Past Lives, il film rivelazione: la doppia recensione di Bonigol e Lampur


Past Lives (2023) è il film di debutto alla regia della sudcoreana Celine Song che racconta la storia di due amici di infanzia. La pellicola ha ricevuto cinque candidature ai Golden Globe e due agli Oscar.

Past Lives, la presentazione  di Bonigol (Enrico Bonifazi) - NO SPOILER 

Celine Song, al suo esordio da regista, confeziona un fine e delicato dramma sentimentale sull'ineluttabilità di scelte passate che affluiscono verso il rimpianto dell'incompiuto. PAST LIVES è la storia (semi-autobiografica a quanto dichiarato dalla cineasta) di un sentimento latente ostacolato dalle circostanze ma che sa resistere al tempo e alla distanza. 

Nae Young e Hae Sung sono due dodicenni coreani che passano insieme (tra scuola e tempo libero) gran parte delle loro giornate. Un giorno Na Young parte con la famiglia per il Canada dove porterà avanti la propria vita e gli studi. Hae Sung, da quel momento, non avrà altro in testa se non confessarle ciò che prova e cercarla ovunque attraverso social network e l'infinito universo del web. Più il tempo passa, più il ragazzo perde la speranza di ritrovarla finché, a distanza di un decennio, il destino decide di dare loro una nuova occasione per parlarsi. 

Il film calca la mano sul peso delle scelte (dirette o imposte) e su quell'ipotetico "multiverso" fatto di ciò che poteva essere. Il rammarico è il vero protagonista della vicenda. A volte gli eventi ci travolgono e manca il tempo necessario per completare un percorso interrotto. 

Una fotografia suggestiva, quasi impressionista, s'imprime sullo sfondo di una storia che porta con sé l'impaccio e l'imbarazzo dell'amore adolescenziale che passa all'età adulta con una lenta e sofferente metamorfosi. 

Past Lives carezza il cuore come se un leggero battito d'ali lo sfiorasse. Il presente non ha alcuna pietà di ciò che si è coltivato e idealizzato per anni. È un film ricco di preziose considerazioni sulla vita e sull'amore che bagna le proprie radici in quella matura saggezza che il cinema coreano sta (di)mostrando giorno dopo giorno di possedere. La vita non può esimersi dall'interrompere i nostri sogni ma il desiderio di connessione di due persone che si vogliono bene può essere più forte del tempo, della distanza e della vita stessa. 

Past Lives: LA RECENSIONE di Lampur (Franco Battaglia) CON SPOILER

Quando i rimorsi e i rimpianti la fanno da padroni. Ecco in disarmante e spietata summa, la storia semi biografica dell’esordiente Celine Song. Due ragazzini dodicenni coreani, compagni di scuola/fidanzatini si separano quando la famiglia di lei si trasferisce in Canada e lui resta a Seoul. 

Passano dodici anni nei quali, tuttavia, la promessa e ambiziosa futura scrittrice a caccia di notorietà non vergherà neanche un righino su carta all’amico abbandonato.

Ma internet galeotto li farà incontrare di nuovo per mano di lei e per un periodo si contatteranno continuamente fino a che, sempre lei a menare le danze, dirà che è troppo impegnata a caccia di Nobel e Pulitzer per perdere tempo e sonno su Skype. Diamoci un annetto di pausa video, proporrà lei senza fronzoli, e lui abbozzerà suo malgrado.  

Ne passeranno altri dodici, lei nel frattempo sposa uno scrittore americano, ma si penseranno costantemente, lui sa che lei è venuta in vacanza a Seoul, che si è sposata, ma tutto nella tipica discrezione orientale cui basta uno struscio inconsapevole di cappotti in strada per rimanere comunque legati a vita (In-Yun).

Ora però lui ha trovato un volo low cost per New York e vuole rivederla, le scrive una mail e le da appuntamento, e lei sa che lui viene per lei. Diciamo che sotto sotto è compiaciuta e, perché no, anche intrigata... In un paio di uscite per New York i due ex fidanzatini si guardano, si sorridono, cercano di capire cosa non è andato e cosa sarebbe potuto essere (forse con la fibra avrebbe potuto funzionare meglio..), si vedono anche col marito che non sembra accondiscendere a questi ritorni di fiamma ma esibisce un ammirevole aplomb,  vanno a cena tutti e tre e i due ex - in coreano senza sottotitoli, per il marito lì accanto - ammettono che quel che è stato è stato e magari tra altri dodici anni chissà.. la tenera scena finale, mentre lui aspetta l’uber che lo riporterà all’aeroporto ed in Corea, è mutuata para para dalla celeberrima scena del semaforo de I ponti di Madison County, dove ognuno attende la mossa risolutrice in un tempo che sembra eterno, e la sala anche trepida, ma poi per (s)fortuna arriva l’uber, lui parte e lei torna in lacrime dal paziente marito che per stavolta l’ha scampata bella.

p.s. nota per le musiche coinvolgenti. Un indie rock di fattura tipicamente yankee. 

Ovviamente scommetto su un Past Lives 2. Molto prima di dodici anni.



