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La musica che gira intorno (1983) è il mio brano preferito di Ivano Fossati, uno splendido affresco in musica di non facile interpretazione.
Le interpretazioni sono univoche nell'individuare, quale tema, lo spaesamento dei trentenni dell'epoca, in un momento di grande cambiamento: la Guerra Fredda si stava concludendo, la stagione delle stragi andava in archivio con il terribile attentato alla stazione di Bologna, la società capitalistica-consumistica stava prendendo sempre più piede e i protagonisti delle proteste e delle lotte di piazza si erano "borghesizzati" a fronte di un apparente maggior benessere.
Il ritornello della canzone si ripete più volte:
Sarà la musica che gira intorno
Quella che non ha futuro
Sarà la musica che gira intorno
Saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro
I trentenni dell'epoca hanno eretto nella mente dei veri e propri muri (il riferimento al divisivo muro di Berlino è evidente): diffidenza e pregiudizi, frutto di anni di giovinezza trascorsi nel tumulto. E se le vecchie ideologie venivano consegnate alla storia, con l'affermarsi pieno del capitalismo e consumismo americano, i giovani dell'epoca si ritrovavano spaesati, senza ideologie a cui ancorarsi. E con l'incapacità di liberarsi da quelle prigioni mentali autoprodotte oppure frutto della società. Il tutto mentre si va verso un periodo di apparente pacificazione che dovrebbe invece ridurre le distanze.
E i giovani sono senza futuro perché il futuro per loro non ha più importanza: si vive alla giornata, godendosi l'apparente benessere.
Anche la musica ne risente: la musica che gira intorno non ha futuro, è un pop a uso e consumo, mentre i grandi cantautori rimangono sullo sfondo. Significativo è anche il verso:
Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglioE che si ferma ancora ad ogni lampioneO fa una musica senza futuroO non ha capito mai nessuna lezione
I giovani dell'epoca sono impauriti e spaesati, si tengono al guinzaglio come cani, e come cani si muovono in spazi ristretti, gli stessi spazi della propria comfort zone. Soprattutto hanno perso la capacità di sognare, di porsi degli ideali alti, di mettersi in gioco. E anche i cantanti fanno questo gioco, limitandosi a un pop di routine che accalappia il consenso del pubblico, una musica senza futuro, ben lontana dal cantautorato impegnato.
In sostanza prevale un atteggiamento provinciale e anche un viaggio all'estero in aereo è solo un adeguarsi alla moda, non diventa un'occasione per ampliare il proprio bagaglio culturale ed entrare in contatto con altri popoli: troppi muri mentali bloccano la creatività, la fantasia, l'immaginazione e la capacità di apprendimento dei trentenni dei "favolosi" anni '80.
Fossati è autore di ballate struggenti come poche.. a mio avviso anche più di molti suoi colleghi osannati..
RispondiEliminaConosco poco la sua musica. Ma questo per me è un pezzo straordinario :)
EliminaE' una mia mancanza, lo ammetto, ma Ivano Fossati praticamente non lo conosco affatto.
RispondiEliminaIo veramente il minimo sindacale :D
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