Vacanze di Natale: il più iconico dei film di Carlo Vanzina (di Bonigol)


La bellissima Cortina d'Ampezzo fa da scenario al più iconico film di Carlo Vanzina. Vacanze di Natale (quello "originale" datato 1983) è la perfetta rappresentazione dell'italiano in villeggiatura coi suoi capricci, vizi e status-symbol. Dalla borghesia medio-alta al ceto medio, il campionario è "ricco" e si palesa allo spettatore con teatrali sequenze delle "carovane" di vacanzieri in arrivo. 


La signora Covelli con Luca

A giungere per prima (con servitù asiatica al seguito) nella villa di proprietà è la famiglia (romana) del passivo e "lapidario" avvocato Covelli (Riccardo Garrone) e relativa consorte "arricchita" e "caciarona", sempre pronta ad apostrofare la prole (Luca, Roberto e Diamante) sulla qualità delle amicizie frequentate. Dalla capitale, giungono anche (in un modesto albergo a tre stelle) i chiassosi e folkloristici coniugi Marchetti con il loro figlio Mario (un giovanissimo Claudio Amendola) e nonna al seguito.  Nel lussuoso e pentastellato Grand Hotel Poste arriva, invece, l'imprenditore Donato Braghetti (Guido Nicheli) accompagnato dalla trascurata moglie Ivana (Stefania Sandrelli), sempre in cerca di maggiori attenzioni. Fedele al suo "carattere" cinematograficamente più calzante, il mitico "Dogui" ostenta ricchezza e irriverenza, sfoderando "perle" del suo frasario politicamente "scorrettissimo" a partire dal momento in cui varca la soglia della hall sganciando una lauta mancia a un cameriere ("Guarda l'animale come se ne va via scodinzolando contento!" commenta rivolto a Ivana alla quale, prima di uscire per "la ricerca de los amigos" non risparmia una gretta stoccata sessista: "ricorda, il pantalone va bello dritto nell'armadio e riordina un po' la stanza!"). 


"Alboreto is nothing"

Tra i personaggi, vera mina vagante, è Billo (Jerry Calà) suonatore di piano bar (a Cortina per lavoro) senza soldi e non troppo bello che piace alle donne grazie alla sua faccia tosta e alle doti di seduttore (tra le sue "conquiste" una giovane Moana Pozzi). Con l'arrivo direttamente da New York del piú giovane dei Corelli, Roberto (Christian De Sica) giovane brontolone ipocondriaco, accompagnato dall'avvenente americana Samantha (Karina Huff), la vacanza può avere inizio tra piste innevate, paesaggi da urlo (lo splendido monte Faloria), situazioni equivoche, tradimenti, gelosie, coming-out e divertenti gag divenute cult (come il discorso di Corelli senior "e anche questo Natale, se lo semo levati dalle palle") il tutto "condito" da una colonna sonora di tutto rispetto, composta da numerose hit del tempo (e non solo).


L'iconico arrivo di Jerry Calà a Cortina


 "E anche questo Natale, se lo semo levati dalle palle"

La trama, ben presto, si focalizza sulle vicende sentimentali, come la storia tra Billo e Ivana (rincontratisi dopo dieci anni) che li spinge a mettere in discussione le rispettive realtà (lei di moglie fedele, lui di sciupafemmine infantile) oppure sull'attrazione che Mario prova (a prima vista) per Samantha. Si tocca anche il tema della "lotta di classe" da villeggiatura attraverso l'insofferenza dei Corelli nei confronti dei "torpigna" (quelli di Torpignattara) che a loro dire "invadono" luoghi esclusivi come la "ricca" Cortina. Ad alimentare questo malumore è l'amicizia tra Mario Marchetti e Luca Corelli (il loro primogenito) che s'incontrano per caso in un negozio di attrezzature da sci ma che si conoscono da anni come frequentatori della Curva Sud e grandi tifosi della Roma). Anche alcuni amici di Luca, nonché la sua fidanzata (la bella e fredda Serenella interpretata da Antonella Interlenghi), accolgono malvolentieri il "burino" ultimo arrivato che sale in pista da sci con i blue jeans. 

