50 anni dei Gatti di Vicolo Miracoli: l'esordio al cinema con Vanzina, "Arrivano i gatti"



Nel 2021 il quartetto comico "I Gatti di Vicolo Miracoli", formato da Jerry Calà, Franco Oppini, Umberto Smaila e Nini Salerno, ha festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua fondazione. Il quartetto nacque a Verona nel gennaio 1971 e nove anni dopo fu protagonista al cinema con la commedia vanziniana "Arrivano i Gatti". Un film che possiamo definire "cult", ma altalenante, infatti qualche commentatore ha giustamente evocato le "montagne russe": trovate geniali alternate a momenti che potremmo definire "terra terra".

Verona, nell'introduzione sulle note di "Verona Beat"


Chiaro esempio è l'inizio del film. Un'introduzione quantomeno superflua, quasi fastidiosa, con due anziani Romeo e Giulietta, seguita però dalle splendide note di "Verona Beat" che accompagna una scampagnata in bicicletta, tra le vie di Verona, dei quattro protagonisti. Una pennellata di malinconia a un emozionante omaggio a una delle città più belle d'Italia. Da qui si parte alla conoscenza di Umberto, Nini, Jerry e Franco, quattro giovani che si esibiscono nei circoli per anziani e sognano di sfondare nel mondo dello spettacolo, alle prese con i problemi quotidiani sul lavoro. Tra momenti politicamente scorretti (Calà è un massaggiatore di una spa frequentata da donne in carne ed è un profluvio di "ciccione", "baleniera", "Moby Dick", Oppini fuma uno spinellone e si mostra nudo dalla cintola in giù a due anziane sorelle zitelle), si assiste a una splendida esibizione al pianoforte di Umberto Smaila e si ride di fronte a Nini Salerno, studente universitario di filosofia fuori corso da vent'anni, oppure a Calà che esce dalla sauna, dopo uno scherzo di una sua robusta cliente, arrossato e con i capelli spettinati, muovendosi come un morto vivente e urlando appunto "Zombiiii" (omaggio a questo tipo di horror che spopolava in quel periodo).

Zombiiiiiii


L'umorismo dei Gatti è ovviamente demenziale, con un pizzico di surreale (hanno frequentato il Derby di Milano) e tutto sommato era difficile costruire un film imperniato su un gruppo di comici abituati a recitare in brevi sketch: un certo impegno degli sceneggiatori si riscontra, nel legare le varie scene. I quattro protagonisti infatti partono da Verona, destinazione Roma, per sfondare nel mondo dello spettacolo, una sorta di autobiografia romanzata (nella realtà i Gatti ebbero in effetti problemi economici nella loro trasferta romana), anche qui dal sapore dolce-amaro: i quattro protagonisti riusciranno a sfondare (lieto fine garantito) grazie alla casualità, segno quindi che il talento c'era, ma senza la spinta del fato, sarebbero stati costretti a tornare nella loro provincia, senza soldi e senza più sogni. Un'anticipazione di quella che è la filosofia del celebre film interpretato da Renato Pozzetto, "Il ragazzo di campagna": inutile cercare altrove la felicità, la felicità l'abbiamo attorno, in quella che è la nostra dimensione, quella in cui siamo cresciuti, ma non ce ne accorgiamo.  Per Pozzetto-Artemio è la vita nei campi e la fidanzata Maria-Rosa, tutt'altro che una brutta ragazza, per i quattro protagonisti sono comunque i loro impieghi, datori di lavoro e clienti che li apprezzano, amici che li sostengono e li stimano. 

Diego Abatantuono 


Peter Bark nei panni di un..sottosegretario


Il film c'è, quindi, grazie anche a ottimi comprimari come Diego Abatantuono, con il suo "terrunciello milanes' i cient pe’ cient", senza dimenticare il cameo di Peter Barcella, alias Peter Bark, attore affetto da nanismo vero e proprio idolo degli amanti dei b-movie, in quanto protagonista del cult "Zombie Horror - Le notti del terrore", dove interpreta il bambino Michael.

