Fabrizio De Andrè è il mio artista preferito. Le sue canzoni, la sua poetica, la sua voce hanno accompagnato la mia crescita e ancora oggi mi regalano emozioni e spunti di riflessione.
Il mio amore per De Andrè nasce dall'Antologia Blu, pubblicata nel 1986, contenente le canzoni più famose di Faber, alcune delle quali nella versione "rock" dei concerti assieme alla Pfm. L'Antologia Blu fu uno dei regali che mia sorella scartò sotto l'albero il giorno di Natale del 1988. Quella cassetta arancione-blu mi ricordava uno dei miei amati Transformers (il mio regalo peraltro fu il Transformer Defensor, bellissimo), ma non potevo certo immaginare che quel piccolo oggetto avrebbe generato, con il tempo, un passione così grande. Dei testi capivo poco: ignoravo ad esempio che Marinella fosse una prostituta (ovviamente ignoravo proprio l'esistenza delle prostitute e del sesso), ma bastavano quegli arrangiamenti e quella voce, per farmi ascoltare le canzoni di quella cassetta.
De Andrè mi piaceva, ma fu la sua morte, l'11 gennaio di 22 anni fa, a spingermi ad approfondire la conoscenza del grande cantautore genovese. Fu ancora merito di mia madre. Lei aveva regalato l'Antologia Blu a mia sorella. Lei riacquistò "Non al denaro non all'amore né al cielo", una cassetta che aveva posseduto da giovane, persa in un trasloco. Quelle poesie in musica, dedicati ai personaggi dell'antologia di Spoon River, mi invogliarono a conoscere meglio Fabrizio De Andrè. Iniziai a collezionare i suoi cd. Mi innamorai di tante canzoni, di tanti dischi, soprattutto di "Storia di un impiegato", spesso colonna sonora dei miei viaggi di ritorno, da scuola, sull'autobus.
Un'altra persona assunse un ruolo decisivo nella mia "formazione de andreiana", la più inaspettata. Nella primavera del 2000, incredibile dictu, iniziai a frequentare una palestra vicino casa. Scoprii così che Maurizio, l'istruttore, oltre a essere un grande tifoso del Milan, era una persona intellettualmente stimolante, sagace nelle sue battute, colto e acuto nei suoi ragionamenti, ma soprattutto un grande appassionato di De Andrè. Due anni dopo il caso giocò ancora una volta un ruolo primario. L'impianto hi-fi della palestra, per accompagnare il movimento fisico degli iscritti, era costantemente sintonizzato con emittenti di musica dance. Iniziò a essere trasmesso il remix di Geordie, opera di un noto dj italiano, e ricordo ancora, all'ascolto di quelle note sfregianti la memoria del più grande cantautore italiano, lo sguardo mio e quello di Maurizio che si incrociavano, la smorfia di entrambi. Uno dei due ebbe parole di scherno per chi aveva osato oltraggiare De Andrè: così capimmo entrambi che avevamo un altro grande amore in comune, oltre a quello per i colori rossoneri.
Facendo un piccolo passo indietro, la mia conoscenza della discografia di De André si ampliò così tanto, proporzionalmente al mio amore per i suoi testi, che la mia tesina, all'esame di maturità, fu proprio dedicata al cantautore genovese, alla connessione dei temi delle sue canzoni con le materie di studio; ad esempio il parallelo tra la città vecchia del cantautore genovese e quella del poeta Saba. Il mio professore di storia e filosofia, che non amava De Andrè, non fu particolarmente entusiasta, diversamente dalla mia professoressa di matematica e di fisica, che volle una copia della mia tesina. Il mio elaborato piacque molto anche alla professoressa di chimica: e pensare che De Andrè, per un chimico, non avevo certo speso parole lusinghiere in una celebre canzone del disco "non al denaro non all'amore né al cielo".
Ero molto più fan della PFM, ovviamente, ma ammetto che gli straordinari arrangiamenti applicati alle ballate di De Andrè, me lo resero molto più appetibile e assimilabile.
RispondiEliminaSono rockettaro nell'anima, "progressive" nel cuore e nei tendini.. capisci a me.. ;)
La fusione Pfm-De André è leggendaria...
EliminaTieni conto che da bambino quegli arrangiamenti - proposti nell'Antologia Blu - mi rapirono...
Un paio di anni fa pubblicai un post sul mio profilo Instagram (https://www.instagram.com/p/BsfS-Zelwjf/) in cui parlavo proprio di quella musicassetta e dell'amore condiviso con te per questo grandissimo artista. Ricordando come il mio primo vero contatto con la musica sia avvenuto grazie alle sue canzoni, quelle che chiedevo alla mamma di cantarmi prima di dormire, partivo da una frase del libro "Gratitude" di Lorenzo (Jovanotti): "Le canzoni che ascoltiamo nell'infanzia sono quelle che davvero conteranno nella vita. Non quelle che poi sceglierai di ascoltare, ma quelle che ascolti prima di sapere che si tratta di musica."
