Yu-Gi-Oh: la prima serie, quando la storia non ruotava attorno alle carte (di A.J.)


Tra i maggiori successi del mondo dei fumetti e cartoni animati  giapponesi, Yu-Gi-Oh (遊☆戯☆王), del fumettista giapponese Kazuki Takahashi (高橋 和希), ha avuto un ruolo di primo piano nel corso degli anni novanta e duemila, ottenendo un grandissimo successo planetario, tanto da diventare uno dei brand giapponesi più famosi al mondo alla pari di colossi come Pokémon e Dragon Ball. Pochi però al di fuori del Giappone sanno che Yu-Gi-Oh non nasce intenzionalmente come serie animata per vendere le famose carte da gioco da collezione. Le carte avevano un ruolo del tutto marginale.


La prima trasposizione animata di Yu-Gi-Oh, di 27 episodi e dello studio Toei Animation, venne trasmessa in Giappone sul canale Tv Asahi, dal 4 aprile al 10 ottobre 1998. Questa serie non è mai stata trasmessa al di fuori del Giappone; due anni dopo, nella primavera 2000, venne realizzata un'altra serie animata tratta da questo manga che si focalizzò sul gioco di carte, fattore che fu motore del grandissimo successo anche in occidente. E' un peccato perché il primo Yu-Gi-Oh, pur con alcuni difetti, è una serie con spunti interessanti e con uno stile narrativo anche sorprendentemente diverso.

TRAMA. Egitto, Sugoroku Mutō, giocatore d'azzardo sempre in cerca d'avventure, durante l'esplorazione di una piramide trova in uno scrigno uno strano oggetto di forma piramidale conosciuto come il Puzzle del millennio, che ha poteri misteriosi. Molti anni dopo, Sugoroku regala questo puzzle a suo nipote Yugi Mutō, studente alle scuole elementari. Trascorsi 8 anni, Yugi, che frequenta la prima superiore, riesce a completare il puzzle: da lì in poi, la sua vita cambierà. Dall'oggetto si manifesterà uno spirito: e quando Yugi subirà uno sopruso, lo spirito apparirà, pronto a difenderlo, sfidando il cattivo in un gioco delle ombre.


UN MONDO DI GIOCHI. In questa prima serie di Yu-Gi-Oh, il celebre Duel Monsters non era elemento cardine della storia, seppur abbastanza presente. Le regole erano poco chiare e anche incoerenti; anche gli artwork delle carte avevano un aspetto molto abbozzato rispetto alla versione definitiva. Caratteristica significativa di questa prima serie, che la rende molto interessante e divertente, è il fatto che in quasi ogni episodio sia presente un gioco diverso. Ma cosa sono questi giochi? Giochi d'abilita, imitazioni del tamagotchi (Digital Pet), Yo-Yo, gashapon collezionabili (Cupmon), giochi di ruolo,(Monster World), non mancherà neanche una gioco da tavolo simile allo shōgi  (versione giapponese degli scacchi), chiamato Raijinhai. 

LA SOLITUDINE SCONFITTA DALL'AMICIZIA. Yugi e il tipico adolescente buono che, a causa della sua timidezza e bontà, viene continuamente preso di mira dai bulli della sua scuola superiore nella fittizia città di Domino. L'unica persona con la quale ha legato è Tea Gardner, coetanea conosciuta ai tempi della scuola elementare. Yugi vive con il nonno e la madre (il padre invece lavora fuori città) al primo piano di un appartamento di un negozio di giocattoli chiamato "Turtle Game"; proprio grazie al Puzzle del millennio, trovato nella cantina di casa, Yugi esprimerà il desiderio di avere dei veri amici: da quel punto  la sua vita cambierà..il suo desiderio  diventerà reale. Yu-Gi-Oh, seppur in maniera molto semplice, tratta temi delicati come il bullismo e la solitudine adolescenziale che, grazie alle persone giuste, viene superata. Tea, Joey, Tristan e Nosaka si legheranno a Yugi in una bellissima amicizia, mai stucchevole e del tutto sincera. 


PRODUZIONE D'ECCELLENZA CON ALCUNI DIFETTI. Come serie animata della Toei Animation (lo studio d'animazione giapponese più famoso al mondo), questa prima serie di Yu-Gi-Oh ha beneficiato della partecipazione di importanti artisti del settore. I character design sono stati la famossima coppia Michi Himeno e Shingo Araki che insieme hanno lavorato a importantissime produzioni come Occhi di Gatto, Lupin, l'incorreggibile Lupin, Kiss me Licia, I Cavalieri dello Zodiaco, Alé alé alé o-o (Aoki densetsu Aoki densetsu - Shūto!), anime conosciuti in tutto il mondo. Grazie alla maestria di questi due artisti i disegni, ma soprattutto i personaggi, hanno un ottimo design; rispetto al manga, ci sono delle differenze: Seto Kaiba e Tea Gardner non sono castani, ma il primo ha una capigliatura verde, la seconda ha capelli di una doppia tonalità, marrone-rossiccio, che la rende decisamente più carina della serie successiva.  Purtroppo però le animazioni non sono sempre all'altezza: spesso mi sono sembrare lente, impacciate e poco fluide, talvolta addirittura grezze. Nulla di particolare per ciò che concerne la colonna sonora, che non presenta tracce particolarmente riuscite. Raggiunge la sufficienza, senza brillare. Splendide invece le sigle, iniziando dalla bellissima opening Kawaita sakebi, cantata niente meno che dai Field of View, celebre band in tutto il mondo per aver cantata la opening di Dragon Ball GT, Dan dan kokoro hikareteku.  In quel 1998 erano tra i gruppi musicali più famosi del Giappone per cui Yu-Gi-Oh godeva di una grande vetrina mediatica. Delicata e armoniosa la ending Ashita moshi kimi ga kowaretemo, cantata dai Wands.

