Nel 1988 Massimo Ranieri conquistò la vittoria al Festival di Sanremo con quello che probabilmente è il pezzo più famoso e iconico della sua produzione musicale: "Perdere l'amore".
Al teatro Ariston inizialmente il cantautore napoletano avrebbe dovuto portare un altro brano, "Pierina", che poi divenne la terza traccia del disco che prese ovviamente il titolo dal brano vittorioso a Sanremo.
Da bambino conobbi e apprezzai questa canzone, senza coglierne il lato struggente e drammatico, tanto da associare questo brano ad Angela, la vicina di casa che aiutava mia madre nelle incombenze casalinghe. In famiglia l'abbiamo sempre chiamata Angelina, per cui la desinenza dei nomi facilitò l'associazione tra le due donne; ma non solo per questo le note di Pierina mi facevano pensare alla cara Angelina, quanto le parole sulla sua laboriosità.
Ad ogni modo interpretavo la strofa finale in senso positivo: quel tornare a vivere lo leggevo come uno "scatto" di Pierina, come una reazione a una condizione di solitudine vissuta a seguito della morte del marito.
Non era ovviamente così.
Pierina è una vedova che da trent'anni si sveglia all'alba per recarsi sul posto di lavoro. È una donna delle pulizie curata nell'aspetto, ma senza anelli e collane. Un apparente contraddizione. I figli hanno le loro famiglie e la vita di Pierina è sostanzialmente lavoro. Una volta a casa, rimane in solitudine a cucinare la cena e a guardare la televisione. Fino a quando arriva l'ora di dormire ed è in quel momento che la donna rivive col pensiero, prima di addormentarsi, i tempi felici in cui era giovane e in compagnia del suo uomo.
Pierina esprime perfettamente il valore della malinconia per qualcosa che non c'è più: malinconia che ha un doppio volto, porta tristezza per l'assenza, ma anche una sensazione di felicità nel ripensare a quei momenti felici.
L'arrivo della Primavera sembra sancire un momento di rinascita: le persone escono di casa, la pianta sul davanzale fiorisce.
Ma Pierina muore.
Quello descritto nella canzone è infatti il suo ultimo sonno, quello eterno.
Pierina si lascia morire, stanca di una vita consuetudinaria e in solitudine.
I versi finali della canzone invitano però a essere felici per il destino di Pierina: la morte, in senso cristiano, è ciò che mette fine alla nostra esistenza terrena, ma spalanca le porte alla vita eterna. Una rinascita, un rifiorire: abbandonare le criticità della vita terrena per abbracciare beatitudine e felicità. Quella che Pierina poteva inseguire solo col pensiero, prima di addormentarsi.
"Una rinascita ,un rifiorire..."
RispondiEliminaEsattamente quello che hai saputo riesumare da una canzone di cui ne ero completamente all'oscuro.
Ciao Riky:)
L.
Questa è una delle mie "chicche" musicali. Ma ammetto che scrivere questo post sia stato complicato proprio per il tema...
EliminaNon la conoscevo, anzi è la prima volta che ne sento parlare perciò ti ringrazio.
RispondiEliminaPerdere l'amore invece mi è sempre piaciuta, un piccolo capolavoro.
Perdere l'amore è proprio un pezzo cult...lo riascoltavo ieri e anche il testo è molto suggestivo
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