Juke Box: Fabrizio De Andrè - Hotel Supramonte



Nel 1981, nel disco ribattezzato "L'indiano", Fabrizio De Andrè raccontò l'esperienza del sequestro avvenuto per mano dell'Anonima Sequestri. Quattro mesi di prigionia, alle pendici del monte Lerno, in Sardegna, vissuti assieme alla seconda moglie, Dori Ghezzi, e descritti in un brano famosissimo, "Hotel Supramonte". Così De Andrè aveva battezzato quella parte di bosco in cui, spiegò, "Io e Dori siamo stati conservati per quattro mesi in maniera decente, perché non abbiamo sofferto molto la fame e la sete, abbiamo sofferto un po' il freddo". De André disse inoltre che senza Dori non sarebbe riuscito a sopravvivere a questa terribile esperienza. 

"Hotel Supramonte" è la canzone preferita di mia madre, e a lei la dedico, nel giorno del suo compleanno. Il brano di Faber oggi si definirebbe "un inno alla resilienza" (termine che odio): diciamo pure che è un invito a resistere, sempre e comunque , sapendo che "passerà questa pioggia sottile come passa il dolore" e che l'amore è la forza che permette di passare anche le prove più ardue incontrate nel nostro cammino di vita.



Commenti

  1. Perché odi il termine resilienza? È una delle mie prerogative di vita anche se, come sai, il mio must è il sorriso, nonostante tutto.
    Auguri a Veronica.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi piace darti della resiliente, però sì, concordo che sia una delle tue caratteristiche.
      Detto questo, grazie mille :)

      Elimina
  2. Non sopporto neanche io "resilienza", termine tecnico prelevato da chi deve sempre atteggiarsi per fare trend..
    Auguri alla mamma intanto.. Buona giornata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Franco :)
      Infatti questo termine resilienza mi suona male :D, aboliamolo!

      Elimina
  3. Se De Andrè ti avesse conosciuto ti avrebbe voluto bene. Il tuo affetto è tangibile ogni volta che scrivi di lui e delle sue canzoni. Buona giornata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh sì, sicuramente avrebbe conosciuto un fan molto appassionato alle sue parole. E lo avrei tempestato di domande sui versi più criptici :)

      Elimina
  4. Qui tocchi un pilastro della musica italiana e un grandissimo brano. Odi il termine resilienza? Prova con "Tenere Botta" come c'insegna il Drugo Lebowski.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tenere botta in effetti è un modo di dire molto usato dalle mie parti :)

      Elimina
  5. Anche qui, auguri alla rikymamma!
    Bellissima canzone, testimonianza di una disavventura ma anche testimonianza di amore e resistenza :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mitico, ahah, bella la definizione "rikymamma"!
      Esattamente, testimonianza di una disavventura, ma anche di amore e resistenza!

      Elimina
  6. Che gran canzone. E ancora Auguri alla tua mamma ;)
    Ah... mi fa piacere vedere che siamo in tanti a non amare quel termine stra-abusato ad minkiam. Scusami il francesismo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Guido :).
      Allora iniziamo noi tutti a eliminare questo termine e altri...soprattutto quest'inglesizzazione forzata!
      Rendiamo il web migliore :D

      Elimina
  7. anche a me piace molto questa canzone, anche se non è la mia preferita di De André.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se devo essere sincero, non è neanche per me tra le prime 15 di Faber. Ma è bellissima comunque :)

      Elimina
  8. Ricordo bene il rapimento di Faber e Dori. Ero piccolino, non sapevo bene chi fossero quei due, ma la cosa mi scioccò a morte ugualmente. Forse fu anche per quello che, una volta cresciuto, mi appassionati del grande genovese! Ritengo però quell'album, a parte due canzoni, un po' debole se paragonato al resto della sua immensa discografia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che per me è uno dei dischi più belli, in assoluto.
      C'è "Se ti tagliassero a pezzetti", per me il pezzo più bello di Faber, con "Il testamento di Tito".

      Elimina

Posta un commento