L'inquilina del piano di sopra: a metà tra commedia e film sentimentale


"L'inquilina del piano di sopra" è un film del 1977, diretto da Ferdinando Baldi, il cui titolo richiama inequivocabilmente la commedia sexy all'italiana. La trama sembra confermare la prima sensazione: l'inquilina in questione è Aurora (Silvia Dioniso), fidanzata di un ricco marchesino (Teo Teocoli), rumoroso amante. I condomini cercano di far cessare gli sgraditi rumori, dando un'ultimatum alla giovane: stop agli amplessi, oppure sfratto. Ebbene, "L'inquilina del piano di sopra" non è affatto una commedia sexy all'italiana. E' una commedia sentimentale che ruota attorno al rapporto tra Aurora e il professore Arturo Canestrari (Lino Toffolo). Quest'ultimo deve aiutare la ragazza ad acculturarsi: deve insegnarle le buone maniere, affinché il marchesino possa presentarla alla famiglia di lui. Di erotico c'è poco.


Il problema principale de "L'inquilina del piano di sopra" è una sceneggiatura poco omogenea tra la parte sentimentale e quella comica. Quest'ultima è affidata a un Pippo Franco in gran spolvero, nei panni di un collega di Canestrari, il professore di ginnastica Amilcare De Vitis, ipocondriaco e depresso in quanto lasciato dalla moglie. E' una delle migliori performance dell'istrionico conduttore degli spettacoli del Bagaglino, uno dei suoi personaggi più efficaci. Eppure spesso si ha la sensazione di vedere due film differenti; oppure come in una fiction televisiva, due sottotrame differenti. Lino Toffolo, irresistibile co-protagonista nella celebre commedia sexy "L'infermiera", non riesce inoltre a essere all'altezza come protagonista; ruolo che d'altro canto doveva spettare a Renato Pozzetto, e in effetti il personaggio del Canestrari gli si cuciva addosso alla perfezione. Infine poco approfondita, purtroppo, la parte sulla scuola e sull'autogestione degli studenti. Film dunque consigliabile solo per apprezzare un Pippo Franco spassoso, ma rischia di annoiare nella parte romantica.

Commenti

  1. La recensione di Film TV è stringata, ma velenosa: "Sorta di "My Fair Lady" in versione pecoreccia".
    Ecco, non capiscono niente di film.

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    1. No, capiscono :D, non è un gran film...si lascia scivolare via senza lasciare traccia, se non fosse per Pippo Franco.

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  2. Sarà per la presenza di Lino Toffolo che a Venezia viene considerato una sorta di nume tutelare delle Arti (bisogna tener presente che Toffolo è stato praticamente l'ultimo grande nome venuto fuori dalla comicità veneziana, adesso ci sono alcuni cabarettisti di fama locale come "Carlo & Giorgio" o " le Bronse Coeverte" ma nulla di spessore nazionale, al momento ) ma il film viene spesso replicato ad orari notturni nelle piccole reti locali, a me non è dispiaciuto, certo Toffolo non è che lo ricordasse molto bene. sarà che il suo nome è stato una seconda scelta però -a parte i complimenti alla Dioniso- non ha mai speso troppe parole per la pellicola.

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    1. Pensavo fosse una pellicola veramente di nicchia (ma non potevo fregarti, caro Nick :D)

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