Sbatti il mostro in prima pagina: ieri e oggi, una stampa che gioca con la paura dei lettori


"Sbatti il mostro in prima pagina" (1972) doveva essere un giallo ambientato nel mondo del giornalismo. Divenne un film dalla forte connotazione politica, quando fu scelto Marco Bellocchio come regista e a seguito del cambio dello sceneggiatore, da Sergio Donati a Goffredo Foti, con il primo che riciclò il soggetto, qualche anno dopo, nella pellicola "Il mostro" (1977, nulla a che fare con il film di Benigni).


Il titolo è entrato nell'immaginario collettivo perché anche oggi si utilizza quell'espressione, in riferimento ai media che cavalcano il sensazionalismo sui fatti di cronaca, dando in pasto, al pubblico televisivo o ai lettori, dei colpevoli ancor prima di una sentenza di tribunale che accerti questa colpevolezza. Lo "sbattere il mostro in prima pagina", nel film di Bellocchio, ha anche uno scopo politico, spostare il consenso elettorale: il caporedattore de "Il giornale" (si chiama come il quotidiano che Montanelli fondò due anni dopo), Giancarlo Bizanti (Gian Maria Volonté), attraverso il proprio quotidiano, conservatore e di destra, accusa un giovane studente comunista, Mario Boni (il riminese Corrado Solari), dell'omicidio di una ragazzina appartenente all'alta borghesia, facendo il gioco di un potente industriale, l'ingegner Montelli (John Steiner), che è finanziatore appunto del quotidiano. Bizanti confeziona il colpevole perfetto, manovrando la rabbia di Rita Zigai, un'ex amante del giovane comunista, in modo tale che gli italiani, alle elezioni, che sono prossime, scelgano appunto una strada conservatrice. Il potente caporedattore ha però un antagonista, proprio all'interno della redazione, il giovane cronista Roveda (Fabio Garriba), colui che scoprirà il vero colpevole.


Roveda, in un duro confronto con Bizanti, che costituisce il momento clou del film, dice senza mezzi termini che è stato "inventato un colpevole sulla mezza testimonianza di un'isterica pazza". Il giovane cronista evidenzia che il giornalista debba essere un osservatore parziale, non deve schierarsi né con la destra, né con la sinistra. Bizanti invece reclama per il giornalista il ruolo di un cittadino attivo, protagonista, impegnato nella lotta di classe. E per quanto Boni non sia colpevole, di quell'omicidio, viene descritto dal caporedattore come un uomo pericoloso in quanto contrario alle regole della convivenza sociale, incline all'uso di droga, che "aggredisce gli operai che non vogliono scioperare " e "sequestra i dirigenti". C'è una piena convinzione, da parte di Bizanti, sul fatto che la strada del cambiamento, a livello politico, possa essere pericolosa, in Italia. L'omicidio della ragazza è, usando le sue parole, "simbolo dello sfacelo di un paese", che ogni giorno registra scontri di piazza. "La gente ha paura" e su questa paura la stampa ci gioca, cosa che avviene anche ai tempi nostri. 


E' una società però che Bizanti disprezza: "Hai la mentalità di uno statale, sei cretina", dice l'uomo alla moglie, "colpevole" di credere parola per parola a ciò che dice il marito. Se da una parte ci sono dei giovani che mettono a rischio la stabilità, minando le regole di convivenza sociale, dall'altra c'è un popolo mediocre, quello che crede a tutto ciò che scrivono i giornali o viene detto in televisione, che si fa quindi manipolare con grande facilità. Un'amara verità ancora oggi di grande attualità. 


Commenti

  1. Grande film e grande post Bro, Gian Maria Volonté in uno dei suoi ruoli migliori. Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie amico mio! (Ahah, il post era uscito senza titolo XD, adesso l'ho sistemato).

