Il mio cielo: l'autobiografia di Dalila Di Lazzaro


Primo libro scritto da Dalila Di Lazzaro, edito e pubblicato da Piemme nel 2006, "Il mio cielo" è una scorrevole e toccante autobiografia. I fari non sono puntati solo sulla vita da attrice e modella della Di Lazzaro, ma anche su un'infanzia travagliata, su un'adolescenza movimentata dalla nascita di un figlio a 16 anni, sulla tragedia che l'ha colpita nel 1991 (la morte del figlio Christian, a 22 anni, in un incidente stradale) e sull'altro incidente che, dal 1997, l'ha costretta a convivere con il dolore cronico.

Ne esce il ritratto di una donna fragile e forte allo stesso tempo, che ha trovato nella spiritualità e nella fede l'ancora di salvezza. Il messaggio che vuole trasmettere dalle pagine "Il mio cielo" è quello di vivere la vita attimo dopo attimo, godendo delle piccole cose, come l'abbraccio di una persona cara o una passeggiata in spiaggia.

Non aspettatevi, da "Il mio cielo", molti aneddoti sulla sua filmografia, anche se ce ne sono un paio molto divertenti riferiti a Ugo Tognazzi, suo partner ne "Il gatto" e a Mel Ferrer, protagonista con la Di Lazzaro de "La ragazza dal pigiama giallo". 

Tra le pagine dell'autobiografia troveremo però personaggi importanti conosciuti da Dalila nel corso della sua carriera da attrice e modella: Richard Gere, Jack Nicholson, Mick Jagger, Woody Allen; naturalmente Andy Warhol, che la volle nel suo primo film da protagonista, "Il mostro è in tavola...barone Frankenstein". 

Nell'autobiografia non viene nominato esplicitamente, ma l'attrice ricorda anche il suo primo incontro con Gianni Agnelli (che le si mostrò nudo, benché senza intenti sessuali). Non solo personaggi famosi sono protagonisti delle vicende narrate nel libro: ci sono tanti corteggiatori, le amiche del cuore Bettina, Roberta e Marika, tante persone che hanno segnato la vita dell'attrice, altre che hanno tradito la sua fiducia. 

Tra gli aneddoti mi ha colpito quello su Pier Paolo Pasolini, che fece una colletta, nella sua tavolata al ristorante, per aiutare la giovane Dalila, che aveva perso i soldi dell'affitto; e quello su Massimo Troisi, timido corteggiatore dai potenti battiti del cuore. 

La vita della Di Lazzaro è stata intensa, dura, non solo per l'esperienza prematura da madre o gli abusi subiti; prima di affermarsi nel mondo dello spettacolo, è stata costretta spesso a reinventarsi, a fare i conti con l'affitto da pagare a fine mese, a crescere rapidamente per affrontare tutte le difficoltà della vita; una vita sotto i riflettori, ma tutt'altro che frivola e scintillante, raccontata dall'autrice con sincerità e l'inevitabile maturità di una donna costretta spesso, nel suo cammino, professionale e non, ad affrontare prove durissime.

Commenti

  1. Ha avuto una vita piuttosto dura, la morte di un figlio così giovane tocca profondamente persino me che figli non ne ho avuti.

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    1. Davvero una tragedia. E' un'autobiografia, questa, che certamente sa lasciare il segno

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