Gli indimenticabili: Enzo Jannacci, la musica vissuta come respiro (di C.D'Aleo)



Di Claudio D'Aleo

Enzo Jannacci è stato tutto quello che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sognato di poter essere. 

Medico ma anche cantautore; attore, cabarettista, poeta, sceneggiatore, pianista.  Innamorato del Milan e del gioco del calcio; Intrattenitore di platee come pochi. Fulcro basilare del pensiero “colto e scanzonato” di quel particolare periodo milanese del quale tra l’altro fu sempre grande e inesauribile interprete.

Fu soprattutto delicato gestore delle emozioni della gente che lo amava essendone da lui sempre ricambiata e con la quale entrava spesso in simbiosi e in sintonia durante i suoi spettacoli e le sue indimenticabili esibizioni canore e non solo.

E’ stato collaboratore efficace e prezioso di grandi artisti, da Celentano a Cochi e Renato; da Luigi Tenco a Giorgio Gaber; soprattutto degno rappresentante di quella “milanesità” ironica ma anche autoanalitica, colta ma riflessiva, garbata ma sempre pungente, attenta, ironica e, in poche parole, affascinante.

Una Scuola di pensiero quasi “personale” creata musicata ed interpretata ad arte come soltanto i grandi personaggi come lui potevano ideare e poi riuscire a gestire magistralmente nel tempo.

Oggi ci mancano tanto le sue canzoni, il suo modo di pensare, di sorridere, di stare sul palco e di dimenarsi tra le emozioni della gente che ha sempre cercato la sua umanità e quella grande simpatia difficilmente riscontrabili in altri contesti o personaggi similari.

Ci manca tanto la sua ironia “triste”, è innegabile.

A Enzo Jannacci va riconosciuto il grande merito d’aver reso romantica e ironica la tonalità “scarmigliata” non solo lombarda di quel tempo, di averla tradotta in satira colta e pungente, borghese ma operaia oltre che ideologicamente e musicalmente parecchio impegnata e dunque accattivante.

Attento alle storture del bel Paese ha cercato attraverso i suoi versi un confronto diretto e costruttivo con la politica e le Istituzioni facendosi portavoce a suo modo e con i suoi intenti delle idee e dei “desiderata” della gente, specie dei più “distratti”, di quanti amavano affrontare come lui la vita e le difficoltà di quel tempo in maniera disinvolta, leggera e scanzonata riuscendoci, però molto ma molto di rado.

In lui ”borghesia”, politica e “mondo operaio” configgevano e spesso si intersecavano e facevano a cazzotti tra loro mai debordando da un interesse nobile e comune finalizzato al benessere collettivo e alla solidarietà “erga omnes” intese come vero e autentico rimedio, strumento e cavallo di battaglia per la ricerca del benessere comune. 

Intese infatti il bene comune come ristoro e metodo di vita; la musica e lo sport come impegno, messaggio d’arte e cultura; le ingiustizie e gli abusi come nemici da combattere; Il pensiero libero e senza steccati come irrinunciabile stile di vita. 

Ha cantato tutto quello che ha pensato e realizzato. 

Artista colto, raffinato, attento ma severo specie con se stesso, muore a Milano il 29 marzo del 2013 lasciando in tutti noi un vuoto profondo e incolmabile.

Impossibile dimenticarlo.

Infatti non lo dimenticheremo mai.


Commenti

  1. Come non essere concorde con il contenuto del tuo scritto? 👏👏👏❤️👋

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  2. Enzo Jannacci ha veramente lasciato un vuoto enorme.

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  3. Fantastico e indimenticabile. Con quella capacità - virtù di pochi - di coniugare genialmente malinconia e ironia.

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    1. Ma grande esponente di quella bellissima corrente artistica de "con una risata vi seppellirò". Ci mancano, questi grandi personaggi.

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