La patata bollente: la vera commedia italiana e un grande Pozzetto


Splendido esempio di commedia all'italiana, in un periodo (1979) in cui il genere sembrava oramai tramontato, "La patata bollente" affronta il tema dell'omosessualità senza trivialità e offrendo momenti di seria riflessione allo spettatore. Steno, regista autore di altri gioiellini come "L'Italia si è rotta", pone l'accento sulla sinistra dell'epoca, molto attenta ai diritti dei lavoratori, ma non così ai diritti delle persone: ecco perché il personaggio di Massimo Ranieri, l'omosessuale Claudio, si sfoga davanti al protagonista Bernardo, il militante di sinistra soprannominato "Gandi" (Renato Pozzetto, sì, Gandi senza la h), evidenziando l'ipocrisia dei comunisti: i compagni di partito del "Gandi" infatti, cadendo nell'equivoco di una relazione tra lui e Claudio, la osteggiano, considerando una deviazione l'omosessualità dell'amico. "I fascisti picchiano, ammazzano, ma sono sinceri", attacca Claudio, facendo seguire a queste parole una sequela di insulti, scatenando la reazione non pacifica di "Gandi" (ma era chiamato così non perché pacifista, ma perché è stato "campione di sciopero della fame"). "Gandi è guarito", dice il sardo Walter, interpretato dal grande Mario Scarpetta, che con gli altri sodali di partito ha assistito al litigio. Ma Bernardo, ancor prima del litigio con Claudio (un alterco provocato da quest'ultimo, persona di grande sensibilità, proprio con l'intento di uscire dalla vita dell'amico), aveva capito quanto fosse sbagliato l'atteggiamento della società verso gli omosessuali. 

Il litigio tra "Gandi" e Claudio

Perché quelli di destra picchiano, insultano e vandalizzano i negozi degli omosessuali, ma nel contempo, quelli di sinistra, li considerano come delle "macchiette" o ancor peggio come delle "deviazioni". D'altro canto il film mette proprio in evidenzia la contraddizione tra il progressismo proclamato della sinistra (espresso anche con la predilezione per il cinema impegnato) e invece quelle che è l'effettiva arretratezza su certe tematiche. 

Pozzetto e Mario Scarpetta

"La patata bollente" è un film dunque di straordinaria attualità, anche se oggi, va detto, la sinistra sembra in direzione opposta: molto attenta ai diritti degli omosessuali e delle minoranze, meno impegnata però nelle lotte a sostegno dei lavoratori. L'amicizia tra Bernardo e Claudio cresce e non si spezza neppure dopo il furioso litigio, che come è detto rappresenta l'estremo sacrificio del giovane omosessuale per ridare all'amico la sua vita "normale". E' un film amaro (nella tradizione di Steno), perché la società italiana si dimostra ancora piuttosto chiusa (siamo alla fine degli anni '70) e Claudio, per trovare la felicità, è costretto a lasciare l'Italia. Non è certo un film anticomunista, visto che condanna, ovviamente, il "manganellismo" della destra dell'epoca. E' un film onesto e anche oggettivamente divertente, basti citare i siparietti tra Elvira e Pietro, moglie e marito portinai. Pozzetto non sbaglia nulla, perfetto nel gestire i tempi comici e le parti più serie; dà il meglio di sé, grazie a un personaggio che gli è cucito addosso, nonostante la mancanza di ingenuità, tipica dei suoi personaggi più famosi, e senza alcun tocco di surrealismo. Anzi fa specie vederlo protagonista di scazzottate da vero boxeur e nudo nella vasca assieme a Edwige Fenech, in una scena iconica. 

Pozzetto e Fenech nella celebre scena del bagno

Bravissimo anche Massimo Ranieri, teatrale, ma mai sopra le righe, perfetto nel rendere la sensibilità e la delicatezza del suo personaggio: una spalla impeccabile per Pozzetto. Il film, come anticipato nelle prime righe, non è perfetto: un po' forzata la parte del cambio di arredamento, un modo di Claudio di sdebitarsi, in quanto ricade un po' nei soliti cliché. Qualche limatina, anche per ridurre la durata, sarebbe servita: ma non toglie a "La patata bollente" il titolo di cult italiano. 

Commenti

  1. Lo sempre trovato estremamente politico, lo so che sembra strano, ma è un film che parla delle idiosincrasie di uno strambo Paese a forma di scarpa, forse anche meglio di altri titoli più blasonati, ottima analisi la tua bravissimo ;-) Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie boss, infatti hai riassunto perfettamente il senso del film.
      Che fosse destra o che fosse sinistra, l'omosessuale veniva visto come qualcosa di diverso.

      Elimina
  2. capolavoro del suo genere, quando lo passano non me lo perdo quasi mai.
    geniale la scena con cui Gandi (senza la H) "convince" il padrone ad installare nuovi filtri per la salute degli operai!

    Anche se non condivido l'appartenenza politica, però ho una sorta di nostalgia per quella sinistra che si batteva per gli ultimi, ruolo che di recente hanno raccolto, almeno nominalmente, le destre... mentre le sinistre si sono isolate in torri d'avorio a discettare sui massimi sistemi, totalmente staccate dalle loro basi.

    A tal proposito, vorrei citare forse l'unico momento degno di nota di "Bentornato Presidente" (il secondo film), quando la vecchia "casta" spiega al "Giuseppi messicano non iscritto all'albo" che in Italia i soldi sono finiti per cui i governi non fanno che cercare proclami a zero euro: "se sei di destra te la prendi coi negri, se sei di sinistra fai sposare i froci"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quella scena che citi è un capolavoro, a dimostrazione della forza espressiva del cinema italiano!
      E devo dire, ficcante anche la battuta tratta dal secondo capitolo di "Bentornato presidente".