      Elimina
  2. Riky, noi siamo il popolo mediocre, quello che crede a tutto ciò che scrivono i giornali o viene detto in televisione, che si fa quindi manipolare con grande facilità. Un'amara verità ancora oggi di grande attualità.
    I mandanti sono uomini cinici, in modo diverso.
    Biden, il santarellino che la domenica vuole l'ostia consacrata.
    Putin, il mistico assassino che cerca l'unione dei popoli slavi.
    Draghi, l'uomo che spegne i termosifoni a Palazzo Chigi perché gli italiani devono scegliere il freddo per avere la pace, ben sapendo che la colpa è sua e degli altri governi che non hanno provveduto a uno stoccaggio efficace del metano, smesso di cercare nell'Adriatico petrolio e metano per il semplice fatto che questa operazione è più costosa dell'acquisto di gas dal *MOSTRO* russo che ingaggia violenti soldati stranieri per stuprare le ragazze ucraine.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Gus, l'uscita "O la pace o i condizionatori" di Draghi è un'uscita infelice, a vuoto; parole non di uno statista, ma di un improvvisato che fa slogan.
      Prima "state a casa", poi "vaccinatevi o morite" (io come sai sono tri-vaccinato e vaccinista, ma quella frase lì fu un'altra uscita a vuoto), adesso "state al buio e al freddo".
      Eh no, caro Draghi.
      I cittadini devono pagare le tasse, rispettare le leggi e hanno il diritto di vivere una vita serena e tranquilla.
      I sacrifici dei cittadini devono essere di carattere individuale e non collettivo; al più si possono imporre sacrifici a chi ha di più.
      Il governo deve trovare le soluzioni al problema del gas, perché i Ministri sono pagati lautamente per farlo.
      La soluzione non è bloccare i sistemi produttivi e le aziende togliendo gas e luce, o imporre, per lo stesso motivo, il coprifuoco alla cittadinanza: dalle 23 alle 5.59 della mattina tutti al buio e a tutti a letto.
      Infine io faccio parte della stampa, nel mio piccolo, ma quante cose brutte che vedo..leggendo i giornali.
      Purtroppo non stiamo facendo bene il nostro mestiere.

      Elimina
    2. Mi spiego meglio su "I sacrifici dei cittadini devono essere di carattere individuale".
      Nel senso che tutti noi, nella nostra vita, facciamo dei sacrifici (non solo economici), nell'interesse nostro, della famiglia, ma anche della collettività in fondo.
      Non si possono richiedere altri sacrifici.

      Elimina
  3. Riky, voglio baciare il tuo commento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono sempre un'istituzionalista. Ma quando ci vuole, ci vuole...

      Elimina
    2. Un istituzionalista, pardon 😂

      Elimina
  4. Tagliare il gas alla Russia davvero, sarebbe una bella botta per Putin. Ma dovremmo fare troppi sacrifici, e su questo vedo ancora tanta gente che nicchia.. però, se trovate altre soluzioni, ben vengano..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non esageriamo:

      I Paesi che importano di più il greggio russo sono la Germania (28,1 Mt), la Polonia (17,9), l'Olanda (13,1), la Finlandia (9) e il Belgio (8,2). L'Italia è all'ottavo posto nell'Ue con 5,6 Mt di greggio che arriva dalla Russia.

      A noi piace castrarci?

      Elimina
    2. Ci manca solo il lockdown energetico dopo quello sanitario..
      Condivido Gus, non è un sacrificio ma un tagliarsi le parti basse 😅

      Elimina
    3. Quanto piace a Gus mascherare dati.. si parla di gas e lui va di petrolio.. ;)
      ..è proprio iuventino nel dna..

      Elimina
    4. :D dai che Gus tifa per noi milanisti in questo finale di stagione.

      Elimina
  5. Franco, si tratta di metano. Fai la ricerca Google: *i Paesi che importano metano dalla Russia*.
    Senti questa:
    Bankitalia, i conti possibili del conflitto: senza gas russo inflazione alle stelle e mezzo punto di Pil in meno.
    Vabbè, forza Milan!

    RispondiElimina
  6. Infatti senza gas russo si aprono scenari economici devastanti, visto che siamo ancora alle prese con le conseguenze nefaste della pandemia.

    RispondiElimina
  7. Ancora attuale, Volontè non si discute. Si ama o si odia, io lo apprezzo parecchio anche se la maggior parte dei registi con cui ha lavorato si sono lamentati del fatto che sembrava più interessato a fare propaganda politica sui vari set che a recitare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eppure questi film non sono mai "a senso unico". Permettono di fare delle riflessioni molto significative.

      Elimina

Posta un commento