Jujutsu Kaisen, capitolo 271: il grande finale. Perché sono soddisfatto


SPOILER


Per chi non è in pari con la lettura del manga, si consiglia di non leggere il post

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Dopo 271 capitoli è finita l'epopea di Jujutsu Kaisen.

A seguito della sconfitta di Sukuna, l'opera è proseguita con tre capitoli di prologo, senza sostanziali colpi di scena. Giusto così.

C'è chi nel fandom si è lamentato. Per l'invocato ritorno di Gojo, mai concretizzatosi; per un finale da  "Disney kaisen", per la mancanza di un seguito.

I primi due punti sono collegati. Jujutsu Kaisen è un'opera a tinte horror, sicuramente per molti tratti innovativa rispetto a un Battle Shonen canonico, però rimane un Battle Shonen. 
Ipotizzare un finale tragico è uscire completamente fuori strada. 

Ricordo che già tanti mesi fa alcuni lettori ipotizzavano un finale alla Devilman. Ma bisogna sempre contestualizzare l'opera al periodo storico in cui viene scritta: un epilogo con Sukuna e Kenjaku vittoriosi non avrebbe avuto senso, in un manga in cui c'è sempre la lotta tra il bene e il male, che viene però incanalata sui consueti binari, nella parte finale della battaglia, con Itadori che si riappropria del ruolo di eroe, dopo essere stato "ingranaggio" nelle mani del destino. Che ti guida, ma certamente c'è sempre un margine su cui possiamo far valere il nostro arbitrio, le nostre capacità. 

E Megumi che accetta il grave lutto, la perdita della sorella Tsumiki, è metafora di ciò che accade veramente nella vita: spesso il destino (appunto) ci costringe a prove difficilissime. Bisogna accettarle e andare avanti. Trovando forza nell'affetto delle persone che condividono il nostro percorso di vita. 

Gli stregoni non sono certamente "umani" normali, a livello di emozioni non esprimono empatia, Yuji a parte. Lo spiega benissimo Todo a Shibuya, in uno dei dialoghi più convincenti dell'opera. Ma hanno certamente sentimenti come tutti e questo lo fa notare Gojo nel flashback del capitolo 271, un intelligente passaggio di consegne tra lui e Yuji.  Megumi d'altra parte accetta di mettere al servizio le sue capacità di stregone a favore del prossimo, non solo verso i suoi cari, seguendo l'esempio dell'amico Yuji. Da possibile giustiziato a giustiziere di Sukuna, Itadori è il perfetto protagonista dell'opera: a volte scompare dal centro della narrazione, per poi tornarci prepotentemente. 

Gojo, a mio parere, rimane il personaggio più affascinante: nell'estetica, nella forza, nelle sue tecniche, nel suo carattere. Non a caso ha dedicato un intero arco narrativo e una parte importante della battaglia finale. Ma è stato sacrificato per dare spazio a quella generazione di giovani stregoni che rappresentano il suo sogno e le sue speranze.

È triste certamente pensare a Satoru costretto dalla morte a ignorare il successo dei suoi ragazzi, ma il suo obiettivo è stato raggiunto. Nel manga Gojo, nonostante sia il più forte, incappa in sconfitte: sigillato a Shibuya a causa del suo lato umano, sconfitto da Sukuna nonostante il suo prodigarsi, ma poi la sua vittoria più grande sono proprio i suoi allievi.  Destino beffardo e insegnamento per tutti: gli altri sono un sostegno, il lavoro di squadra è fondamentale.

Approfittando della confusione creata dai Culling Games, Gojo elimina comunque i vertici della stregoneria: già questo è un sacrificio, perché per quanti empii e malvagi, gli anziani sono uomini come lui. Ciò che rimane in eredità, dopo la morte di Gojo, è una società più giusta. I clan patriarcali e conservatori sono stati spazzati via: il futuro sorride.

La morte di Gojo è giusta, bisogna ammetterlo. Il suo è un personaggio drammatico e questo contrasta in maniera efficace con i suoi modi all'apparenza spensierati. Porta un fardello pesante: essere il più forte e quindi isolato. I compagni in missione sono un peso. La gente può avere paura del suo immenso potere: e se fosse finito sulla strada del male, come Geto? Sarebbe stato un'arma che avrebbe portato alla distruzione dell'umanità. Gojo ha perso il suo unico e migliore amico e alla fine ha condiviso con lui il destino di diventare uno "strumento" nelle mani di altri. La sua morte prematura è stato un fatto eccezionale: lo scontro con lo stregone più forte della storia, Sukuna.

