Mani di fata: donna manager, uomo colf e un Pozzetto gigantesco


L'inversione dei ruoli tra donna e uomo: lei, Franca, moglie manager in carriera (Eleonora Giorgi); lui, Andrea, marito ingegnere licenziato e costretto a reinventarsi prima come colf, poi come maggiordomo (Renato Pozzetto). E' questa la tematica principale di "Mani di fata", film del 1983, in cui Steno strizza l'occhio alla grande commedia all'italiana e ai suoi temi sociali, ma nel contempo sposta più l'attenzione sui rapporti familiari: negli anni '90 il cinema italiano, in un periodo di crisi, tenderà a spostare completamente il proprio "mirino" dalla satira sociale all'introspezione dei personaggi. 


UN GRANDE POZZETTO "Mani di fata" è uno dei migliori film interpretati da Renato Pozzetto, che dà il meglio di sé. Ogni battuta pronunciata dal comico milanese è irresistibile. La gestualità e gli sguardi, il modo di recitare di Pozzetto sono il valore aggiunto del film. Non siamo ai picchi di comicità de "Il ragazzo di campagna", ma è impossibile non divertirsi nel vedere l'ingegnere intento ad ascoltare "l'angolo della massaia" per imparare i lavori domestici e aggirarsi al mercato con il metro, per acquistare i pesci della lunghezza giusta per le proprie pentole e per una loro cottura ottimale, oppure intervenire con un esilarante "i cammelli no?", mentre l'amica della moglie Franca dice, tutta convinta, di innamorarsi sia di uomini che donne. 


Con picchi di comicità surrealista: nella prima parte del film Andrea, dopo il licenziamento,  viene accompagnato tutte le mattine al lavoro dalla moglie, ignara del fatto che il marito tornerà poco dopo a casa a svolgere le faccende domestiche al posto della colf (licenziata: sarà quindi il protagonista a mettersi in tasca il milione e mezzo di stipendio mensile della donna..). Una mattina Franca telefona a casa e con sua sorpresa sente una voce maschile contraffatta all'altro capo del telefono: è Andrea che si finge l'idraulico. Segue dialogo spassoso. Pozzetto: "Sono l'idraulico, devo riparare la tapparella!". Giorgi: "Un idraulico per la tapparella?". Pozzetto: "Per forza, perde acqua!". In effetti la prima parte del film è la più esilarante, fino a quando Franca scopre che la colf è...suo marito. 


UN FILM DIVISO IN TRE PARTI Come detto, la prima parte è quella in cui Andrea-Pozzetto, licenziato, si reinventa colf. Nello stesso giorno in cui perde il lavoro, la moglie Franca viene invece promossa nella casa di moda in cui lavora. Ecco il "graffio" verso una società che in genere vede sempre la donna casalinga e l'uomo manager. Non è così. E un uomo può scoprirsi un bravissimo sarto e cuoco. E la donna essere un'ottima manager. Nella seconda parte di "Mani di fata", Andrea diventa il maggiordomo di una contessa (Sylvia Koscina) che vive con il giovane amante (Stefano Mingardo, il pugile di Bomber, con Bud Spencer), lontano da mariti e figli (anche qui un "graffio" oggi di grande attualità, visti i numerosi casi di "toy boy"). Personaggio chiave è Piero Persichetti (Maurizio Micheli), architetto ospite dalla contessa, curatore del look di Andrea; in lui vede un omosessuale latente e cerca anche di sedurlo.  La terza parte del film è quella che ricorda un altro film di Steno, "Quando la coppia scoppia", incentrato sulle difficoltà di una coppia: Andrea e Franca infatti vivono il punto più basso del loro rapporto, fino al ricongiungimento e al colpo di scena finale. La terza parte, fortunatamente la più breve, è quella però meno riuscita del film: la più noiosa, quella che pure tratta un tema di grande rilevanza nel cinema italiano del periodo, l'omosessualità. Lo fa però senza particolare mordente, complice anche un Micheli troppo macchiettistico nel suo personaggio. 



Il finale, come detto, arriva con un colpo di scena e riporta gli equilibri nella famiglia del protagonista. Ma è un finale dal sapore conservatore: il marito infatti fa fortuna e torna il punto di riferimento economico della famiglia, permettendo alla moglie di abbandonare il proprio, di lavoro, e di occuparsi del figlio preadolescente. Un finale tipico della commedia americana del periodo: rassicurante, ciò che effettivamente lo spettatore si aspetta di vedere. Perché la società italiana degli anni '80 era ancora legata a modelli e schemi della società tradizionale: marito capofamiglia, moglie angelo del focolaio. Peccato, perché questo vanifica lo spirito di una commedia brillante e "graffiante"

Commenti

  1. Ecco un film che guarderei, sono sicura che mi farei delle grandi risate :D

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    1. Non sono risate a pioggia come nel ragazzo di Campagna, ma ti assicuro che è un film molto divertente, almeno per tre quarti della sua durata: da rivedere :)

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  2. bel film, ma non lo ascrivo assolutamente al top di Pozzetto, dato che gli sono superiori: La casa stregata, La patata bollente, Mia moglie è una strega, Da grande... poi vabbè al top c'è sempre "Il ragazzo di campagna" ed "è arrivato mio fratello".
    Tanto per capire il livello di Pozzetto, questo se la gioca con la favola "Un povero ricco" per me...

