Ecco Fatto: Muccino esordisce con una storia di amore e gelosia. L'analisi


Nel suo film d'esordio, Ecco fatto, Gabriele Muccino racconta la storia d'amore tra lo studente pluriripetente Matteo Incoronato (Giorgio Pasotti) e Margherita (Barbora Bobulova), ragazza slovacca, aspirante stilista, di qualche anno più grande. 

Ecco fatto è una pellicola sull'amore e sulla gelosia. Nel solco del cinema italiano degli anni '90 descrive le nevrosi dell'italiano: che sia giovane o vecchio, benestante o di più modesta estradizione sociale, il cinema tricolore in questa fase si fa più introspettivo e pone la sua attenzione sui rapporti tra le persone. Lo abbiamo visto, ad esempio, nella cinematografia di Nuti, i cui fari sono costantemente accesi sulla relazione tra uomo e donna e su quanto sia imperfetta spesso la comunicazione tra loro. Muccino spinge il piede sull'acceleratore e il protagonista di Ecco fatto, Matteo, esplode in scenate di gelosia forse alquanto improbabili per un 20enne, benché a quell'età è chiaro che si sia poco esperti di faccende amorose e si possa cadere facilmente in atteggiamenti irrispettosi e di sfiducia verso la propria compagna. E pur consapevoli di quanto, purtroppo, la gelosia trasformi le persone. 


La rabbia di Matteo


Pasotti è un attore di eccellenti qualità, ma l'ho trovato eccessivamente sopra le righe: ed è particolare notare che il suo aspetto da bravo ragazzo stoni con la parte dello studente svogliato che arriva a taroccare i registri per migliorare i propri voti. Al contrario il co-protagonista Claudio Santamaria è perfetto nei panni dell'altro studente pluri-ripetente, Pietro Ristuccia detto Piterone: personaggio ben caratterizzato, stralunato (non solo per la pettinatura inizialmente ossigenato), spesso clamorosamente ingenuo, tuttavia capace di sfoggiare faccia tosta e diplomazia per il "registro-gate" davanti al preside e agli insegnanti. Un immaturo con pochi di maturità significativi, al contrario di Matteo, che anche per l'assenza di una figura materna è sostanzialmente abbandonato in un momento cruciale della crescita, troppo giovane per affrontare un passo significativo quale la convivenza.


Matteo e Piterone prima e dopo



Margherita, accusata da Marco di fantomatici tradimenti, è invece una ragazza che sta cercando la sua strada nel mondo con più determinazione del fidanzato e di Piterone, che vivono ancora sospesi in un limbo. Ha già trovato una sua indipendenza, non ancora la piena maturità (ovviamente), perché l'esplosione di gelosia di Marco nasce da una festa in cui è lei a spingere il compagno e il suo amico a drogarsi. 


Blas Boca Rey


Ecco fatto presenta comunque una storia ben strutturata - l'equivoco del preservativo, nodo focale del film, è ben congeniato - ed è molto convincente la scelta di raccontare i fatti in lunghi flashback, ambientando il presente all'interno della lavanderia in cui i due amici, Matteo e Piterone, si ritrovano a lavorare dopo aver passato l'esame di maturità. La lavanderia diventa una sorta di agorà in cui ragionare di amore e sesso, relazioni e matrimonio, assieme ad altre persone, compreso un prete, ben interpretato da Blas Boca Rey, che "conosce le donne" attraverso le loro confessioni. E il "minestrone" di pareri restituisce un dibattito molto significativo per lo spettatore; più, credo, delle scenate del Matteo furioso per gelosia. Con una certezza, descritte dalle parole dall'avventore più anziano: l'importanza del rispetto della donna, della propria partner. Una lezione che purtroppo Marco non sembra aver ancora appreso, nell'epilogo della pellicola. 




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