"A M., con autoironia". Il sottotitolo della canzone "Il signor Hood" di Francesco De Gregori svela chi si cela sotto i panni del signor Hood, cioè Marco Pannella, leader del partito Radicale.
Una delle battaglie vinte dai Radicali fu quella per l'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano, proprio qualche anno prima dell'uscita di questo brano, contenuto nell'album Rimmel, un masterpièce della produzione del "principe". Pannella divenne, nelle intuizioni di De Gregori, il simbolo degli uomini che vorrebbero cambiare il mondo, in meglio. Peraltro il cantautore precisò in un'intervista che le sue posizioni politiche si erano "divaricate" (termine usato da De Gregori, n.d.r.) da quelle di Pannella. Il signor Hood resta "un bandito", ma non era certamente il solo, nell'Italia degli anni '70, soprattutto nella classe politica.
Una seconda interpretazione, argomentata da Federico Pistone nel libro "Tutto De Gregori, il racconto di 230 canzoni", è quella che sotto la maschera del signor Hood mette il volto di Vincenzo Micocci, celebre discografico della RCA, già protagonista del brano di Fortis "Milano e Vincenzo". "Spina di pesce" può essere un riferimento alla magrezza di Pannella durante gli scioperi della fame, ma anche alla magrezza dello stesso Micocci. La strada di Pescara sarebbe un riferimento alla sede della RCA e i "parenti ingordi" sarebbero appunto i discografici.
Al di là delle dediche e delle interpretazioni, personalmente ritengo "Il signor Hood" una delle migliori canzoni di De Gregori. Ho fatto il testo un po' mio, per alcune immagini evocate nella canzone.
In fondo da qualche anno vago per la rete "con un canestro pieno di parole" e con "pistole caricate a salve" perché probabilmente sono il principe...degli inconcludenti. Qualche volta darò l'idea di essere sparito. Ma poi mi ritroverete da qualche parte, canestro in mano. E in fondo un po' rivoluzionario e controcorrente lo sono sempre stato, a modo mio.

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