Gli indimenticabili: Rino Gaetano poeta, pungolo e sostegno dei giovani (di C.D'Aleo)


Di Claudio D'Aleo

Rino Gaetano ha lasciato un segno profondo e inalienabile nel tessuto sociologico, culturale e artistico del nostro Paese.

Non poteva essere altrimenti. Ancora oggi ci manca moltissimo.

Le sue idee non si dimenticano, come non si dimenticano le sue meravigliose canzoni e neppure il suo inalienabile ricordo, sempre limpido, vivo, presente.

Poeta “scarmigliato” e rimpianto, pungente cantore d’una inesauribile voglia di vivere spezzata troppo presto ma parcellizzata a dovere in ognuno di noi, ha cantato le gesta e le “parabole” soffuse degli “eroi” di quel tempo, della gente per bene, di quella che sa sacrificarsi e rinunciare, che sia alza al mattino presto per un tozzo di pane e rincasa la sera tardi più sfinita che mai; di chi lavora senza certezze e magari non arriva a fine mese ma nonostante tutto non s’arrende mai.

Ironico e sofferente al contempo, distratto solo in apparenza ma più che mai attento osservatore d’ogni risvolto politico, economico e sociale che potesse fornirgli arguti e profondi argomenti da musicare, ha cantato, vissuto e lottato fianco a fianco coi “suoi” giovani ma oseremmo dire con tutti , interpretando con cura e dovizia di particolari ogni loro protesta, ogni loro disagio, ogni loro fondato desiderio d’essere attori protagonisti e consapevoli della loro realtà e non semplici comparse per scelta o comodo dei salotti d’allora.

Vestiva dentro l’aria ribelle, “jeans” e scanzonata che indossava fuori. Impossibile imbavagliarlo. Era per un pensiero che fosse libero e privo di steccati dove chiunque potesse salire ipoteticamente su una sedia e gridare al mondo intero tutta la propria voglia di cambiamento e di protesta per il bene e gli interessi di tutti. 

Presto divenne punto di riferimento imprescindibile per coloro i quali in lui si rispecchiavano e tramite lui e le sue canzoni esprimevano loro stessi, i loro sogni, le loro proteste, l’enorme voglia d’essere ascoltati e tenuti nella giusta considerazione da chi invece non li ha mai considerati abbastanza.

Calabrese di nascita ma romano d'adozione, Rino Gaetano ha stretto un legame profondo con la città di Roma e la “romanità”.  Monte Sacro, dove è cresciuto e ha sempre abitato; le trattorie, bar, i luoghi frequentati, la gente, gli amici; i tramonti, le Albe, le piogge. Al Cimitero Verano, dove ancora oggi i fan vanno a portare un fiore, un ricordo, un omaggio, il suo ricordo si trova scolpito. "Ma il cielo è sempre più blu", non certo una citazione a caso.

Il ritratto di Gianna, del suo pragmatismo popolare e folcloristico che la conduce a non credere a «certe canzoni e neppure agli UFO» ma si traduce in «un fiuto eccezionale per il tartufo», è tutta basata sul doppio senso a sfondo sessuale senza mai scadere, per questo, nel volgare o nell’indisponente.

In Aida si fa addirittura precursore dei tempi e canta delle difficoltà salariali degli operai e del terrore russo quasi prevedendo e anticipando scenari e tristi modalità purtroppo oggi parecchio attuali. 

Di uno come lui, oggi, tutti quanti ne avremmo ancora tanto bisogno.

Indimenticabile.

Commenti

  1. Risposte
    1. Urka è partito l'invio. Sarà stato precursore dei tempi però personalmente mi preoccuperei più delle svastiche che del terrore russo. Mia opinione. 🫂❤️👋

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    2. Siii era una citazione di "Aida", il terrore russo era riferito alla strategia comunicativa della Dc per conservare il potere (poi va beh, c'è una luuunga storia dietro che vede protagonista...l'America)

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  2. Chissà quante ne avrebbe ancora cantate a tutti.. nessuno escluso..

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    1. Oggi avrebbe faticato molto, nell'epoca della polarizzazione..

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