I viaggiatori della sera: Ugo Tognazzi in un geniale film distopico


Un futuro distopico nel quale, a causa  della sovrappopolazione, i 49enni sono costretti ad abbandonare la società, vivendo in villaggi vacanze a loro riservati, è raccontato da Ugo Tognazzi ne "I viaggiatori della sera", film di cui è anche interprete principale, tratto dall'omonimo libro di Umberto Simonetta. 

Tognazzi interpreta "Orso", dj radiofonico costretto quindi alla pensione anticipata, come tutti i 49enni. Il film nella prima parte mostra il viaggio per raggiungere la meta, il villaggio vacanze: con "Orso" c'è la moglie Nichi, coetanea, ad accompagnarli i figli Francesco (Pietro Brambilla, già con Tognazzi in uno degli episodi di Dove vai in vacanza?) e Anna Maria e il nipotino Antonluca.


Il viaggio in auto


Nella seconda parte è invece descritta la permanenza forzata nel villaggio vacanze e un "crudele" gioco di carte collettivo, stile Mercante in Fiera, che premia i vincitori con la morte. Non sappiamo con che modalità: i vincitori infatti salgono a bordo di una nave da Crociera, destinata a tornare vuota. In questo modo si garantisce un costante ricambio tra gli ospiti dei vari villaggi vacanze: è impossibile infatti sopravvivere a un elevato numero di partite, cosa che sembra riuscire solo a un bizzarro personaggio, Simoncini (José Luis López Vázquez). 


Simoncini

"I viaggiatori della sera" ha come tema principale l'abbandono degli anziani, due anni dopo "I nuovi mostri" e il commovente episodio "Come una regina", interpretato da Alberto Sordi. Qui si parla di 50enni, non certo di genitori ultrasessantenni, ma il messaggio è lo stesso, anche se ovviamente portato all'esasperazione, con figli che, negli ultimi momenti di vita condivisi con i propri genitori, sono assolutamente imperturbabili, "forgiati" mentalmente da una società pronta a liberarsi di uomini e donne non più ritenuti utili per lo sviluppo della stessa, in un momento di sovrappopolazione. 

È un uomo che ha preso la via dell'egoismo e dell'individualismo, non a caso "Orso", nel suo breve monologo finale, all'interno del battello zoo, cita Noé, che dovendo indicare a Dio le persone da salvare dall'alluvione, sceglie semplicemente se stesso, la moglie e i figli, oltre agli animali. "Orso" invece compie un grande atto di altruismo: per far evadere l'amico Bertani, distoglie l'attenzione delle guardie e del personale del villaggio vacanze, fingendo a sua volta di voler evadere. Tuttavia "Orso", dopo aver perso la moglie Nichi finita sulla nave da crociera, ha rinunciato alle velleità di ribellione a una legge ingiusta. O meglio, la sua ribellione assumerà una forma diversa: sarà un vero e proprio auto-sacrificio che purtroppo non servirà a nulla, non porterà a nessuna crepa del sistema. "Orso" viene ferito a morte da un colpo di pistola sparato dal nipote, che già metaforicamente l'aveva ucciso, in una società in cui i giovani si sbarazzano di ciò che non è essenziale, compresi i loro genitori. 


"Orso" sulla barca zoo

La parabola del personaggio è evidente. Tognazzi gli cuce addosso la propria verve e incontinenza verbale, poi, un volta arrivato al villaggio, "Orso" inizia a spegnersi lentamente. È tra i pochissimi che non cerca l'accoppiamento sessuale per trascorrere il tempo e si ravviva solamente alla prospettiva di poter lasciare,  clandestinamente, quel villaggio vacanze che è diventato - come definito giustamente da più di un recensore di questo film - un lager dorato. Il sesso infatti, nella concezione del protagonista, non può essere slegato dalla libertà: l'accoppiamento selvaggio delle altre persone è solo un disperato tentativo di allontanare il pensiero della morte. 

Anche Nichi cede alla corte di Cochi Fontana, scatenando la reazione del marito: ma è un gesto disperato che ha una motivazione diversa. La donna vuole farlo allontanare e rendergli meno triste il momento della separazione, che sarà decisa dal caso, da un gioco di carte. "Orso" comprenderà tutto nello struggente momento del saluto alla moglie, in partenza per la crociera. 


La partenza per la crociera


È un film amaro, nichilista, "I viaggiatori della sera". La fotografia ci restituisce una Lanzarote che dovrebbe trasmettere quiete e relax, invece diventa opprimente, con un sole che sembra "sciogliere" i villeggianti forzati. Un buon film come questo ha una pecca: un finale incompleto rispetto al libro. Nell'opera di Simonetta infatti c'è un salto temporale conclusivo di 25 anni ed è Antonluca ad accompagnare la madre 49enne al luogo di villeggiatura forzata. Apprendiamo così che quest'ultimo ha impedito al figlio di vedere sua nonna, per timore che il bambino possa vivere analoga situazione alla sua, "rapito" dal nonno e poi divenuto suo carnefice. Per Antonluca uno shock che si è portato dietro per tutta la vita, ma nonostante tutto senza condizionare o mettere in discussione la sua piena adesione a un sistema che continua a proliferare e a decimare la popolazione. 


Commenti

  1. Oggi c'è la sovrappopolazione (dicono) ma col cazzo che ci mandano in pensione a 49 anni, anzi, noi non ci andremo mai 😆 Però meglio così se l'alternativa è la crociera della morte!
    Non lo conoscevo, da recuperare qualora mi capitasse su qualche piattaforma di streaming.
    A te che piacciono i classici, nel post di oggi ho parlato (proprio due righe) de Il Carabiniere, senza pensare alle possibili critiche alla società ma solo apprezzamenti per un ottimo film.

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    1. Ma io non l'ho visto Il Carabiniere! Lo devo assolutamente vedere

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