Gechi e vampiri: caduta e resurrezione nel brano cult di Gerardina Trovato (di MikiMoz)



di MikiMoz Capuano

Si ripresentò con un look diverso – capelli lunghi, raccolti in una coda di cavallo – e non era decisamente più la “ragazzina” che rimpiangeva Catania, lasciata per inseguire i propri sogni, come cantava in Non ho più la mia città.

Chitarra alla mano, irrinunciabile; accompagnata da un altro chitarrista che con le sue note spagnoleggianti “riempiva” la musica: è il 2000 e Gerardina Trovato torna sul palco di Sanremo. Il nuovo brano aveva un titolo particolare, che sicuramente colpì il pubblico e ancora adesso è registrato nella memoria collettiva: Gechi e vampiri.

Scendeva le iconiche scale dell’Ariston, sorridente: un piglio solare che però nascondeva i risvolti oscuri, cantati proprio nella canzone.

Gechi e vampiri racconta di una caduta; una vita che diventa notturna, ai margini (“un mondo che nel mondo non c’è”), rischiando sempre di ritrovarsi coinvolti in situazioni sbagliate.

A ridosso del Festival, la stessa Trovato riferì che i gechi e vampiri descritti nel brano rappresentavano metaforicamente i suoi problemi personali di allora: la lotta contro l’anoressia e la depressione derivante dalla percezione della propria immagine, in cui la cantante siciliana non si ritrovava più.  Un baratro psicologico e fisico che aveva rischiato di interrompere il sogno. 

Se in Non ho più la mia città Gerardina cantava “dei miei sogni, che ne hai fatto? Me li hai chiusi in un cassetto.  E sognavo di partire […] per poter riaprire quel cassetto ormai nascosto” - e quel cassetto l’aveva riaperto, togliendo catene e ragnatele - in Gechi e vampiri un altro verso sembra porsi in antitesi: “e col tempo anche i sogni si fanno i bagagli, e un bel giorno non li cerchi più”.

Un arrendersi alle circostanze, sprofondando nel buio di una notte che sembra senza fine. La notte dove vivono solo gechi e vampiri, dove la luce non può arrivare. Ma c’è sempre possibilità di riemergere, di (ri)sorgere come il sole. E la cantante sembra individuarla in un amore, forse.

“Ci vorrebbe una storia veramente importante […], vedo quello che mi piace e sei tu. Ma chi sei? Perché non resti la mattina? Ma perché invece di giocare ancora non diventi mio?”. E probabilmente si tratta dell’amor proprio, l’amore verso se stessi. 

Un riflesso in cui non ci si riconosce “Ma chi sei? Specchio, specchio delle mie brame, cosa vuoi?” ma a cui rivolgere una disperata preghiera di rinascita “Dimmi che non tornerò mai com’ero prima, dimmelo perché voglio di nuovo trovare la strada che tu avevi scelto per me”.

Il lato pop delle cose che da sempre mi accompagna mi fa aprire due parentesi, di cui una personale.

Inconsapevolmente, la Trovato ha fissato (almeno in Italia) coi suoi versi ancora più la convinzione che la frase in Biancaneve sia “Specchio, specchio delle mie brame” al posto del corretto “Specchio, servo delle mie brame”: un risvolto di cui si dibatte sempre, parlando di Effetto Mandela.

E per me, Gechi e vampiri rappresenta un indelebile ricordo: legato alla casa dei miei nonni paterni e a mia nonna nello specifico, che fu la prima, durante i giorni di quel Festival, a citarmi questo brano. L’aveva colpita molto, per il suo significato, per il racconto di una vita perduta che vuole trovare la forza di risalire da quel pozzo profondo.

Oggi la Trovato è tornata grazie al calore del pubblico, con la volontà di riprendere il filo del sogno, dopo tanto tempo in cui ha dovuto affrontare altri gechi e altri vampiri.

Ma lei, oltre venti anni fa, lo diceva chiaramente: una speranza c’è sempre, e arriva nel momento più inaspettato: “quando credevo d’avere finito, i gechi e vampiri non ci sono più”.

Sperando che la luce del sole possa cancellarli definitivamente.

Gechi e Vampiri, il testo di Gerardina Trovato

Una vita normale
La mattina col sole
Non l'avevo fatta mai
Mi svegliavo la notte
Come gechi e vampiri
Trasgressione o solo routine
Stavo sempre uno schifo
Con la gente sbagliata
In un mondo che nel mondo non c'è
E col tempo anche i sogni si fanno i bagagli
E un bel giorno non li cerchi più
Ma chi sei, ma chi sei
Specchio specchio delle mie brame
Cosa vuoi, cosa vuoi
Sono la strega di Biancaneve
Dimmi che, dimmi che
Non tornerò mai com'ero prima
Dimmelo perché
Perché voglio di nuovo trovare la strada
Che tu avevi scelto per me
Ci vorrebbe una storia
Veramente importante
Che cancella tutto quanto così
Ma più cerchi qualcosa
E più non trovi niente
Ma questo ormai da tempo si sa
Ma un giorno qualunque
In un posto tremendo
Vedo quello che mi piace e sei tu
Quando credevo d'avere finito
I gechi e vampiri non ci sono più
Ma chi sei, ma chi sei
Specchio specchio delle mie brame
Cosa vuoi, cosa vuoi
Sono la strega di Biancaneve
Dimmi che, dimmi che
Non tornerò mai com'ero prima
Dimmelo perché
Perché voglio di nuovo trovare la strada
Che tu avevi scelto per me
Ma chi sei, ma chi sei
Perché non resti anche la mattina
Te ne vai, te ne vai
Mi fai tornare dov'ero prima
Ma perché, ma perché
Invece di giocare
Ancora non diventi mio
Perché un cuore che parte
Può fare più luce del sole anche stando quaggiù
Ma perché, ma perché
Invece di giocare
Ancora non diventi mio
Perché un cuore che parte
Può fare più luce del sole anche stando quaggiù
Perché voglio di nuovo una vita
Un po' meno sbagliata e la voglio con te
Con te


Commenti

  1. Cantautrice brava e dai brani talvolta autobiografici, andrebbe rivalutata al di là delle canzoni portate a Sanremo.

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    1. Conosco pochissimo di lei, però volevo portarla qui sul mio blog. Ringrazio Miki dell'ottimo lavoro. Condivido comunque la tua richiesta di rivalutazione. La musica italiana del passato era di un'alta qualità, secondo me, che oggi si è persa

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    2. A me inizialmente non piaceva, poi in radio hanno passato "Vivo per te", una sua canzone minore e ho iniziato a leggere le metafore dei suoi versi.

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    3. La radio fino a qualche anno fa era mezzo imprescindibile per scoprire chicche musicali..adesso non più

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  2. La ricordo Gerardina Trovato sul palco ,il suo forte timbro vocale e i testi introspettivi.Grazie a Miki e grazie a te Riky per averla portata nel tuo blog.

    ..."rivalutare" è positivamente rivoluzionario.Buon fine settimana a te e ai tuoi lettori/commentatori:)

    L.

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    1. Rivalutare è una conseguenza positiva della "nostalgia buona" :)
      Grazie cara, a te!!

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