"Arrivano i Gatti" crolla però impietosamente nella scena omaggio ai "Guerrieri della Notte", con nudo integrale posteriore dei quattro (scena assolutamente superflua), o nei siparietti con la famiglia svedese all'Hotel Park (un campeggio con tende, in pratica). Ma, tanto per riparlare dell'effetto montagne russe, diverte, eccome, nella parte in cui i quattro sono scritturati tra le comparse di una commedia sexy con la dottoressa (la bellissima Orchidea De Santis). Si ride, tra scene slapstick e le incursioni del "Braciola" (il grande Ennio Antonelli), ma soprattutto perché è un sottile "perculare" il filone della commedia sexy e dei suoi abusati topos narrativi (la doccia della protagonista), e allo stesso tempo anche dei critici "radical chic" (le obiezioni non richieste di un irresistibile Nini Salerno, che considera gratuite le scene di nudo: "Apriamo un dibattito sulla condizione femminile", dice).

"Per piacere, la doccia no!"

Anche la scena dei peti alla festa a casa del produttore Bonivento (il megadirettore Ugo Bologna!), un gioco che fa scoppiare in risate a crepapelle gli ospiti del party, appartenenti all'alta società, è una sottile critica sulla noia che ammanta certi momenti di socialità, ma anche, come per la commedia sexy, una constatazione: donne discinte e una comicità triviale negli anni '70, una comicità triviale sfociata nel "cinepanettonismo" parentiano, a base di scorregge, rutti e deiezioni, nei decenni successivi, sono stati fenomeni di successo perché hanno saputo divertire il pubblico. Tanti saluti, allora, alla "comicità nel più puro spirito ebraico newyorkese", il divertente tormentone sciorinato in più di un'occasione, in "Arrivano i Gatti", da Nini Salerno...

Commenti

  1. Chissà perché mi ricordano i famosi Les Charlots con i loro leggendari film sui "Cinque matti...". Comunque una parentesi vivace e creativa finita alle attuali scoregge e parolacce che tanto fanno divertire un pubblico sempre più povero... :(

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    1. Mi ricordo che me li avevi citati e consigliati :).
      Infatti è stato premonitore questo film: anche se Vanzina l'ha cavalcata, l'onda lunga del cinema scorreggiante :D

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  2. Concordo con la critica, momenti molto divertenti (anche a me Zombiii fa morire ogni volta :D) altri meno.. mi pare che la bella Orchidea De Sanctis ebbe un brutto incidente proprio girando questo film, infatti poi è praticamente sparita..

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    1. Esatto, si infortunò proprio nella scena della botola. Pazzesco..
      Zombiiiii è una scena fantastica ahahah

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  3. film che pensavo di non aver ancora visto, ma che leggendo la trama mi si è accesa più di una lampadina...

    boh, non certo granché, solito instant movie basato sulle gag di un comico (o un gruppo, come qui) sulla cresta dell'onda

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    1. Non è una pietra miliare della commedia, però è un film discreto: e qualche spunto è davvero degno di nota (la parte della commedia sexy)

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  4. Una pellicola super cult che, stranamente, ho visto anch'io. Ahahah
    Scherzi a parte, come sempre non ho ricordi del film, ma I Gatti mi facevano sorridere e mi sono simpatici.

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  5. Confermo che la povera Orchidea De Santis ebbe un brutto incidente girando il film, incidente che le fece praticamente concludere lì la carriera. In quanto ai Gatti in generale, beh che dire, essendo ormai vecchio anagraficamente me li ricordo quando erano agli inizi ed erano ancora in cinque, tra cui una donna. La cosa durò poco perché l'elemento femminile -mi sembra si chiamasse Spray Mallaby o Mallory - all'epoca fidanzata con Oppini lo lasciò per il quinto membro del gruppo (Gianandrea Gazzola) e i due lasciarono subito la formazione. Me li ricordo delle trasmissioni Rai all'interno delle quali erano particolarmente apprezzati dai giovanissimi. Cito i tormentoni quasi tutti di Calà ("Capittooo?" ; " Proooovaaaa!") tranne uno di Salerno ("Ho studiatttooooooooo!") quando fingeva di fare il tuttologo nelle predette trasmissioni Rai . Una comicità che oggi appare superata, specie quella dei loro scetch televisivi ma che negli anni 70 faceva faville.

