"Si inkazza (Questa casa non è un albergo)" è la seconda traccia dell'album "Hanno ucciso l'Uomo Ragno". L'avatar Pezzaliano-Repettiano è questa volta alle prese con la propria madre e con le sue..incazzature, provocate dal mancato rispetto, da parte del figlio, delle regole (non scritte) fissate in casa: in primis il rientrare presto la sera a casa. Regola puntualmente disattesa: nonostante il passo felpato (da ninja), il protagonista alle sei di mattina trova la madre pronta a scatenare la reprimenda nei suoi confronti.
Il ritornello della canzone, in realtà, ha radici solide nella realtà: è una citazione della frase che la madre di Repetto ripeteva insistentemente, ogni giorno, indicando al figlio il Palace Hotel di Pavia, in viale della libertà, dove la famiglia Repetto risiedeva. La donna aggiungeva: "Non pensare mai che tutto ti sia dovuto".
L'uso della K al posto della C nella parola "Inkazza" non ha invece alcun significato particolare: fu un vezzo, ha spiegato Repetto.
Tutti noi, comunque, abbiamo avuto a che fare con i rimproveri e i rimbrotti dei nostri genitori. A volte giustificati, a causa del nostro disordine (le mutande lasciate in giro) o delle nostre lamentele per il cibo. A volte contraddittori e un po' insensati, come evidenziano i divertentissimi versi "Quando ti fai troppe docce - si inkazza - Quando proprio non ne fai - si inkazza"; "Quando a casa non sei mai - si inkazza - Quando invece si stai sempre - si inkazza".
E il padre? La madre garantisce che "lo dice anche Papà". Per Repetto fu così, anche il padre era un uomo molto ligio alle regole. Non è stato per tutti così. Molti padri infatti hanno delegato l'educazione familiare alla moglie, forse perché si ricordavano di essere stati anche loro dei giovani un po' turbolenti.
In effetti madre lo dice ancora a mio fratello :D
RispondiEliminaahah, w la mamma che cita (inconsapevolmente) gli 883!
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