Oggi celebrazione rossonera: l'amico Claudio D'Aleo racconterà, attraverso i suoi ricordi, la storica sfida di Coppa Intercontinentale tra il Milan di Arrigo Sacchi e l'Atletico Nacional di Medellin, gara che fu giocata il 17 dicembre di trentun'anni fa.
La storia “pallonara” non è scarna di partite che diventano leggenda. Al riguardo un posticino bisogna assegnarlo a Milan - Atletico Nacional giocatasi a Tokyo il 17 dicembre del 1989 e valida per la finale della Coppa Intercontinentale. Match per nulla banale. Tatticamente “tirato” fino all’ultimo quasi fosse una partita a “scacchi”. Alla vigilia nessuno avrebbe immaginato una partita del genere. Tutti i pronostici convergevano sullo squadrone di Arrigo Sacchi, né poteva essere altrimenti. Il Milan aveva appena iniziato a sbalordire il Mondo con il suo gioco granitico, spettacolare e “avvolgente”; con Fuoriclasse che pochissime altre squadre potevano vantare. Fu una gara “particolare”. “Paura di sbagliare” e “non gioco” si miscelarono assieme. Ne venne fuori una “palude” calcistica imperscrutabile dalla quale nessuno dei due pretendenti fu in grado di uscire. Una “sofferenza” per tutti, protagonisti e tifosi. Due squadre impantanate a centrocampo alla ricerca ossessiva dell’errore altrui.
Una partita..a scacchi
Milan- Atletico
Nacional viene oggi ricordata come la più bella tra le partite a “scacchi” che mai
si sarebbero potute giocare in un campo di calcio. Il Milan si presentava più
forte. Almeno sulla “carta” non era lieve il divario tra le due compagini. L’
Epopea berlusconiana era agli inizi. La grande squadra di Sacchi stava accingendosi
a scrivere i primi capitoli della sua favolosa Storia sportiva. Eppure gli
undici di Maturana tirarono fuori una prestazione coi fiocchi. Un “non gioco” sapiente
che fece Scuola e sbalordì il Mondo. Assolutamente impensabile alla vigilia. Mai
stati “agnelli” sacrificali i colombiani. Non impiegarono molto a dimostrarlo. “Davide”
(Maturana) contro “Golia” (Sacchi), vero. Ma nulla di scontato, nulla di “già”
scritto. I “Sacchi boys” ebbero la meglio ma stentarono parecchio. Quando
l’avversario non fa circolare la palla come piace a te e “inibisce” la cura
degli spazi ai quali sei abituato è allora che cominci a innervosirti, a non
giocare più al calcio come vorresti e sei capace di fare. Van Basten, Donadoni,
Rijkaard: tutti imbavagliati, impossibilitati a esprimere le loro immense
qualità calcistiche. Fu questo il “miracolo” tattico compiuto da Maturana. Togliere
al Milan l’arte di “pensare”, di imprimere alla partita la sua “traiettoria”,
quella abituale, quella a cui tutti eravamo abituati. Impresa da Enciclopedia
del Calcio. Al Milan fu impedito di emergere, di giocare il suo calcio
talentuoso e micidiale, di fare la differenza come sempre aveva fatto e come
era in grado di fare. Fu grazie a quel “capolavoro” tattico di “stampo” esasperatamente
“zonaiolo” che quella partita balzò con prepotenza agli onori della cronaca
fino a essere ricordata, oggi, come una delle gare più “incomprensibili” mai
giocate.
Strateghi a confronto
In panchina due “strateghi” dalle idee tattiche diverse ma “congruenti”.
Arrigo Sacchi, l’inventore del calcio moderno tutto “pressing”, qualità, arte
pallonara e sacrificio e “Pacho” Maturana, emergente “santone” del calcio
internazionale già allora considerato in Patria come il “Sacchi” del calcio
colombiano. Due “maniaci” del “perfezionismo tattico”. Due Maestri d’altri
tempi ossessionati dall’idea del bel calcio ma votati a “imbrigliare” chiunque,
costi quel che costi, pur di vincere e dominare. Quel Super Milan privo di
punti deboli, orfano in quella partita del grande Ruud Gullit (infortunato) e
con un Donadoni non in “palla” come tante altre volte, non ebbe per nulla vita
facile. 90 minuti e passa trascorsi a studiare l’avversario. Un “puzzle”
tattico senza sbocchi. Palla di qua, palla di là in modo “snervante”, ossessivo, privo di “soluzioni” appropriate.