Commenti

  1. Bellissimo: due rece in apparente contrapposizione ma che in realtà amano il cinema: la tenerezza di Bonigol e la razionalità cinica di Lampur (mio nick su Film.Tv.it). Visioni che permettono entrambe di scrutare diverse angolazioni e lasciare comunque aperta la via dell'interpretazione che sempre deve sorreggere liberamente l'utente che si appresta alla magica Settima Arte.
    Un grazie speciale a Riccardo per aver permesso un'operazione simile (che spero si possa ripetere) e ad Enrico che da sempre seguo su queste pagine, sia che si occupi di cinema che di delicata poesia.

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    1. Il grazie lo dico io a voi. Il mio "progetto" legato a questo spazio web vuole mettere in circolo il contributo di tutti. E' il paradosso dopo tante "polemiche" sulla blogosfera legata ai commenti...ricordi?
      Cosa c'è di più buffo che superare quella polemica facendo sì che un "utente commentatore" diventi egli stesso autore su quel blog?
      Cinematograficamente parlando..è bello mettere a confronto idee e pareri.
      E spero che questo esperimento non rimanga una cosa singola...anzi

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  2. Due recensioni in contrapposizione ma non è così. L'amore adolescenziale se non è vissuto fino in fondo può creare delle illusioni e delle aspettative che a volte mettono in stand by il vivere. Meglio relegare questi amori nella stanza dei ricordi nostalgici e aprirsi a nuovi amori.
    Complimenti a tutti e due!

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    1. Grazie Joanna per essere passata e per aver letto i due pareri (illustri): mi unisco anche io ai complimenti!

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  3. Condivido l'aggettivo "rivelazione" perché raramente negli ultimi vent'anni si sono visti esordi tanto potenti come quelli di Celine Song. L'aspetto tecnico è impeccabile, impensabile per essere un'opera prima: inquadrature fluide, una fotografia calda e mutevole, una colonna sonora che è sì furbetta ma fatta anche di silenzi fondamentali e ben inseriti, quasi a dare allo spettatore il tempo necessario per riflettere.

    Secondo me, la storia ha i suoi alti e bassi (non è certamente il nuovo "Lost in Translation") e non è così sempre scorrevole, ma ha le caratteristiche giuste per conquistare il pubblico occidentale una volta spiegato (bene?) il concetto dell in-yun, riadattato nel film ad una storia che mescola pochissimo pensiero coreano a tanta, tanta America. Certo è che il concetto di amore spiegato nel film è universale, chiunque è in grado di rivedersi nei dettagli della storia. Ben vengano dunque tutte le riflessioni durante e dopo la visione, questa è la missione del cinema.

    Il fattore semi-autobiografico poi giustifica e sistema la pellicola, ma quello che avrei realmente voluto che fosse approfondito è il punto di vista di Hae Sung, lui che è "troppo coreano" secondo la nostra protagonista. Siamo davvero sicuri che sia veramente lei il personaggio più privilegiato della storia?

    Bellissime recensioni che ho trovato molto utili :) grazie a super Riki che riesce a dare sempre più spazio anche al cinema internazionale.

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    1. Grazie a te mitico e grazie ai miei illustri contributori (tra cui in futuro spero ci possa essere anche tu!)

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  4. Sono un'appassionata di serie coreane , e 'dai vostri commenti ,
    penso che vedrò questo film. Un saluto!

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    1. Assolutamente consigliato! Grazie maestra74 per essere passata qui :)

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  5. Al di là delle due recensioni, belle entrambe e che mi fanno venire voglia di vedere il film, complimenti a tutti e due, sono convinta del fatto che il vero amore, quello con la a maiuscola, lo si incontra una sola volta nella vita e dura per sempre. Tutti gli altri amori sono sì amori ma non avranno mai il sapore di eternità. Ciao Riky, buon pomeriggio.
    sinforosa

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    1. In amore sì...La nostra metà è solo una e si incontra una sola volta nella vita. Sono d'accordo! Un abbraccio Sinfo

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  6. Diverse recensioni che aiutano entrambe a farsi un'idea del film. In fondo è vero che il primo amore non si scorda mai. E' molto difficile che duri nel tempo tanto da trasformarsi in una relazione importante, ma i sentimenti provati nella fanciullezza sono così forti da restare indimenticabili e, spesso, ci si chiede come sarebbe andata se... Bella la vostra collaborazione sul blog, volta ad un obiettivo comune visto da angolazioni diverse.

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    1. ciao Katherine, grazie per aver letto e per il tuo commento! Il primo amore in età adolescenziale è un'esperienza importante, ma ancora si è molto giovani per comprendere l'essenza dell'amore!

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  7. Ho letto la prima recensione, solo perché no spoiler, ma mi fido di Franco e comunque vedrò in ogni caso ;)

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  8. A me basta il "filo conduttore" del film da cui la recensione ,da cui il confronto e l'arricchimento .Ho apprezzato davvero tanto,questa dedizione...non certo una scoperta che mi coglie impreparata:)

    Grazie Riky

    L.

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    1. Grazie per aver apprezzato...sono contento che questa iniziativa abbia riscosso gradimento :)

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