      Elimina
  3. Il PCI espulse P.P.P. dal partito. Il P.C.I. non era assolutamente bacchettone, ma per motivi politici, considerando la "merda" fascista che esisteva in Italia non aveva nessuna intenzione di perdere voti.
    Era il 1947 e la relazione tra la Iotti e Togliatti fu uno scandalo anche perché Togliatti era sposato. Un carteggio privatissimo, escluso per 40 anni dalla grande storia, restituisce un impensabile Togliatti innamorato. E una signora molto diversa dalla donna di ferro, prima presidente della Camera, che siamo abituati a conoscere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi ricordo che scrivesti un bel post, sulla storia di Togliatti e la Iotti.
      Sull'espulsione di Pasolini mi ricorda la scena di questo film, quando i dirigenti "processano" il Gandi.

      Elimina
  4. L'ho visto diverse volte, confermo un film quasi "satirico". Per me Massimo Ranieri qui è un ottimo attore, veramente credibile nella parte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ranieri ha dato veramente il meglio di sè...perfetto nella parte. Credibilissimo!

      Elimina
  5. Riky, non ricordo di aver parlato della coppia Togliatti-Iotti.
    Su Pasolini ho scritto molto.
    L'intellettuale è colui che, in un corpo a corpo tra esistenza e idealità, rischia un giudizio storico calato nella vita del proprio Paese.
    Un giudizio che quando è autentico confina l'intellettuale in una scomoda solitudine.
    Intellettuali sono stati Gobetti, Gramsci, Testori e Pasolini.
    Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
    E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ricordo allora dove lo lessi.
      Hai ragione: metà anni '60 è stato un periodo di svolta. "I mostri" e "il sorpasso" avevano colto molte sfumature di questo passaggio.

      Elimina
  6. Uno di quei film che ho visto più volte, e lo rivedrei ancora con piacere. Sì, un vero e proprio cult!

    RispondiElimina
  7. Un film comico, ma tratta temi molto significativi.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente, una bella commedia all'italiana vecchio stile, ricca di spunti.

      Elimina
  8. Ti fa capire come va il mondo: dove paga di più, i partiti si rivolgono.
    Oggi è il turno degli elleggìbbìttì+, e perché sono una forza sociale non da poco.
    Comunque, quantomai vera la frase sui fascisti, perlomeno messa così come è nel film.
    Mi piace quando si critica una sinistra salottiera e chic, che perde la bussola.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti la commedia italiana forte colpisce ovunque, non fa prigionieri :).
      Critica dove è giusto criticare.

      Elimina
  9. Condivido molte delle cose scritte da chi mi ha preceduto, un film molto satirico e politico, con una grande accusa a certe ipocrisie dell'allora P.C.I.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. All'epoca la critica verso la politica era facilmente riscontrabile in diversi film. E si colpiva nel mucchio, senza essere faziosi.

      Elimina
  10. Se penso a Il vizietto, tutt'altro spessore.. ma vabbe'.. ci può stare..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, devo dire che Pozzetto qui è ad alti livelli, alti...

      Elimina
  11. Ero passato di qui per farti sapere che domani sera, nel tempio dedicato all'unico dio del calcio, il diavolo sarà trasformato in agnello sacrificale. Poi ho letto quel bellissimo post sulla rinascita, sul cambiamento e sono rimasto deluso. Come cazzo hai fatto a capire SOLO adesso che sei una persona speciale? Non per dire ma il sottoscritto te l'ha ripetuto decine e decine di volte. Ti abbraccio forte, ti voglio bene.
    Sotu

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Domani siete ampiamente favoriti 😈, a parte questo, grazie di cuore per tutto..
      Anche io mi sono chiesto come mai abbia impiegato così tanto a cambiare il mio "mood" mentale...
      Cercherò di essere speciale, a mio modo, sempre...

      Elimina
    2. Io temo più Mertens, il nostro Bakayoko, Lozano e Ruiz..

      Elimina
  12. La Fenech bellissima persino di schiena.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non era tra le mie favorite, ma indubbiamente una bellissima donna :)

      Elimina
  13. Posso dirti soltanto che dopo il post, sono andato a rivedermi il film.

    RispondiElimina
  14. Anche questo l'ho visto di recente (negli ultimi 5 anni) e non ricordo se lo avevo già visto da giovanissimo.
    Bello, bello, bello! Un bello schiaffo agli ipocriti di sinistra 😁
    Anche oggi è tutto di facciata, sono buonisti ma gliene frega poco tanto che è stato appena fondato il partito degli omosessuali, dato che a detta loro, nessuno li rappresenta. Sorvolo l'argomento immigrazione perché altrimenti mi incazzo e ti rovino il post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh, è un bello schiaffo anche ai maneschi di destra :D
      Questo era il cinema italiano degli anni d'oro: mollava fendenti ovunque..

      Elimina
  15. Dell'aspetto politico avete già detto tutto voi, tra post e commenti, per cui non ripeterò gli stessi concetti che paiono concordare ampiamente.
    Il cambio di arredamento non l'ho trovato affatto forzato... In fondo è sempre un film di Pozzetto e come tale certe cose non solo te le aspetti ma, in loro mancanza, le pretendi. Da quando ho visto quel film la prima volta, secoli fa ormai, ogni qualvolta vedo un tocco di rosa nell'arredamento di qualcuno non posso fare a meno di pensare a questo film (e mi sorprendo a ridere da solo come un pirla).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene dai, allora possiamo dire che il film ha centrato un po' tutti i suoi obiettivi.
      Una delle scene che ho amato di più è quella della scazzottata con il taxista (non l'ho scritto nella recensione, lo dico ora).

      Elimina

Posta un commento