RispondiEliminaBellissimo questo filo conduttore tra il tuo spazio web e il mio..un filo conduttore rappresentato da un oggetto all'apparenza banale, una cassetta...
EliminaLe canzoni che ascolti prima di sapere che si tratta di musica: per me, Faber è stato così :)
Che dire su questa tua passione se non un percepire il seguito del post precedente ...quegli innamoramenti che si evolvono in vero amore.
RispondiEliminaSo a cosa verrebbe da pensare istintivamente dopo questo mio collegamento :)... che magari i due temi sono differenti l 'innamoramento e l'amore verso un uomo o una donna e quello verso un cantautore...ma l'effetto che produce e riproduce non cambia perché ti incammina ugualmente verso la strada della bellezza.E' un post che trasmette un energia tra un cantautore ,una mamma ,una figlia,un figlio e fratello ,un istruttore ...fino a raggiungere noi .Quante connessioni produce il vero amore ?Tante ,infinite ...poi Riky ci stai indicando attraverso la tua passione ed esperienza che questo amore ,questa fiammella va sempre nutrita per non perdere mai il senso della meraviglia ,del meravigliarsi... Potrei testimoniarlo io per prima di come ne rimango piacevolmente meravigliata cogliendone l'essenza di questo post.
Tu sai che a scuola diversi insegnanti stanno divulgando e analizzando i testi di De Andrè con i propri alunni ...come storie di vita più che materie di studio , chissà avrà un collegamento o un senso di connessione anche questo no?:)
L.
Sono assolutamente d'accordo con te :)
EliminaE sono felice che la poesia di De Andrè continui a diffondersi e che ora lo faccia anche a scuola... sai, nostra madre è una maestra (è in pensione, ma ho scritto "è" perché si tratta di qualcosa che non si può smettere, per lo meno nel suo caso, in quanto la sua è una vocazione, non un semplice lavoro) e ricordo bene quando propose di far cantare ai bambini "Il pescatore" durante un saggio di Natale. Le sue colleghe non vollero perché secondo loro aveva un testo che istigava all'omertà.
Alcune sue colleghe erano d'accordo, in realtà: tra loro la mitica maestra Marta :), che spero legga questo mio testo (o forse lo ha già fatto, tramite Facebook).
EliminaPoi mi soffermo sul resto delle vostre belle osservazioni :)
@gluci77
EliminaSai che è bellissima la "vocazione" di vostra madre?Oltre al fatto che ha confermato quanto la passione rientri in un concetto di vastità di Amore ,dal momento in cui quella passione non è rimasta in sé come singola persona ma è riuscita a trasmetterla a voi in quanto figli e ad arrivare a tanti oltre che a noi qui ...
Secondo Stendhal la "vocazione " significa avere per "mestiere" la propria "passione"...pensa te :)
De Andrè non sono mai riuscita ad approfondirlo così tanto bene prima , se non attraverso quella vocazione trasmessa a Riky e divenuta sua ormai .Un "Dono "di famiglia attraverso cui ci giunge l'Amore!
Ringrazio l'intera famiglia a questo punto ,davvero...
L., "la vocazione significa avere per mestiere la propria passione"...
EliminaAnche il mio mestiere è una passione...
Allora il dna di mamma si è trasmesso anche in questo, cosa dici?
Sul discorso delle connessioni, sono molto felice di questo post...
Perché ha un potenziale di connessione molto alto.
E voi lo avete impreziosito con i vostri commenti.
Un "Dono "di famiglia attraverso cui ci giunge l'Amore!
EliminaQuesta frase mi ha fatto davvero stringere il cuore...grazie, grazie davvero
Nel mio caso è stato merito di Venusia, è lei ad essere una grande fan di De Andrè, ed è stata lei ad avermela trasmessa.
RispondiEliminaBrava la mogliettina, mitico Nick :)
EliminaGrande artista indimenticabile, tra l'altro sei un vero esperto sulla sua vita e le sue canzoni.
RispondiEliminaSereno giorno.
Grazie Cav. In effetti ho letto diverse biografie e libri su di lui...oltre ad essermi divorato i suoi dischi :)
EliminaE' un amore immenso il tuo per De Andrè.
RispondiEliminaE penso sia stato bello aver conosciuto Maurizio, riscoprire in lui la tua stessa passione.
Bello vedere rispecchiato negli occhi altrui qualcosa di similare, di compreso.
Già, un amore immenso che ogni tanto non possono non celebrare su queste pagine :)
EliminaMi sono fermata alla palestra e ho rischiato di svenire. Non me ne capacito.
RispondiEliminaComunque sappiamo che la colpa è di Lucia e di tua madre. L'istruttore, invece, lo perdono.
Ammetto le mie responsabilità! ;)
Eliminaahaha dai che lo sapevi della palestra :D.
EliminaCerto che senza De André...sarei stato una persona molto diversa. Forse peggiore :D
Giuro che non me lo ricordavo.
EliminaDunque sei stato addirittura uno sportivo.
