giallo all'italiana con La casa ecc... di Avati e Non si sevizia ecc... di Fulci.
    Opera impeccabile, anche per le location... da Torino a Roma, una città moderna e fredda, ambigua, e c'è pure il bar di Hopper! :)

    Moz-

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    1. Non sapevo del copione insanguinato..dettaglio horror! Hai citato i due cult, assieme a Profondo Rosso: una perfetta trilogia di thriller all'italiana, il manifesto oserei dire.
      Giusta citazione (io non l'ho fatto) del bar di Hopper. Altra magia di Argento in questa pellicola.

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    2. Sì, si vede da questi dettagli che Profondo Rosso è superiore alle altre sue creazioni...

      Moz-

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    3. Anche Phenomena però ha delle suggestioni interessanti, a livello di dettagli..Opera..ovviamente Suspiria..

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  7. Daria Nicolodi ce l'ho tra i miei contatti, non è una che parla volentieri di sè e del suo passato e che non conceda facilmente interviste (solo una volta sono riuscito a farmi rilasciare un commento sull'episodio di "Coliandro" a cui ha partecipato e che poi ho inserito nel post che ho scritto in merito). Ad ogni modo prima o poi spero di farle parlare di Profondo Rosso per un post che vorrei scrivere. Una cosa però me l'ha detta: ha parlato benissimo dello scomparso David Hemmings, il fatto che l'attore inglese abbia una recitazione così calcata deriva dal fatto che non aveva nessuno studio alle sue spalle ma che provenisse da una famiglia di artisti da strada (infatti, era stato un bambino prodigio e recitava sin da piccolo). Comunque, se un giorno riuscirò a farla parlare di "Profondo Rosso"te lo farò sapere in anteprima.

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    1. Grazie Nick, speriamo che tu riesca a farti raccontare qualcosa! Bellissimo l'aneddoto su Hemmings. Infatti si vede che è un buonissimo attore, ma a me non ha convinto del tutto. A pelle, poi il mio parere non vale molto :)

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  8. Vedo che siamo d'accordo sulla recitazione del protagonista ;)
    Comunque "Profondo Rosso" è stato il mio primo vero film "horror" che ho visto da piccolo, e quindi gli sarò sempre legato!

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    1. Non mi ha convinto Hennings...anche se poi magari sono io troppo "capolicchiano" :D

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  9. Anche questo non l'h0 mai visto ma ho provato a iniziarlo più volte...
    Dovrei riprovare solo per lo splatter che, se non è gratuito, apprezzo sempre.
    Per la lunghezza potrei rimediare dividendolo in 3 puntate 😝
    Inquietante la bambina... ma le sotterra vive le lucertole? Non si dimenano?

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    1. Beh dai guardalo allora! Spezzalo in due e poi mi dici la tua. E' un classicone, non può mancare alle tue visioni..

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  10. Approfitto dell'inserimento dell'articolo nel Magazine (o sarebbe più opportuno parlare di "riesumazione", dato il tema? 😄), per scoprirlo e commentarlo anche qui. Eh sì, perché di "Profondo rosso", come dici, se n'è scritto in abbondanza.
    Non amando l'horror in generale, di Argento ho visto solamente questo film, "Opera" e, mi pare, "Quattro mosche di velluto grigio"; ma sono in qualche modo legato/attratto da "Profondo rosso" perché è uscito al cinema il giorno esatto della mia nascita, e nutro una certa affinità con quanto prodotto in quel periodo.
    Del film, di cui ho anche la versione romanzata nel volume "Profondo thrilling" che raccoglie i primi 5 film di Argento, mi piace molto lo sviluppo della trama e dell'indagine, con i giusti tempi narrativi, l'alternarsi di scene thriller ad altre più leggere, e la meravigliosa colonna sonora... Aggiungo che quello stesso anno i Goblin scrissero anche la colonna sonora, con un motivo molto bello, di uno sceneggiato Rai ingiustamente escluso dalle Teche di Raiplay ma recuperabile su Youtube, "Gamma".

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    1. Ciao Gas, grazie!
      Sai che io sono un grande amante di "Quattro mosche di velluto grigio"?
      Infatti ero indeciso se far mettere, nel magazine, questo film o Profondo Rosso :D.
      Anche opera è un gran bel film.
      Caso strano questi tre sono gli unici film recensiti qui, di Dario Argento :D

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