Con "Non me la menare", brano di apertura di "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", Max Pezzali e Mauro Repetto presentano il loro "avatar" musicale, protagonista dei brani del primo album degli 883. Si tratta di un ragazzo di provincia che rispecchia il carattere e i gusti di Max e Mauro: appassionato di moto, musica, calcio (e birra), che ha modi decisamente poco raffinati e che vuole distinguersi in modo netto da quei coetanei definiti "sfigati". Ragazzi di provincia che invece aspirano a far parte della "Milano da bere", che si danno un tono, parlando di "argomenti da laureati".
Nel mirino finiscono dunque questi giovani che non si pongono in modo genuino, che parlano di "tramonti lontani", fingendo di avere una vena romantica al solo scopo di conquistare il cuore di una ragazza, o meglio, di circuirla. D'altra parte la vita reale è diversa da ciò che viene raccontato nei film ("stronzate", bollate così da Repetto e Pezzali).
É dunque un invito a costruire una coppia in cui nessuno deve sacrificare se stesso: il "non me la menare" è un'esortazione del protagonista, alla propria fidanzata, ad accettarlo per quello che è. Una persona vera, con i suoi pregi e con i suoi difetti.
Chi ama non vuole cambiare l'altro, lo ama com'è.
RispondiEliminaPerò chi è amato dovrebbe comunque sforzarsi un po' per l'altra persona, perché nessuno di noi è perfetto e migliorare un poco sé stessi non è mai un male.
Un abbraccio.
Concordo..un sanissima via di mezzo!
Elimina*Una
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