Al centro il giovane Claudio Amendola

Gli intrecci amorosi e le situazioni equivoche tra i numerosi personaggi ravvivano una trama non proprio originale ma comunque divertente e piacevolmente scorrevole. Entrano in gioco anche i buoni sentimenti, la pentola si scoperchia, ricchi sì ma (spesso) d'animo greve agli occhi degli altri (come vuol mostrarci la magistrale sequenza dello scarto dei regali a casa Corelli, quando da uno scambio di sguardi e ammiccamenti tra l'umile Mario e le due domestiche, trapela il disagio di fronte a tanta "voracità" e opulenza). Ma non dimentichiamoci di essere in una commedia vanziniana, perciò non mancano le "scivolate" slapstick (come spesso accade poco originali ma perlomeno realistiche).

De Sica (o meglio la sua controfigura) "plana" sulla neve


Una storia di amicizie e di grandi (brevi e non) intense passioni, quelle che sembrano parte di una vacanza e che quasi si pretendono da essa. Non a caso "Maracaibo" di Lu Colombo (hit di gran voga all'inizio degli anni ottanta) viene cantata al piano bar da Billo agli astanti, durante uno dei numerosi momenti di giubilo. Proprio quella canzone, riproposta poi anche come "sigla" finale del film, cela (nemmeno troppo velatamente) un testo dal significato intenso e drammatico dietro un ritmo allegro-orecchiabile e un'ambientazione caraibica. Sembra un po' la metafora delle vacanze, quelle durante le quali (come cantava Guccini) "BISOGNA divertirsi" ma senza dimenticare che dietro la sfrenata necessità di giubilo, annidato dentro le persone, potrebbe esserci altro. I personaggi della storia (con un salto temporale già utilizzato dallo stesso Vanzina in Sapore di Mare) ci vengono riproposti durante l'estate successiva, in una soleggiata spiaggia della Sardegna, mentre la voce narrante dell'immenso Pino Locchi (doppiatore, fra gli altri di Terence Hill) ci mette al corrente di quel che è accaduto loro nei mesi a seguire (tranquilli, dubito che non lo abbiate visto ma non è mia intenzione spoilerare nulla). Il film, considerato antenato precursore del cinepanettone moderno, a mio modo di vedere è assai diverso nello spirito, nella comicità e vale MOLTO più dei suddetti. Nella sua semplicità ha un'anima cinematografica fatta anche di realismo e buoni sentimenti. In vita mia ho apprezzato pochissimi film diretti da Carlo Vanzina ma credo sia questo il Vanzina che maggiormente ricordo con considerazione e un pizzico di stima.

Bonigol

Commenti

  1. E anche questo Natale, se lo semo levati dalle palle.

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    1. già, una delle frasi cult.
      Aggiungo: sarà il penultimo post "natalizio" :)

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  2. Quello che purtroppo non se levamo più dalle palle, sono 'sti film in caduta libera, in confronto ai quali, comunque, anche robetta come quella recensita con tanta buona volontà da Bonigol, sembra davvero manna dal cielo... ;)

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    1. E' una buona commedia italiana degli anni '80, certo oramai la VERA commedia all'italiana era un genere estinto con lo splendido "Un borghese piccolo piccolo", gioiello di Monicelli. Questo è uno dei film che ha fatto il ponte tra i '70 e i '90, dirigendoci verso la commedia amara-introspettiva.
      E verso i cinepanettoni che tu ami tanto :D

