Vento
di maestrale
Non mi curo
di un respiro
pesante
del maestrale
che percuote
i miei giorni
e con essi
i miei sogni
Guardo la brezza
che ti scombina
nei tratti
il sole che vaga
tra le nubi
cercandoti
Quell’acque
rendono i tuoi occhi
un tutt’uno
col cielo
Ti penso
E mentre i gabbiani
s’acchetano all’orizzonte
tra le siepi della sera
t’ immagino mia
CD
L’attesa
Seduto
sui
gradini
del tempo
aspetto
Gli ulivi
giacciono
al sole
I prati
anelano
quei
passi
I tuoi
E non c’è
petalo
di rosa
che
lambendomi
non mi
ricordi
Il tuo
sfiorarmi
CD
Immenso Claudio.
RispondiEliminaImmenso come il mare, che tanto ispira sensazioni e sentimenti e che poi qualche penna abile sa trasformare in versi :)
Elimina"gradini del tempo" metafore che intrigano..
RispondiEliminaMi ha ricordato una vecchia canzone di Ranieri che adoravo..Sui davanzali del tramonto.
EliminaL'ultimo verso della seconda poesia mi piace moltissimo.
RispondiEliminaEvocativo al massimo. Complimenti Claudio.
Due belle poesie, cara Dama, che rispecchiano alla perfezione la poetica di Claudio, il forte legame tra il mondo interiore del poeta e la natura, manifestazione di un ultraterreno e dell'infinito..
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