    Per certi versi ricorda uno degli "ultimi" in cui fa il protagonista assoluto: "mollo tutto".
    Anche lì vediamo un Pozzetto che si finge il proprio domestico (ed anticipa di un quarto di secolo temi con cui Zalone e Baglio ci hanno provato stancamente, volendo passare per autori impegnati)

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    1. Devo dire che invece "Mani di Fata" lo metto piuttosto in alto, anche se "La patata bollente" e "Il ragazzo di campagna" li vedo ancora davanti. Hai visto, di Steno, "Fico d'india"? Film interessante...

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  3. Non sarà un po' troppo stereotipato questo film?
    Mi hai fatto venire in mente che uno dei miei scrittori preferiti, Matteo Bussola, detesta sentirsi chiamare "ma mo" e ha ragione, perché dov'è scritto che dei figli e della casa debbano occuparsi (solo) le donne?!

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    1. Esattamente, infatti il film va contro quello stereotipo: e Steno è bravissimo a non cadere in facili stereotipi o battute grossolane tipiche di certi film Vanziani.
      La scena del "più leggiadro" è esilarante :D

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  4. Questo devo averlo visto anni e anni fa, merita sicuramente una "rinfrescata" :D

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    1. A me! :D. Devo dire che sto studiando la "materia", ho anche acquistato un libro molto interessante.

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  6. Stefano Mingardo che ebbe una breve carriera, praticamente una meteora nel Cinema di genere italiano proveniva da uno dei primi programmi di successo della tv commerciale italiana, era stato infatti uno dei concorrenti di "M'ama non M'ama", praticamente il primo dating show del piccolo schermo nel nostro paese. Il programma, condotto da Marco Predolin e Sabina Ciuffini andò in onda sull'emittente Rete 4(che non era ancora di Berlusconi ma della famiglia Mondadori) proprio a partire dal 1983 ed almeno nelle sue primissime puntate ebbe un successo clamoroso) . Diversi tra modelli ed attrici in erba si iscrissero a quel programma nel tentativo di farsi conoscere, ma Mingardo fu tra tutti l'unico che ebbe una carriera , sia pur limitata, posteriore al programma.
    Ciao.

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    1. Dimenticavo...prima del programma credo fosse stato un giocatore di football americano.

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    2. Grande Nick! Sempre preziosi questi tuo commenti cinematografici. Devo ammettere che Mingardo non l'avevo riconosciuto: solo al termine del film, ho visto che era lo stesso attore di bomber. Non ricordo assolutamente nulla del programma che citi, ma nel 1983...nacqui a giugno :D

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  7. Certo, il finale è rassicurante e forse oggi banale, ma appunto specchio dell'epoca.
    Chissà come sarebbero, queste storie remakeizzate oggi!
    È un film che m è sempre piaciuto, un classico direi.
    Ecco, forse è classico anche il finale, diciamo: lo status quo che si ristabilisce.

    Moz-

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    1. Che poi è una sorta di purificazione che fa il protagonista, probabilmente ho sbagliato io a darci valenza negativa..

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  8. Un classico della commedia italiana, non male.
    Sereno pomeriggio.

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  9. L'ho visto non so quante volte in passato. E concordo con te sul finale... a oggi, Perché, devo dire, lì per lì da ragazzino era proprio quello che mi aspettavo...
    Visto oggi il giudizio (sul finale) cambia radicalmente.

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    1. In realtà il finale non va letto così negativamente: in fondo il protagonista ha solo fatto un percorso di "purificazione".

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  10. Io amavo Cochi e Renato. Maghi del non sense. Capisci da te che con "la tapparella che perde acqua" si torna ad una certa preistoria per andare incontro al grosso pubblico, quello che oltre una certa linea non va..

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    1. Io tigro, tu tigri egli tigra...e Saxofone.
      Lì c'è tutta l'essenza della coppia :)

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  11. Non lo ricordo molto da piccolo o da adolescente ma mi pare mi sia capitato qualche anno fa.
    È una di quelle pellicole del passato che riscopri da grande, butti un occhio per curiosità e poi non riesci più a staccarti.

    uno dei migliori film interpretati da Renato Pozzetto, che dà il meglio di sé. Ogni battuta pronunciata dal comico milanese è irresistibile. La gestualità e gli sguardi, il modo di recitare di Pozzetto sono il valore aggiunto del film. Non siamo ai picchi di comicità de "Il ragazzo di campagna"

    Concordo anche se il mio preferito per profondità e non per comicità (che non manca mai) è Mollo Tutto. Un bel tragicomico che non credevo fosse così "recente" (1995). Una trama che oggi verrebbe usata solo come porta bandiera dai buonisti. Mentre qui c'è sì un messaggio di tolleranza ma non ci fracassa i coglioni come fanno oggi.

    Il finale conservatore di Mani da Fata a me va più che bene. Donna schiava zitta e lava! 😝

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    1. ahahah, in realtà i "servi" sono i due ex datori di lavoro del protagonista..assunti entrambi come maggiordomi!

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    2. Quello non lo ricordavo.
      Ma mi riferivo alla moglie che lascia il lavoro.
      Che poi a me basta che uno dei due si occupi della crescita del figlio, se lei guadagnasse tanto, non avrei problemi a fare il mammo. Ma niente tate o nonne! A costo di lavorare pure la notte, lo deve crescere e educare uno dei genitori!

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    3. In effetti secondo me la tata dovrebbe avere un ruolo molto marginale, mentre le nonne non dovrebbero occuparsi di fare da babysitter ai nipoti.
      Ma è una mia convinzione, ovviamente, non voglio attaccare nonne e tate :D

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