UN TESORO TRA LE ROVINE ANTICHE.  La prima serie di Yu-Gi-Oh non è mai stata importata al di fuori del Giappone. Ha goduto di scarso appeal anche per la sua breve durata e l'impossibilità di guadagnare tramite il merchandising. Inoltre, due anni dopo la sua trasmissione, uscì una nuova serie di Yu-Gi-Oh, denominata Duel Monsters, di ben 224 episodi; basandosi sul gioco di carte da collezione, ha riscosso grande successo in tutto il mondo. Fortunatamente, grazie ai fan-subber, venne sottotitolata in italiano, dando l'opportunità di poter essere guardata anche a chi non conosce il Giapponese.  Gli appassionati di Yu-Gi-Oh l'hanno ribattezzata "serie 0", definizione secondo me sbagliata perché il numero 0 non compare da nessuna parte nel suo nome ufficiale. Questa prima serie ha pregi e difetti, ma grazie alla sua particolarità di raccontare il mondo di Yu-Gi-Oh e i suo personaggi in maniera profondamente diversa, merita di non essere dimenticata. 


Commenti

  1. Non ho mai amato questo cartone.
    Di recente hanno regalato a mio figlio delle carte di

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Yu-Gi-Oh.
      Francamente pensavo che non esistessero più.

      P.S. Perdona il doppio commento, ma il primo è partito incompleto. 😅

      Elimina
    2. Caspita, anche io credevo che fossero passate del tutto di moda, invece...

      Elimina
    3. E' vero, i cartoni animati giapponesi non funzionano più...Penso che mio nipote non ne abbia visto mezzo XD

      Elimina
  2. La tua recensione è molto scorrevole, ricca e ben argomentata. Ho avuto ruolo marginale :)

    RispondiElimina
  3. I ragazzi sono capaci di distinguere il buono e il cattivo importato dai giapponesi, oppure si limitano a imitare i loro eroi. E poi i grandi riescono a trasformare i fumetti in insegnamenti di vita, oppure se ne fottono e guardano alla TV dell'altra stanza qualche porno?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, infatti per un bambino è importante anche guardare cartoni animati perché da essi può trarre insegnamenti.
      Ovviamente io sono della scuola di mia madre: non tutti i cartoni animati sono adatti a bambini piccoli.

      Elimina
  4. I cavalieri dello zodiaco sì, anche se mamma non era contentissima 😂

    RispondiElimina
  5. Me lo ricordo Yu-Gi-oh! e lo vedevo tutti i giorni quando uscivo da scuola (anche se ero già alle superiori). Quando poi finì la serie principale e ci fu il reboot (o quel che è) col GX o 5D, abbandonai non riconoscendo più i personaggi. Anche perché non mi è sembrato che tutta la storia avesse avuto una degna conclusione...

    Non che mi facesse impazzire, però ogni volta volevo vedere cosa si inventavano per giustificare il culo... ehm, "cuore delle carte" che portava alla scontata vittoria dello spirito del Faraone!

    Comunque, conoscevo dell'esistenza di questa serie "beta", che copriva i primi 7 episodi del manga.

    RispondiElimina
  6. Come mesi, settimane direi :D, cioè ovviamente tu segui sempre i tuoi tempi di scrittura. Non deve diventare un peso!

    RispondiElimina
  7. sì, certo, sapevo delle censure (o adattamenti) internazionali.

    Sicuramente immagino che la Shueisha (e la 4Kids) capirono che potevano sfondarsi di quattrini con le carte invece delle solite action figures e quindi stopparono il primo adattamento per rielaborarlo in quello che abbiamo poi visto.

    E secondo me fecero bene, perché si concentrarono sulle sfide con le carte, alzando il target, differenziandolo da Pokémon il cui anime è invece concentrato su temi di amicizia e altre "frociate" del genere che dopo un po' stancano i non più bambini...

    RispondiElimina
  8. Ottimo articolo!
    Io sapevo che l'edizione americana aveva anch'essa tolto qualcosa del Duel Monster giapponese, proprio perché inizia quasi in medias res senza presentarci la storia precedente di Yugi (ricordo che si vide un flashback di Yugi bullizzato dai suoi attuali amici, anche se quell'episodio integrale non è mai stato trasmesso).
    Il manga l'ho abbandonato proprio quando cominciava a incentrarsi sulle carte: adoravo invece i primissimi volumi che tenevano conto solo di tanti disparati giochi e cose da nerd tipo le action figures...!

    Moz-

    RispondiElimina
  9. Da appassionato di Carte da Gioco, sono sempre stato affascinato più dalle Carte, appunto, che dal Cartone vero e proprio. Ne ho ancora una bella collezione da parte ;)
    Comunque ogni tanto lo guardavo volentieri. Post bello e interessante A.J.!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Recensione faticosa, ma ha dato frutti molto importanti :). Hai fatto uno splendido lavoro!

      Elimina
  10. Grazie Aj anche per aver risposto ai commenti di tutti :).

    RispondiElimina
  11. C'è però una scena in flashback, durante le puntate in italiano di Yugi, che fa vedere il passato, il Puzzle del Millennio e il bullismo subìto da Yugi... ma non ricordo altro...

    Moz-

    RispondiElimina

Posta un commento