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    2. Una recensione è sempre l'impegno nel cercare e analizzare pregi e difetti di ogni film. Il sillogismo Vanzina-Cinepanettone in fondo ci potrebbe anche stare (col senno di poi) ma questa è la retrospettiva su un film che (a parer mio) ha poco a che vedere col genere sul quale il regista ha sicuramente (in seguito) speculato. Questa commedia è sicuramente commerciale (la colonna sonora lo sottolinea) ma non si cerca il grezzo e il farsesco per divertire come spesso accade in questi film. Il divertimento sta nella caratterizzazione dei personaggi che rappresentano bene vizi, pregi e difetti dell'Italia anni ottanta. Io lo trovo un punto di forza. Probabilmente averlo visto durante l'adolescenza ha fatto sì che ne conservassi anche un bell'imprinting "affettivo". Tuttavia sui cinepanettoni e cinepandori la penso come te, Franco, anche se il pubblico continua ad apprezzarli e, in fondo, il cinema (tutto) ha bisogno della maggiore varietà di gusti possibili per prosperare. Però non ho capito una cosa, il film lo hai visto e non lo hai apprezzato oppure il tuo è un giudizio solo globale?

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    3. Purtroppo l'ho visto.. ma tra una caratterizzazione simile e una alla, per esempio, I nuovi mostri (tanto per non creare abissi temporali), scegliere la seconda è giocoforza.. ;)

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    4. Eh ma i "nuovi mostri" è leggenda...è la Commedia all'italiana con la maiuscola...
      Però anche negli anni '80 ci sono state commedie gradevoli, come "culo e camicia", "il ragazzo di campagna".
      Niente a che vedere con il decennio prima, ma film comunque costruiti bene, con alcune cose degne di nota.

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    5. Sicuramente sceglieremmo tutti (o quasi) I Nuovi Mostri ma ciò non toglie (ai miei occhi) il valore (che, citando Riky "andrebbe sempre contestualizzato") di questa pellicola. Oltre ai nove in pagella, esistono anche "compiti" da sei e mezzo/sette che non sono da buttare.

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    6. Io in realtà numericamente do un 9 - esempio - a Bad Taste, che ovviamente non è lo stesso 9 dei Nuovi Mostri: sono due film di genere completamente diverso. A me piace pensarla così.
      Il 9 del compito di greco non è uguale la 9 del compito di storia di terza media, tanto per dirne una :D
      Ma questa è proprio una considerazione mia personale.

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  3. Questo forse è uno dei pochi della "saga" (non so come definirla) che si salva. È un film che se mi va lo guardo anche volentieri

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    1. Io ricordo bene il secondo vacanze di Natale..soporifero.
      Quindi condivido il giudizio di Bonigol.

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    2. In effetti gli altri non sono proprio entusiasmanti

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    3. Quello del 1995, nella sua grezzaggine, è ancora accettabile, ma poi quando hanno preso piede Enzo Salvi e i Fichi d'India...at salut, come diciamo qui dalle mie parti :D

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  4. Non è il mio genere, Riccardo lo sa, ma l'ho visto molti anni fa e non mi è sembrato demenziale quanto i cinepanettoni.
    Quindi concordo con Bonigol sul fatto che siano due prodotti diversi.
    Di sicuro, però, non è un film degno di nota, per quel che mi riguarda.

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    1. Ci sono solo due scene cinepanettonistiche, quelle di De Sica che cade nella neve. Poca roba.
      Se ripenso a certi film di Neri Parenti...brrr :D

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  5. Uno dei pochissimi della "saga" che ho visto.
    Apprezzato? Da piccolino qualche risata me la strappava. Da adulto... nemmeno lo so. Non gli ho dato una seconda possibilità ;)

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    1. Secondo me si apprezza più da adulti..anche perché si riesce a entrare meglio nel background dei personaggi!

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  6. L'ho visto tanti anni fa e me lo ricordo appena, però di sicuro qualche risata ci scappò :D

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    1. L'umorismo è sempre cosa gradita in una commedia. In questo film sono presenti anche diversi spunti di riflessione sulla famiglia e i valori rapportati al "costume".

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    2. Condivido il bel messaggio di Bonigol. Umorismo è anche far sorridere, senza necessariamente ridere, purché appunto sia un trasmettere sensazioni positive.

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  7. questo film aveva ancora una vena da "commedia all'italiana", che fotografava (e quindi metteva alla berlina) l'italiano medio, fosse egli l'arricchito durante gli anni del boom economico o i nuovi benestanti/ricchi degli anni '80.