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    1. Dimenticavo, Gazzola entrò nel gruppo per un breve periodo proprio in sostituzione di Oppini che per un breve periodo aveva abbandonato il gruppo proprio perchè era arrivato ai ferri corti con la Mallaby, quando lei lasciò lui tornò prontamente e la formazione rimase per anni sempre la stessa.
      Ciao.

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    2. Non sapevo né di Gazzola né della Mallory-Mallaby...Io avevo sempre pensato ai Gatti come questo quartetto, appunto.
      Tra i tormentoni c'è anche quello di Oppini "Una scorza di limone Una buccia di patata Un bel prezzemolone E il mio pinzimonio è pronto", che in questo film viene modificato (mi sembra dica "Carciofone")

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Che poi considerando le varie compagne, mogli, ex -mogli che ha avuto proprio Oppini mi sa che i produttori e registi hanno sbagliato tutto nella suddivisione dei ruoli, di solito il seduttore lo facevano fare a Jerry Calà, ma qua mi sa che nella realtà il vero "sciupafemmine" era Oppini. ;)

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    5. Vero, ahaah, Oppini sarebbe stato più credibile come latinlover :D

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  6. Mi sa che sta su Tim Vision, me lo rivedo.
    Comunque, è altalenante forse proprio perché dovevano adattare in lungometraggio degli sketch di pochi minuti, da palco del Derby...
    La morale sul valore che si ha è giusta, certo la "botta di culo" è un elemento risolutivo che rimette tutto alla fortuna e quindi passa un messaggio strano, ma l'epoca era diversa e tutti potevano farcela.

    Moz-

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    1. Penso a film con Pozzetto, come Saxophone (una chicca da riscoprire).
      Purtroppo non è facile adattare tutto in una sceneggiatura.
      Saxophone è molto visionario, Arrivano i gatti più lineare. Ma entrambi sono due buoni film :)

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  7. Mi sa che non me lo rivedo. Ora sono impegnato con i draghi.

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    1. ahah, questa volta la metafora la colgo facilmente :D
      Anche perché non ti vedo a guardare Warcraft o Dragon Heart :D

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  8. I Gatti erano una bella formazione. Ho cercato invano (disponibile solo su Prime che non ho) il loro film "reunion" ambientato all'ospizio. Smaila è un artista eclettico e un grande musicista che ha composto belle melodie per il cinema (e non solo) ma molti lo ricordano esclusivamente per Colpo Grosso. Ho due loro 45 giri (Capito? e Prova) perché da bambino mi facevano molto ridere anche le loro canzoni. Nini Salerno ha una mimica straordinaria. Jerry e Franco sono due macchiette che divertono, ma alla lunga stufano, anche. È un film che non vedo da decenni ma che la tua presentazione ha fatto "riaffiorare" piacevolmente.

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    1. Anche io sono alla caccia di "Odissea nell'ospizio" :). Smaila in questo film dà una prova della sua abilità al pianoforte, suonando, per poco, un bel pezzo. Nini Salerno fa troppo ridere con i suoi "apriamo un dibattito sulla condizione femminile". Il personaggio dello studente di filosofia pluri-fuori corso gli calza a pennello.

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  9. Non ricordo di averlo mai visto, ma il quartetto mi era simpatico :D più che altro quando cantavano.

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    1. Io adoro le loro canzoni: Verona Beat, ma anche Capitoooo e Prova! :D

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  10. L'avevo completamente rimosso, ma leggendo il tuo post pian piano è riemerso tutto.
    E fa una certa impressione sapere che questo gruppo di attori, che mi hanno accompagnato per molto tempo, quest'anno festeggiano i 50...

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    1. 50 anni, esatto, ma pensa che sono già passati 19 anni da quando li ho riscoperti :D

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