La suora giovane: il romanzo di Giovanni Arpino mette a nudo la borghesia del dopoguerra

Di Arpino avevo letto gli eccellenti "Un'anima persa" e "Una nuvola d'ira". Dopo la parentesi di "Azzurro tenebra" ho recuperato questo racconto lungo, "La suora giovane", pubblicato dal 1959. Arpino non ha deluso le mie attese, d'altro canto Montale definì "La suora giovane" un capolavoro del suo genere (il racconto lungo). 

L'irreversibile crisi del mondo contadino, l'ascesa della borghesia, ma anche lo svilupparsi delle nevrosi della società borghese, quelle che negli anni '70 costituiscono la tematica fulcro della produzione cantautoriale di Gaber, sono al centro dell'opera di Arpino. Il protagonista, Antonio Mathis, è un impiegato che ha una certa stabilità economica, ma a 40 anni è prigioniero di una vita abitudinaria e ripetitiva, e di un rapporto sentimentale sfilacciato e logoro. Arpino ha già visto in anticipo i sintomi di quella malattia che porterà la borghesia allo sfacelo: la noia per un'esistenza grigia e priva di creatività, uniformata a modelli e regole precostituite dalla stessa società. Costruire una famiglia, lavorare 5 giorni su 7, il weekend fuori porta, la vacanza estiva, il cenone di Natale: si ambisce a quel tipo di vita, ma poi tutto diventa un vuoti rituale e si finisce in gabbia. Il rapporto tra il protagonista e la futura sposa Anna è perfetta espressione di tutto ciò: abitudine pura, meccanica, svilente, senza passione: come il rapporto sessuale raccontato da Gaber nella bellissima "È sabato". 

A portare invece la luce, lì dove regna solo il grigio, è l'amore: il sentimento deflagra in Antonio, che si innamora di una giovane suora, la ventenne Serena. L'amore è una forza infinita che ci eleva sopra i nostri limiti di essere finiti, ci dà la forza di ribellarci e di farci uscire dalle gabbie in cui eravamo imprigionati. Ma sarà vera gloria? Oppure quello di Antonio è solamente una sbandata, un surrogato di amore, un tentativo solamente di evadere dalla routine? Il finale dell'opera rimane (giustamente in sospeso). Ma possiamo tranquillamente fare le nostre deduzioni. Suor Serena infatti  ambisce a diventare un ingranaggio di quel mondo borghese, inseguendo una felicità che è invece utopia. Una maschera "tragica", Serena, che si svela solamente nel finale, dopo che l'autore aveva sparso abilmente alcuni indizi. Il destino del protagonista, al di là dei 20 anni di differenza, sembra segnato: evadere da una gabbia, per poi tornare nuovamente ingabbiato. 

Commenti

  1. Il romanzo, nel suo genere, è un vero capolavoro.
    Gianni Brera affermava che Arpino era il suo Nobel privato.
    Sono d'accordo.

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    1. Arpino mi piace un sacco...prossimo libro, Domingo il favoloso

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