    I cinepanettoni successivi invece hanno abbandonato questo proposito, per questo li sentiamo distanti e non ci fanno più ridere... manca anche una nuova generazione di comici: De Sica per quanti altri anni deve fare il cornificatore con il piede in 3-4 staffe diverse? Dai su, come può essere credibile?

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    1. Pienamente d'accordo. Un grande pregio del Vacanze di Natale di Vanzina è proprio l'essere credibile nella caratterizzazione dei personaggi. Qua si cercano i loro difetti ma si sottolineano i loro pregi. Ammetto di non aver "sperimentato" troppo i successivi ma quel che ho visto mi è bastato per coglierne una totale disuguaglianza negli intenti.

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    2. Il cinepanettone praticamente ha ridotto la commedia italiana una sorta di insieme di scene macchiettistiche o slapstick, riproponendo peraltro sempre i soliti meccanismi narrativi (il cornificatore), infarcendo di peti, rutti, parolacce e doppi sensi :D

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  8. Ottima recensione, che condivido.
    Io amo anche Vacanze in America, secondo me fa il paio proprio con questo.
    Comunque, tutto vero: non aveva grandi pretese ma riuscì a parlare di italiani in vacanza nel puro spirito della commedia tricolore più classica, ma che guardava già a una modernità.

    Moz-

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    1. Grazie Miki! Adesso devo rivedere Sapore di sale e Vacanze in America. Però il primo lo farò recensire a Bonigol :D (se vorrà).
      Questo film fa da ponte: tra la mitica Commedia all'italiana degli anni '60-'70 e quella degli anni '90, più introspettiva

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  9. Ciao Riki passo per farti gli auguri di buon 2021
    Scusami per il ritardo .
    Vacanze di Natale è uno dei miei film preferiti.
    Un po' come Sapore di are .
    Non so se son dello stesso regista però.
    Ciao Eliana

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    1. Ciao Eliana, grazie e auguri anche a te! (Figurati, nessun ritardo). Sì, Sapore di Mare è sempre di Vanzina. Sono due film simili, anche se ambientati nelle due stagioni diametralmente opposte :)

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  10. È uscito due volte Corelli, con la R 😜
    Grande Nicheli! Le donne dovrebbero essere trattate così ancora oggi!

    È curioso che sia arrivato il messaggio dei borgatari anche per chi non è di Roma, diciamo che tutti i quartieri con "tor" fanno parte della borgata e quindi snobbati da quelli di Roma nord (di cui faccio/facevo parte). Ad esempio io conosco le varie periferie di Milano solo grazie a degli amici che ho là, altrimenti non capirei una citazione in un film.
    Mario viene definito "buro" ma quelle che lo chiamano così non sanno manco cosa significa. È borgataro, di borgata, non burino, di fuori Roma ma in effetti i jeans in montagna fanno molto pecoraro (pastore), quindi burino. Però in quegli anni non era manco tanto strano, non stavano mica tutti con tute fluorescenti!
    Parlo per Riky, Bonigol non so di dove sia.

    Più che fredda Serenella, diciamo che sta con uno stronzo più interessato alla Roma che a lei...

    Mi chiedo sempre se quel Grazie Roma ripetuto più volte, non abbia dato fastidio ai non-romanisti. Un film con l'inno laziale o interista, io lo avrei schifato... Grazie Roma non è un inno (è la canzone dello scudetto dell'83, che viene riproposta ogni volta che vince all'Olimpico) ma noi abbiamo molte canzoni grazie a Venditti (e Fiorini), gli altri al massimo hanno i cori, se non erro 😝

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    1. Parto dalla fine. "Grazie Roma" è perfettamente inserita nel gioco delle "colonne sonore": una diversa per ogni personaggio introdotto (I like Chopin per il pianista, cioè Calà). Un altro punto di forza del film!
      Ottima la precisazione per "Buro" :D; Bonigol è emiliano romagnolo, anche se non riminese :)

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