Yuji Itadori è il grande protagonista di Jujutsu Kaisen. Capitolo 257: che svolta! SPOILER


SPOILER

Per chi non è in pari con la lettura del manga, si consiglia di non leggere il post

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Yuji Itadori è il grande protagonista di Jujutsu Kaisen

La scelta del mangaka Akutami di sacrificare il suo personaggio più forte e affascinante, Satoru Gojo, non poteva non essere compensata dal mettere in risalto quello che è stato comunque sempre il "motore" delle vicende e non solo per l'ospite ingombrante che aveva dentro di sé, essendo il recipiente di Sukuna.

Nel capitolo 256 è ancora in corso la grande battaglia di Shinjuku, iniziata con il grande duello tra Gojo e Sukuna. Yuji Itadori colpisce Sukuna con un poderoso Black Flash, il lampo nero, grazie anche alla collaborazione dello stregone LaRue, che con la sua tecnica maledetta "Presa del cuore" può  afferrare i corpi, ma anche il cuore dei suoi bersagli. LaRue riesce appunto a distrarre Sukuna, che toglie lo sguardo da Itadori, venendo colpito dal Black Flash, che contestualmente attiva "il risveglio" di Itadori.

Yuji, nel capitolo 257, sferra una serie consecutiva di Black Flash all'avversario, ma soprattutto può finalmente manifestare la sua seconda tecnica maledetta. Oltre alla manipolazione del sangue, sviluppata dopo aver inghiottito gli uteri Kusozu, che come ricordiamo sono un incrocio tra un uomo e una maledizione, il protagonista di Jujutsu Kaisen infatti manifesta per la prima volta una tecnica di taglio simile a quella di Sukuna. 

Il colpo di scena viene svelato a inizio capitolo da un flashback: Sukuna, nel grembo materno, ha mangiato il suo gemello. L'anima del gemello ha attraversato dei cicli fino ad arrivare a Jin Itadori, padre di Yuji. A questo punto Kenjaku, impossessatosi del corpo di Kaori, ha partorito Yuji, che quindi è figlio del gemello di Sukuna...e ora in lotta contro lo zio. 

Una lotta in cui, come svela l'editor del capitolo, Yuji può superare il "Re delle maledizioni". 

Yuji Itadori, il risveglio dell'eroe

Yuji Itadori, a mio parere, si riapproprierà del ruolo di eroe tipico di queste opere, attraversando un percorso decisamente diverso e più intrigante.

Jujutsu Kaisen d'altro canto non è un'opera incardinabile nella canonica lotta tra bene e male.

La società degli stregoni rispecchia tutta la società: non c'è bianco e non c'è nero, ma un'ampia sfumatura di grigi. C'è un conflitto ideologico tra conservatori e progressisti, ci sono persone abiette (diversi esponenti della casata Zenin!). Gli stregoni non sono eroi che devono vincere il male (anche se è facile associare le maledizioni al male) ed esempi di virtù; sono persone specializzate nella lotta alle maledizioni e per loro questa è una vera e propria professione. Con la consapevolezza di poter incontrare molto presto la morte

Lo dice esplicitamente Yaga, il preside della scuola di Tokyo, in uno dei primi capitoli

Gli sciamani sono in diretto contatto con la morte. Non solo con la propria: ma pure con quella delle vittime delle maledizioni


Aggiungendo un dettaglio di non poco conto

È un incarico sgradevole. Essere motivati e avere qualche rortella fuori posto è fondamentale.


Ma la morte è vicina a tutti gli esseri umani, in Giappone, in questa dimensione narrativa: le maledizioni infatti nascono dai sentimenti negativi e finiscono per uccidere gli stessi umani che le hanno create. Gli stregoni non danno vita alle maledizioni, ma le uccidono. Un mondo di soli stregoni porterebbe all'eliminazione di ogni maledizione: ricordate il dialogo tra Yuki e Geto? La metafora è chiara: l'uomo crea il male. 

Gli stregoni inizialmente non possono essere associati così facilmente alla figura dell'eroe; e neanche dell'anti-eroe. Non salvano le persone, ma combattono le maledizioni che uccidono le persone. Gojo si preoccupa di non uccidere e ferire persone a Shibuya, ma è consapevole che moriranno per mano delle maledizioni. Gojo non è Superman che cerca di salvare ogni singolo civile.  

C'è grande differenza tra gli eroi e gli aspiranti eroi di My Hero Academia e tra gli stregoni e studenti di stregoneria di Jujutsu Kaisen.  È vero che nella prima opera l'antieroe Stain mette a nudo le ipocrisie della società degli eroi: solo All Might e pochi altri agiscono per puro altruismo nei confronti delle persone; la maggior parte dei (finti) eroi agiscono per guadagno, per migliorare la propria reputazione e la propria posizione nella chart degli eroi, o per sentimenti puramente individualistici. Gli stregoni sono per natura individualistici.  Combattono le maledizioni e le maledizioni combattono gli stregoni, come evidenzia Mahito all'inizio del lungo duello con Itadori: due "giustizie" diverse a confronto. 

Molto interessante è anche il punto di vista di Aoi Todo: una volta divenuti stregoni, non si può più ragionare come esseri umani. Itadori non ha colpe da espiare, ma deve semplicemente affrontare le maledizioni per diventare più forte e prevalere in questa guerra. 

Yuji ne è diventato consapevole durante il lungo duello con Mahito: in principio ha inghiottito un dito di Sukuna per diventare qualcosa di diverso (anche se era già segnato..essendo il figlio del gemello di Sukuna, come scoperto in questo capitolo 257), qualcuno di più forte, e combattere le maledizioni per aiutare  gli altri, per poi, al momento di morire, essere circondato dall'affetto di tanti amici. Ora è consapevole di essere un ingranaggio all'interno di una guerra e di volerla combattere fino a quando "non sarà un ingranaggio arrugginito".

Non dimentichiamoci che Yuji era convinto di aver terminato il suo compito durante il Culling Game, dopo aver rintracciato Angel, personaggio fondamentale per la liberazione dal sigillo di Gojo, e Tsumiki, la sorella di Megumi. 

Senza la mossa di Sukuna, che abbandona il corpo di Itadori per utilizzare Megumi come "recipiente", la storia si sarebbe conclusa: Gojo, liberato dal sigillo, avrebbe sconfitto Kenjaku e forse Yuji sarebbe stato giustiziato. Il destino ha deciso diversamente. 

Da ingranaggio a eroe, Yuji è pronto per proseguire nella sua evoluzione, divenendo un punto di riferimento per le sue abilità di stregone: non dimentichiamoci l'acquisizione della tecnica inversa, non così facile da padroneggiare, figuriamoci per un giovane studente. 



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