Lo dico sempre che hai un sacco di doti nascoste. ��
No, sportivo proprio no :D
EliminaIo ho nel cuore Lucio Battisti.
RispondiEliminaUn altro grande.
EliminaE noi avevamo anche l'antologia blu di Battisti, non ricordo il nome della raccolta. Bellissima..
Un aneddoto sul remix di Geordie: all'epoca avevo diversi amici truzzi, conobbero Faber attraverso questa canzone. Ma se ricordi, la versione remix non era completa, si limitava a replicare una o due strofe.
RispondiEliminaEbbene, venne la sera del karaoke e si cimentarono con "la corda d'oro" (alcuni la chiamavano così): dovette intervenire un caro amico, microfono al volo, per cantare le strofe mancanti.
Coooomunque, abbiamo in comune l'inizio con l'antologia Blu, io in musicassetta :)
Moz-
Mamma mia..conoscere De André attraverso la canzone di Gabri Ponte :D, terribile. No, non la ricordo proprio, ricordo il terribile video con i cervi :D
EliminaBellissimo Riky. Grazie di aver condiviso questo prezioso ricordo. Bello sentire come una passione si è diramata dalle radici.
RispondiEliminaPer quel che mi riguarda, ho iniziato ad amare De André senza conoscerlo, quando il mio insegnante di chitarra mi insegnò gli accordi di Bocca di Rosa. Amavo le sue filastrocche con quel taglio "macabro" (tipo La ballata dell'amore cieco) ma dense di realismo, ascoltando le quali mia madre reagiva con un "vai a suonarle di là".
Col tempo (crescendo) ho capito la poetica di questo immenso autore del quale ho iniziato ad accumulare vinili (anche il mio preferito era Storia di un Impiegato, ho letteralmente consumato il microsolco), cassette e CD. Ho avuto la fortuna di vederlo anche dal vivo, al Centro Congressi di Bologna (da solo, non trovai nessuno che lo apprezzasse, all'epoca) e fu straordinario. Più lo ascolto e più lo trovo attuale.
Riky, sai che adoro questi aneddoti. Pregevole. Emozionante.
Grazie amico mio. Sono felice che il mio scritto non ti abbia lasciato indifferente. Bellissimo anche il tuo aneddoto, il ricordo della voce di tua madre che ti "allontanava" per non sentire quella canzone, effettivamente così splatter.
EliminaStoria di un impiegato è un grande disco.
Riuscirò prima o poi a scrivere qualcosa :D
La mia "storia d'amore" con De Andrè risale a moltissimi anni fa, quando ero ancora piccolino. A quei tempi, con i miei genitori, facevo talvolta visita a una mia zia. Si stava da lei interi pomeriggi e ovviamente io mi rompevo le balle da morire. Così per passare il tempo andavo nella cameretta di mia cugina Marinella (che era già grandicella e i pomeriggi non era mai in casa) e mi mettevo a curiosare tra le sue cose. Ricordo che trovai una cartolina (o qualcosa del genere) sul cui retro era scritta con caratteri piccolissimi una favoletta che mi piacque moltissimo. Avrai immagino già capito che quella che ritenevo essere una favoletta in realtà era il testo de "La canzone di Marinella"...
RispondiEliminaUna cugina Marinella..e la canzone di Marinella. Bellissima casualità. E quello è stato il mio primo brano di De Andrè: apriva infatti l'Antologia Blu. Per me era la "favola" di una bella ragazza che per una disgrazia era caduta nel fiume e aveva perso la vita.
EliminaBelli questi tuoi ricordi dell'inizio dell'amore per Faber. Io l'ho conosciuto grazie a un mio ex amico, ormai. E anche per me la sua morte divenne (triste) occasione per avvicinarmi ancora di più a questo straordinario cantautore.
RispondiEliminaSu Geordie, a quanto pare, non sono l'unico ad aver avuto a che fare col "remix". Tempo fa un ex compagno di classe di mia moglie pubblicò questa versione sul suo facebook, e tra una battuta e l'altra nei commenti, non ci crederai, ma venne fuori che lui credeva che "Geordie" fosse una canzone originale di 'sto Gabry Ponte. Sì, ricordo bene il nome... perché sono momenti che non si possono dimenticare.
ahahahah, una canzone originale di Gabry Ponte! E' vero che Geordie non è di De Andrè, però...diamine, una canzone di Gabry Ponte :D
EliminaPiù che un semplice artista De Andrè per me è un pilastro culturale essenziale per chi vuole conoscere e capire cosa sia la musica italiana.
RispondiEliminaInsieme a molti altri, per carità, non voglio fare torto a nessuno ma pochi come Faber sono riusciti a raccontare temi diversi in modi così profondi e intimi che quasi ti sembra di conoscere già quelle cose e che lui con le sue note abbia solo trovato le serrature giuste da scardinare.
Pilastro culturale essenziale della musica italiana...
EliminaAggiungo anche pilastro della nostra cultura, anche se non essenziale, probabilmente.