Horses di Roberto Vecchioni: una canzone che evoca ricordi di gioventù


"Horses", di Roberto Vecchioni, è il suggestivo brano di apertura di "Per amore", disco del 1991. 

Il suono del corno, nell'evocativa introduzione della canzone, guida la mia mente ai ricordi dei primi anni novanta. Rivedo la vecchia casa degli zii, la lunga scalinata per entrare nel loro appartamento, l'avveniristico impianto hi-fi in cui inserivamo la cassetta di "Per amore". Ascoltando "Horses", riassaporo sensazioni perse, di estati veramente calde solo nei giorni trascorsi a Pesaro al mare, così ricchi di ricordi. 

Risentendo queste dolci note, la mente viaggia veloce, come il giovane cavallo protagonista. Una splendida immagine, perché idealmente quel cavallo possiamo essere tutti noi e la vita rappresenta il nostro continuo "galoppare", nella speranza di raggiungere ogni traguardo. Nell'estate del 1991 i traguardi da tagliare erano poca cosa, era sufficiente una bella pagella in ambito scolastico, e i sogni tutto sommato modesti.  Avevo otto anni, da poco compiuti, sognavo di fare l'ingegnere, di avere una casa con un bel giardino e una moglie buona d'animo, brava a cucinare ed economica, una frase che ripetevo spesso con convinzione, ai miei interlocutori più grandi, perché con gli amici si parlava di calcio, giocattoli e di cartoni animati, non si facevano certo discorsi seri. E gli adulti si divertivano, forse per il tono sicuro con cui rispondevo alla canonica e banale domanda "cosa farai da grande?", forse per quell'economica, una citazione di uno dei miei personaggi preferiti dell'infanzia, Zio Paperone. 

Nell'estate del 1991 e in tutta la mia fanciullezza, passatemi questo termine desueto, la mia fantasia galoppava continuamente, nei giochi che inventavo ogni giorno, ma non solo. Come il cavallo protagonista di "Horses", sprigionavo la mia curiosità verso il mondo.

Sono passati 31 anni da quell'estate del 1991. Ora è il tempo a galoppare inesorabile, per me e per chiunque mi circondi. Mi sento più vecchio, anche più imbruttito e involgarito, forse anche disilluso e cinico. 

L'unica via d'uscita, per evitare così di crogiolarsi in un "nostalgismo" che continua a insidiare la nostra vita ogni giorno, è la scrittura, il ponte più solido tra quello che siamo oggi e quello che eravamo,  piccoli cavalli a cui sembrava di volare, con la sua fantasia. 




Commenti

  1. Mia sorella adora questa canzone! Grazie per averne parlato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caspita! mi fa piacere che qualcuno si ricordi di questa canzone, poco conosciuta...

      Elimina

Posta un commento