Imprigionati nella ragnatela
Imprigionati nella ragnatela
Alla
fine i rossoneri vinsero quella finale incamerando
la seconda Coppa Intercontinentale della loro storia. Ma ci volle una magistrale
punizione di Alberigo Evani (da poco entrato al posto di Diego Fuser) calciata a
pochi passi dall’area di rigore colombiana, per avere ragione dei “centurioni”
di Maturana e aggiudicarsi quella agognata Coppa. “Pacho” da applausi. Seppe
dare alla gara il “volto” desiderato. Possesso palla fitto e intenso in mezzo
al campo per irretire la manovra del Milan e impedire a quei fuoriclasse di sprigionare
calcio. Obiettivo la Coppa. Più facile a dirsi che a farsi. Quel Milan era
imbattibile. Quella difesa ancorata attorno al grandissimo Franco Baresi era a
dir poco insuperabile. Rijkaard dominava la scena. In avanti un dio del calcio:
Marco Van Basten. Nonostante tutto per Sacchi non fu agevole avere ragione di
quella squadra. Maturana “anestetizzò” e stupì tutti. Disinnescò ogni “mina”. Il
suo calcio felpato, lento e “cocciuto” ebbe la meglio per larghi tratti della
gara. Il grande Arrigo masticava amaro. Lui “profeta” del calcio bello,
frenetico e produttivo costretto ad aspettare le mosse dell’avversario. Sacchi
dovette “arginare” con cura la
“ragnatela” tattica che Maturana aveva sapientemente allestito in ogni zona del
campo e aprire al contempo “spifferi” importanti tra le maglie di quella
difesa. Fu necessaria tanta pazienza. La partita ebbe sfogo a centrocampo. Una sequenza
impressionante di passaggi a “più voci” assimilabili all’odierno “tiqui -taca”.
L’unico obiettivo era sorprendere gli altri. “Addormentarli” per poi averne la meglio
magari in contropiede. Occorreva una gara “perfetta” pur nella sua naturale
“imperfezione”.
Al 119’ Sacchi tirò fuori dal suo cilindro magico “Chicco”
Evani. Evani sulla sinistra, Ancelotti a destra, Rijkaard più al centro. Fu la
mossa vincente. La mossa che valse quella Coppa. Solo quelle due squadre
avrebbero potuto giocare quel calcio metodico e asfissiante ai limiti del “non
senso” tattico. Solo Sacchi e Maturana potevano concepirne il “senso” e
tradurlo in “gioco”. Quel “dialogo” insistente e continuato tra difensori
centrali e centrocampisti perpetrato per sfruttare al meglio eventuali “sbafornie”
altrui divenne “metodo”, tatticismo. Quasi una “Lectio magistralis” da
tramandare ai posteri. Neppure Rocco e Helenio Herrera avrebbero potuto concepire
qualcosa di più snervante e di più “catenacciaro”. Chi mai avrebbe pensato ad
un catenaccio studiato e organizzato già in mezzo al campo? Nacque così il “mito” di quella partita. Un
mito che resiste e si alimenta tuttora nella sua proverbiale “innaturalezza”. Ricordiamo quelle formazioni:Evani sta per scoccare il tiro vincente |
La magia di Evani
17 dicembre 1989, Nacional Stadium Tokyo.
Milan – Nacional: 1- 0 (Evani al 119’)
Milan: Galli, Tassotti, Maldini;
Fuser (65’ Evani), Costacurta, Baresi; Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Ancelotti,
Massaro (69’ Simone). All. Arrigo Sacchi.
Nacional Medellin: Higuita,
Escobar, Gomez, Herrera, Cassiani, Perez; Arango (46’ Restrepo), Alvarez,
Arboleda (46 Uzuriaga), Garcia, Trellez.
All. Maturana
Arbitro: Fredriksson (Svezia).
Claudio D’Aleo
Avevo 12 anni e misi la sveglia per vedere questa partita. Che sofferenza! Ma che gioia alla fine...
RispondiEliminaIo mi svegliai con te...per poi tornare a letto dopo 2 minuti, dal sonno che avevo :D
EliminaE' vero!!!! Dormivano tutti ed io cercavo di tenere il volume della tv al minimo per non svegliare nessuno. Non vorrei dire una stupidaggine, ma mi sembra fossero lo 4 del mattino...
