Gli indimenticabili di Claudio D'Aleo: Ivan Graziani, cantore rock della tristezza


Di Claudio D'Aleo

Ivan Graziani non passava certo inosservato, inascoltato. 

Le sue canzoni, tristi, appassionate e melodiche delle quali lui si vestiva perfettamente in quanto ne era la più fulgida delle espressioni possibili, hanno sempre costituito per i giovani di quel tempo un punto di riferimento preciso, imprescindibile, puntuale.

C’era un qualcosa di troppo forte, coinvolgente e pungente in quelle canzoni; un richiamo autentico alla vita, ai valori e ai sentimenti più velati che neppure la profondità di quei versi, uniti alla loro tristezza, riusciva a far passare come se niente fosse senza prima aver dato loro la giusta, necessaria, basilare attenzione.

Ivan cantava se stesso, il suo vivere, le sue donne; allenava tutti noi all’amore.  Cantava i suoi amori sfumati al vento, quelli concretizzati, la voglia inesauribile d’amare e d’essere amato, d ‘appartenere a quei sentimenti per i quali ogni giorno si spendeva senza lesinare impegno. I suoi sacrifici, le tante rinunce hanno fatto la storia delle sue canzoni e del rock italiano; ha sempre lottato per città che fossero palcoscenici d’Arte, viatico d’incontri e di partecipazione emotiva e culturale e non contenitori vuoti ebbri di solo cemento privi di sussulti spendibili, partecipativi e romantici.

La sua vita è stata spesso levigata e segnata dalla lotta interiore, dalla malinconia, dalla ricerca di verità e giustizia laddove verità e giustizia s’accorgesse non vi fossero.

Ha sempre lottato per i giovani e per una società giusta dove chiunque potesse eccellere dando libero spazio al proprio talento, ai proprio modo di vivere e di sentirsi partecipe e integrato in una realtà volta ad assorbire il meglio possibile da ciascuno di noi per progredire, migliorare e presentarsi nel modo migliore alle future generazioni.

In suoi testi erano talmente spontanei e originali da apparire quasi come se fossero stati buttati su carta e musicati di botto in quel preciso momento in cui lui li pensava, li viveva, li indossava. 

Sono passati 27 anni da quando la grande chitarra rock della musica italiana si è spenta nella sua casa di Novafeltria, nel riminese. Artista completo, triste, dotato di sensibilità e ironia uniche, con i suoi brani ha fatto la storia della nostra canzone. L’album “Pigro” è ritenuto da tutti tra i 100 migliori dischi della musica d’Autore, ma sono tantissime le canzoni del musicista rimaste nella memoria d’ognuno di noi.

Eccentrico, originale ed estroso è stato uno dei personaggi più sottovalutati della musica italiana. Nato a Teramo il 6 ottobre del 1945 Ivan Graziani ha raccontato coi suoi brani il Paese ed è stato il primo cantautore in assoluto a salire sul palco del Tenco nella primissima edizione del 1974. La sua tecnica chitarristica fece scuola e il musicista è stato un “anticipatore”, il primo autentico cantautore rock della musica italiana. Chitarrista di altissimo livello, ha collaborato negli anni con colleghi come Lucio Battisti, Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Graziani è stato un autore-cantante con una verve ironica e surreale poco adatta all'Italia della canzone dell'epoca. A 27 anni dalla sua morte le sue canzoni viaggiano in radio e nei media come se oggi fosse ancora vivo. 


Indimenticabile e non soltanto per questo.


Commenti

  1. Un grande artista che meriterebbe più spazio. Grazie al sig. D'Aleo per averlo ricordato con degne parole

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    1. Grazie per aver letto e per il commento. Ivan Graziani è stato un grandissimo. Ringrazio anche io l'amico Claudio per la qualità di questa sua nuova rubrica!

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