Gege Akutami in definitiva non ha maltrattato nessuno, né i suoi personaggi, né Yuji. costretto certamente ad affrontare situazioni ad altissimo impatto emotivo. Il mangaka ha fatto scelte narrative che fatico a contestare. La scomparsa di Choso è un picco emotivo, ma prevedibile, è il suo percorso di espiazione dopo essere stato un villain. Nanami e altri rappresentano parte di una vecchia generazione appartenente a una decadente società degli stregoni (che non a caso avrebbe voluto giustiziare Yuta e Yuji). Non tutti muoiono delle generazioni passate. C'è Shoko, che mette al servizio le sue capacità come medico. C'è Kusakabe, personaggio ben scritto, che trasmette al lettore stati d'animo differenti, in oscillazione tra antipatia e simpatia: alla fine però emerge la figura di un valido insegnante. La morte di Junpei è triste, certo. Ma in una storia horror ci sono le vittime. Tsumiki compresa. 

Gojo era il più forte, ma solitario, oggi c'è un gruppo di stregoni che ha lavorato di equipe. Il suo ritorno non è giustificabile perché toglierebbe - di nuovo - spazio a tutti. Yuta è uno stregone di livello speciale, anche Yuji lo è, pure Megumi e Hakari sono destinati ad avere quel titolo, idem Higuruma. Todo e Nobara saranno validissimi stregoni di primo livello. La società degli stregoni si è "purificata" e potenziata.

Non è affatto Disney Kaisen: è un lieto fine, arrivato dopo un lungo e travagliato percorso, che ci ha restituito il trio di protagonisti e  che non chiude tutti i cerchi della storia. Lo scontro tra maledizioni e stregoni è continuato a durare. Certamente rimane un po' il rimpianto per non aver visto completata la crescita di questi stregoni, compresi i protagonisti. Spazio per un seguito c'era. Ma lasceremo alla fantasia di chi, nel fandom, si è distinto per creatività, fantasia e anche abilità nel disegno. 

Non va dimenticato, in tutte le discussioni, che un manga  è un'opera di fantasia. Serve a stimolarla, la fantasia, nel lettore. Gege Akutami c'è riuscito, questo è indiscutibile. 

Jujutsu Kaisen è su Gojo e Sukuna?




Ne approfitto anche per commentare questo post apparso sui social. La risposta è semplice: no.

Gojo e Sukuna sono i due stregoni più forti e al loro scontro è dedicato il giusto spazio. I due rimangono spesso ai margini della narrazione, Sukuna per gran parte del tempo è "intrappolato" nel corpo di Itadori, Gojo sigillato. Sukuna diventa poi il villain finale. Una scelta rispettabilissima dell'autore che ha messo Kenjaku da parte e non ha dato seguito al "merge", alla grande fusione. Ma impedirla era l'obiettivo degli stregoni, non combatterla. Kenjaku è il grande e abile burattinaio, ha già la sua rilevanza anche senza apparire nel finale. La sua sconfitta, al culmine di una battaglia epocale e fuori dai canoni con Takaba, è un colpo di scena che ha un grande impatto anche per il "peso" che Kenjaku ricopre nella vicenda. Che ha però un protagonista, Yuji. 

Forse è stato dato poco spazio a Megumi e Nobara, forse a Yuta. L'autore ha però scelto di non ripetere all'infinito la messa in scena delle stesse tecniche. Ha messo in campo power up intelligenti, limitandosi a qualche plot armor per Sukuna che però, rileggendo l'opera nella sua interezza, sono giustificati. 

Non so se Jujutsu Kaisen entrerà mai nella hall of fame dei manga. Magari tra qualche anno sarà dimenticato, oppure considerato un incompiuto. Poco importa. Lo rileggerò con piacere e conserverò con cura i 30 volumi nella mia libreria. Grazie Akutami Sensei: sono salito sul treno in corsa, ma quasi tutte le tappe del viaggio sono state entusiasmanti. 




Commenti

  1. Non potrei essere più d’accordo. L’insoddisfazione generale riguardante il finale un po’ è giustificata per chi si era affezionato al manga e avrebbe voluto di più (e più fan service), e un po’ nasce da una visione ristretta della storia in generale. Yuji vendica Nobara, realizza il sogno di Gojo e ridona la vita a Megumi. Kenjaku se ne va con una nota di umanità che manca a molti villain. Sukuna invece rimane incorruttibile nella sua spietatezza fino alla fine. Tutti i personaggi hanno ricevuto la giusta attenzione e le loro trame giungono a compimento. Chapeau, manga scritto e disegnato in maniera meravigliosa.

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