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di Claudio D’Aleo
Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è stato certamente un grande cantautore. Cantautore ma non solo. Anche compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico. Ha inciso in carriera 20 album in studio realizzando vendite per oltre 25 milioni di dischi. Un punto di riferimento costante della musica italiana. Ancora oggi, a quasi 26 anni dalla scomparsa, rimane uno degli artisti più ascoltati e apprezzati di tutta la storia della nostra cultura musicale e non solo.
22 i singoli prodotti; 78 le Raccolte.
La generazione degli anni ’60 è cresciuta e s’è formata ascoltando i suoi meravigliosi brani frutto di elaborazione poetica e amore per il Creato e per la ricerca quasi ossessiva della “bellezza” emotiva, sentimentale e spirituale in senso lato.
“Mi ritorni in mente”, “Pensieri e parole”, “I giardini di marzo” sono canzoni che hanno fatto sognare e innamorare milioni di giovani.
Formatosi con il grande Mogol con il quale creò un sodalizio granitico, non fui mai un vero amante della visibilità pubblica essendo per carattere molto schivo e riservato.
Il suo canto e la sua poetica incarnavano una missione: quella di condurre quanta più gente possibile all’amore attraverso i versi e la musica alla quale egli per primo si abbandonava entrando spesso in simbiosi con essa.
Lucio Battisti ha alimentato in ognuno di noi intere “piantagioni” di poesia delicata e dedicata agli incontri amorosi, alle vicissitudini affrontate da chi ha amato davvero e senza pregiudizio alcuno, alle sofferenze che talvolta il vero amore produce in chi ne assorbe con sincerità e lealtà ogni sussulto, a chi sa cosa significa rispettare e rinunciare a qualcosa di importante per amore di lei o per amore di lui.
La sua voce dolce e “carnosa” era il giusto condimento delle sue canzoni. Il sorriso talvolta sofferente ne dipingeva con cura e dovizia di particolari ogni stato d’animo. Ribelle per vocazione era molto critico verso tutti specie verso se stesso. Ogni riflessione era buona per cercare di migliorarsi e di offrire alla sua gente nuove immagini di quell’amore e di quei sentimenti per i quali ha sempre vissuto, osservato, ascoltato, scritto testi e lottato.
Il modo di cantare di “sentimenti” e d’amore da parte di Battisti, grazie ai testi di scritti da Mogol è stato da tutti considerato rivoluzionario rispetto alla tradizione musicale, spesso arida di sussulti e caditoie emotive.
Battisti analizzava la vita amorosa in ogni sua sfaccettatura e, oseremmo dire, nei minimi particolari. Si soffermava sulle tante fragilitá della vita di coppia con una veemenza poetica degna del miglior romanticismo letterario. Il tutto scandito da una voce delicata e melodica in grado di seguire col canto gli inevitabili alti e bassi romantici dei brani. In un’epoca in cui il cantare d’amore e di sentimenti appariva destinato a un declino inevitabile in favore del diretto impegno “politico” di cantanti e cantautori, Battisti riuscì ad andare controtendenza conquistando il suo pubblico e rendendolo in grado di riscoprire, tra le righe dei testi e delle canzoni, una parvenza particolare della vita amorosa spesso trascurata dalla canzone d’amore consueta.
Indimenticabile.
Io amo particolarmente il Battisti 1976/1980.. con la sua evoluzione musicale e col progressivo distacco da Mogol.. in seguito ha apprezzato anche sprazzi quello "sperimentale" in qualche frangente, ma sicuramente gli album cui resto più legato sono Una donna per amico e Una giornata uggiosa.. parliamo comunque di un artista poliedrico e sfaccettato che ha saputo emozionare con gli stili più differenti e i fans più disparati..
RispondiEliminaNon sono un grande conoscitore di Battisti, ma ovviamente sono numerose le canzoni che ascolto e apprezzo. Io stravedo per la Collina dei ciliegi. E per Vendo casa.
EliminaBellissimo questo omaggio che descrive in modo magistrale la "bellezza"di un cantautore scomparso da cica 26 anni e ancora così vibrante tra noi.
RispondiElimina"Il suo canto e la sua poetica incarnavano una missione: quella di condurre quanta più gente possibile all’amore attraverso i versi e la musica alla quale egli per primo si abbandonava entrando spesso in simbiosi con essa"
Una missione che potrebbe caratterizzare molte persone anche meno popolari e forse anche un tantino inconsapevoli,qualcuna l'ho conosciuta anche qui:)
Non so davvero quale sia la canzone di Battisti più bella tra tutte, perché hanno in comune sempre questo grande senso di connessione all'amore,come sottolineato nel post" meravigliosi brani frutto di elaborazione poetica e amore per il Creato e per la ricerca quasi ossessiva della “bellezza” emotiva, sentimentale e spirituale in senso lato."
Tutti i suoi testi hanno effettivamente il timbro dell'Amore,un trafiletto che mi ha sempre affascinato come attinenza al Creato e a legami che cessano anche perché in riserbo ci può essere uno slancio,un nuovo inizio, quel "salto" e rinascita sempre possibile ad accoglierci e ad essere colto, proprio racchiuso nel testo "Io vorrei ...non vorrei..ma se puoi.
Come può uno scoglio
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto
Grazie ad entrambi Claudio e Riky
L.
Una missione che potrebbe caratterizzare molte persone anche meno popolari e forse anche un tantino inconsapevoli, qualcuna l'ho conosciuta anche qui:)
Eliminasei troppo forte :), a volte penso che tu mi abbia dato un carico motivazionale che neppure il più costoso dei mental coach sarebbe mai riuscito a trasmettermi. Ci penso sempre e te ne sono grata.
Per quel che riguarda lo scoglio...non può arginare il mare, che è simbolo dell'infinito. Quell'infinito a cui comunque noi umani, esseri finiti, aspiriamo..
Battisti, Dalla, De Andrè..tre grandi che hanno declinato in versi e note l'aspirazione all'infinito..l'amore come mezzo di collegamento.
A me piace tanto il Battisti "classico" che quello "sperimentale", mentre fatico a trovare gradevole la breve parentesi in cui curò i testi sua moglie.
RispondiEliminaApprovavo il suo tenersi lontano dai riflettori: la musica è qualcosa da ascoltare non da vedere.
Caspita, che canzoni scrisse sua moglie?
EliminaTutti i testi dell'album "E già" (1982), di cui trovo discreto soltanto il primo pezzo "Scrivi il tuo nome".
EliminaAh ecco, su Battisti sono abbastanza impreparato!
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