Madame Clicquot è un dramma biografico basato sulla vera storia di Barbe-Nicole Ponsardin (rimasta prematuramente vedova) che nel XIX Secolo, nella sua tenuta delle Champagne, in Francia, sfidò i Codici Napoleonici e ogni convenzione sociale, portando avanti con determinazione e coraggio il suo originale concetto di gestione del vigneto e produzione di vini frizzanti.
Thomas Napper, regista britannico, porta sul grande schermo una storia di affermazione (sentimentale e imprenditoriale) della donna in una Francia stremata dalle guerre e dagli editti.
Haley Bennett interpreta Madame Clicquot in una spirale temporale fatta di flashback che uno per volta, lentamente, vanno a ricomporre il passato che l'ha portata a sfidare scetticismo e ostracismo di chi le sta attorno.
Per raccontare la resilienza e insieme la fragilità di Barbe-Nicole si scelgono due piani narrativi paralleli e cioè quello della sua lotta per mantenere il controllo della piccola azienda di famiglia opponendosi alla vendita e quello dei suoi sentimenti personali di moglie, vedova, donna, madre.
È un viaggio intimo e poetico tra i vitigni, coccolati e vezzeggiati quasi avessero un'anima, è una "sinestesia" in quel liquido dal colore paglierino che riempie i calici e che vien voglia di far scivolare tra lingua e palato. Anche i grappoli sanno prendersi la scena, così meravigliosamente fotogenici nella loro semplice sinuosa forma.
Napper racconta, garbatamente, l'intreccio della natura con l'uomo e la perseveranza necessaria all'ottenimento di uno scopo.
La passione indebolisce Madame Clicquot come le ghiacciate tardive mettono a rischio il raccolto. A trasporre questo concetto, il regista britannico si dimostra abile lasciando con maestria i giusti spazi ai vari personaggi. Rifulgono, grazie a una potente espressività e alle sfaccettature molteplici delle loro performance, la Bennett (all'interno di un significativo cammino professionale nel cinema autonomo), Tom Sturridge (François Clicquot) e Sam Riley nei panni dell'autorevole enologo Louis Bohne.
I prodotti indipendenti sanno catturare l'essenza delle piccole grandi storie e trasformarle in viaggi emozionanti basati sull'immagine e la comunicazione, arte nella quale anche ogni silenzio conta. Le sequenze cariche di simbolismo che danno corpo a Madame Clicquot riflettono il ciclo della vita che va ben oltre il "female empowerment" che si percepisce nel film.
Un'opera pura e genuina, che si concretizza inesorabile ma senza fretta, come spesso sanno fare la natura e l'amore.
Una storia ispiratrice e visivamente affascinante che merita un giudizio decisamente positivo. Signore e Signori, Champagne!
Un post frizzantino da leggere con un calice accanto.. ;)
RispondiEliminaDovevano offrirne un calice a ogni spettatore. Sono uscito con la salivazione azzerata! 😄
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