EliminaO le 4 o le 5...
EliminaRicordo bene che tu rimanesti in piedi a vederla tutta
Non avendola vista per motivi anagrafici, mi baso sulla definizione storica che diede un mio conoscente più grande (milanista, ma antipatizzante di Sacchi, che ritiene un sopravvalutato miracolato dai soldi di Berlusconi) "Una partita di merda tra due pazzi invasati che solo una giocata fuori dal zuoco predicato dal vate di Fusignano poteva far cessare. Avessero continuato a seguire lo 'spartito', erano ancora lì in campo OGGI!"
RispondiEliminaahahah, in effetti, guardando questa partita, il suo commento è calzante :D
Eliminaper la squadra che aveva (quasi una all-star dell'epoca!), vincere un solo scudetto su 4 è stato troppo poco.
Eliminaè bastato mettere un gestore come Capello per fare un 4 su 5 con una squadra più logora
EliminaIl Milan di Sacchi ha vinto un solo scudetto proprio perché le rivali erano molto forti...Il Napoli di Maradona e l'Inter dei tedeschi (prima dei due tedeschi + Diaz) erano due rivali accaniti. Qualcosa si è rotto nel 1990-91, infatti Sacchi a fine stagione andò via.
EliminaComunque un altro tipo di calcio. La golden age del calcio italiano...
Una partita che papà mi raccontava spesso.
RispondiEliminaOggi, invece, il 17 dicembre mi parla di tutt'altro, e tu lo sai.
❤️🖤
Ho pasticciato con le date...ieri era il 16, ahhaa...
EliminaComunque è lo stesso...L'importante è..il bel ricordo :)
Auguri al Milan, dunque ;)
RispondiEliminaEh sì...121 anni di storia! Peccato ieri sera non aver festeggiato con una vittoria.
Elimina..ma ricordo di più - voi non c'eravate proprio - un Milan Leeds del 1973, Finale di Coppa delle Coppe, vinta anch'essa per 1 a 0, gol del mitico Chiarugi ad inizio gara e partitona dell'ancor più mitico Vecchi in porta che parò di tutto e di più... che ricordi ragazzi!
RispondiEliminaPerlomeno, sempre voi, vi siete scansati la fatal Verona qualche giorno dopo... :(
Oh, io da bambino mi son goduto la "Fatal Verona" degli anni '90 XD.
EliminaComunque quella partita del 1973 è leggendaria, davvero.
Devo far scrivere un pezzo a Claudio, per il prossimo maggio! :D
Sacchi, la follia che allena.
RispondiEliminaForse sarebbe stato folle tenere lui, nell'estate del 1991, e cedere Van Basten..
EliminaA parte gli scherzi, forse più che folle, direi visionario, talvolta agli estremi!
mah, il Giappone già aveva anestetizzato la competizione rispetto al vecchio formato A/R, che era davvero una roba per palati forti (chiedere a Combin).
RispondiEliminaTra l'altro sono forse l'unico che reputa migliore e più giusto il formato attuale (chissà per quanto durerà ancora però :( ) con tutti i campioni continentali e non solo quelli di Sud America ed Europa
Ricordo la partita, molto combattuta.
RispondiEliminaSerena notte.
Combattuta, ma anche poco spettacolare. Bene per noi che siamo riusciti a portarla a casa...
EliminaIo sono contro questo mondiale per club, per il resto trovo suggestiva sia la partita "secca" a Tokyo, sia l'andata e ritorno.
RispondiEliminaMa quanto fascino avevano queste partite un tempo? La Coppa dei Campioni era DAVVERO la Lega dei Campioni, e non delle quarte qualificate dei campionati spagnoli, inglesi, tedeschi e italiani! E l'Intercontinentale... da bambino la vedevo come qualcosa di "fuori dal mondo".
RispondiEliminaEsatto...poi per carità, magari ti capitava la Steaua in finale...però dopo aver affrontato il Werder Brema (la squadra campione di Germania) e il Real Madrid!
Eliminapurtroppo ero piccolissimo ma ricordo di aver visto la replica qualche anno fai in quelle trasmissioni di rai sport o sky sport che fanno vedere le grandi partite del passato. Era tutt'altra epoca e Sacchi vinse quella partita a modo suo
RispondiEliminaUna lunghissima partita a scacchi..risolta da un colpo di Evani :)
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